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COMITATO INTERMINISTERIALE

PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

DELIBERAZIONE 22 dicembre 1998, n. 140

G.U.R.I. 29 dicembre 1998, n. 302

Programmazione fondi strutturali 2000-2006. (Deliberazione n. 140/1998).

IL COMITATO INTERMINISTERIALE

PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

Vista la legge 16 aprile 1987, n. 183, che, agli articoli 2 e 3, specifica le competenze di questo Comitato in tema di coordinamento delle politiche comunitarie, demandando al Comitato stesso, tra l'altro, l'elaborazione degli indirizzi generali da adottare per l'azione italiana in sede comunitaria per il coordinamento delle iniziative delle amministrazioni ad essa interessate e l'adozione di direttive generali per il proficuo utilizzo dei flussi finanziari, sia comunitari che nazionali;

Visto l'art. 7 della legge 3 aprile 1997, n. 94, che dispone l'unificazione del Ministero del tesoro e del Ministero del bilancio e della programmazione economica e reca delega al Governo per l'emanazione di uno o più decreti legislativi diretti alla ridefinizione delle competenze di questo Comitato e del Ministero come sopra unificato;

Visto il decreto legislativo 5 dicembre 1997, n. 430, con il quale è stata data attuazione al disposto dell'art. 7 della legge n. 94/1997;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica 20 febbraio 1998, n. 38, con il quale - come previsto all'art. 2, comma 2, del citato decreto legislativo n. 430/1997 - sono state, tra l'altro, definite le attribuzioni dei Dipartimenti in cui è articolato il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica;

Vista la delibera in data 9 luglio 1998 con la quale - giusta il disposto dell'art. 1, comma 5, del richiamato decreto legislativo n. 430/1997 - questo Comitato ha provveduto ad adeguare il proprio regolamento interno in relazione al riordino delle competenze di cui sopra, demandando in particolare a successive delibere la costituzione di commissioni per l'esercizio delle attribuzioni riferite a questioni di particolare rilevanza generale e intersettoriale;

Vista la delibera in data 5 agosto 1998 con la quale questo Comitato ha proceduto all'istituzione delle Commissioni previste nella precedente deliberazione, definendone composizione, funzioni e supporto amministrativo;

Visto le delibere citate in precedenza che prevedono la partecipazione delle regioni alla fase formativa di tutte le delibere;

Visti i regolamenti emanati dall'Unione europea in materia di regolamentazione dei fondi strutturali;

Considerato che sono in corso di avanzato esame presso la Commissione dell'Unione europea proposte di modifica della disciplina dei suddetti fondi strutturali;

Considerato che, in base alla normativa richiamata e nell'ambito degli indirizzi fissati dal Governo, compete a questo Comitato definire le linee di politica economica da perseguire in ambito nazionale, comunitario ed internazionale, nonchè gli indirizzi generali di politica economica per la valorizzazione dei processi di sviluppo delle diverse aree del Paese, con particolare riguardo alle aree depresse;

Considerato che il menzionato decreto del Presidente della Repubblica n. 38/1998 affida al Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, tra l'altro, il compito di provvedere alle iniziative in materia di utilizzazione dei fondi strutturali comunitari secondo le direttive generali di questo Comitato e di curare l'inoltro delle richieste di cofinanziamento agli organismi comunitari;

Considerato che, al fine di avviare l'attuazione del quadro comunitario di sostegno 2000-2006 a decorrere dal 1° gennaio 2000, è necessario procedere alla presentazione del piano globale di sviluppo per le regioni dell'obiettivo 1, dei relativi programmi operativi e dei documenti di programmazione concernenti gli obiettivi 2 e 3 ai competenti organi dell'Unione europea entro il 30 luglio 1999;

Considerato che per consentire il rispetto della suddetta scadenza il Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica ha da tempo avviato contatti con le amministrazioni di settore e con le regioni, individuando interventi sui metodi di valutazione e di monitoraggio, sulle procedure amministrative, sul sistema informativo e sulle possibili aree di intervento organico con una prima rilevazione delle idee-progetto proponibili, rilevazione le cui risultanze sono state consegnate nel documento "Cento idee per lo sviluppo - Schede programmatiche del 2000-2006".

Considerato che le linee esposte nel citato documento hanno formato oggetto di confronto con le amministrazioni centrali e regionali interessate, con gli enti locali, con le parti sociali con le associazioni imprenditoriali e con esperti nel corso di un seminario tenutosi a Catania nei giorni 2-4 dicembre 1998 e nel quale sono emerse prime linee programmatiche che possono essere ricondotte a 17 settori prioritari di intervento;

Considerato che, in relazione ai contenuti dei documenti conclusivi redatti in quella sede, il suddetto Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione ha predisposto un ulteriore documento datato 21 dicembre 1998, nel quale sono specificati i suddetti settori prioritari, nonchè formulate indicazioni di carattere procedurale ed organizzativo e prevista una tempistica per le ulteriori fasi della trattazione;

Ritenuto di condividere l'impostazione dei documenti menzionati, che mirano - tra l'altro - ad assicurare l'attivazione del partenariato istituzionale ed economico-sociale previsto dalle richiamate proposte di regolamento comunitario, al fine di soddisfare sin dall'inizio i requisiti richiesti dall'Unione europea, e che sono altresì intesi a sollecitare la partecipazione dei privati al finanziamento ed alla gestione dei progetti di intervento, nonchè ad individuare meccanismi premianti della qualità del processo di programmazione in relazione all'opzione di ripartire parte delle risorse finanziarie tra le regioni secondo criteri prestabiliti, che assicurino certezza di finanza, e parte secondo criteri di merito;

Ritenuto in particolare di condividere lo schema organizzativo proposto nel documento datato 21 dicembre 1998, che prevede l'istituzione di un sistema di tavoli di programmazione a livello nazionale e di un sistema di tavoli regionali, tra l'altro considerando che l'articolazione delle amministrazioni per settori di intervento riflette l'esigenza di integrare, sin dall'avvio della programmazione, le linee di azione dei diversi fondi ed in particolare, per quanto concerne le modalità di impiego del Fondo sociale europeo, sconta la necessità di procedere non solo a qualificare l'attività di formazione, ma anche ad attuare interventi in molteplici settori che assicurino le condizioni per il miglioramento dei livelli e della qualità dell'occupazione;

Ritenuto di prevedere rapporti di stretto coordinamento tra gli organismi di cui sopra e le commissioni in cui si articola questo Comitato al fine di assicurare un raccordo organico tra le linee programmatiche per l'utilizzo dei fondi strutturali 2000-2006 e le linee programmatiche inerenti l'impiego delle risorse nazionali;

Su proposta del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica;

Delibera:

1. Sono approvate le linee programmatiche di cui al documento allegato alla presente delibera, della quale forma parte integrante.

2. Al fine di assicurare il rispetto delle scadenze stabilite dall'Unione europea per la presentazione dei documenti programmatori precisati in premessa, carattere cogente è attribuito al cronogramma di attività definito nel documento di cui al punto precedente e che presenta le seguenti scansioni:

entro il 5 gennaio 1999 ogni "Amministrazione pilota" dei tavoli settoriali individuati nel prospetto allegato al citato documento identifica, per il rispettivo tavolo settoriale, un dipartimento o una direzione generale al cui titolare è affidata la responsabilità di redigere il rapporto interinale di cui appresso e che costituisce, unitamente alla rappresentanza della Conferenza unificata Stato-città e autonomie locali e Stato-regioni ed agli altri rappresentanti delle amministrazioni di cui al punto 5 del documento allegato, il "Comitato nazionale per i fondi strutturali 2000-2006";

entro il 20 gennaio 1999 le "amministrazioni pilota" avviano i lavori dei relativi tavoli;

entro il 15 marzo 1999 ognuna delle suddette "Amministrazioni pilota" sottopone al "Comitato nazionale per i fondi strutturali 2000-2006", nella composizione precisata al citato punto 5 del documento allegato, un rapporto interinale relativo alle aree dell'obiettivo 1 secondo linee metodologiche che saranno proposte dal Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica entro il 15 gennaio precedente;

entro il 20 marzo 1999 il citato Comitato nazionale presenta a questo Comitato un documento di sintesi anche in vista dell'avvio della fase di confronto con i comitati regionali;

entro il 30 aprile 1999 il menzionato "Comitato nazionale per i fondi strutturali 2000-2006" riferisce a questo Comitato sugli indirizzi programmatici emersi per ogni asse, sulle ipotesi di allocazione delle risorse, sulle possibili attribuzioni dei compiti di gestione, sulle indicazioni per l'elaborazione del piano globale di sviluppo per le regioni dell'obiettivo 1 e sulle scelte metodologiche per la redazione degli altri documenti programmatori citati in premessa.

Roma, 22 dicembre 1998

Il Presidente: D'ALEMA

ALLEGATO 1

Fondi strutturali 2000-2006: assegnazione di responsabilità alle Amministrazionicentrali per la stesura di Rapporti interinali settoriali entro marzo e costituzione diun "Comitato nazionale per i fondi strutturali 2000-2006"

Premessa

I. Obiettivi e tempi

Al fine di avviare la sollecita attivazione dal 1° gennaio 2000 dei Fondi strutturali comunitari, entro il luglio 1999 dovrà essere presentato all'Unione Europea, per le Regioni obiettivo 1, un Piano Globale di Sviluppo assieme a Programmi operativi per ogni Regione e a eventuali "Programmi operativi di stretta valenza nazionale". Dovranno anche essere presentati i documenti di programmazione relativi agli obiettivi 2 e 3. Secondo le indicazioni dell'Unione Europea, tali programmi operativi dovranno contenere l'indicazione degli "assi prioritari" del programma e dei loro obiettivi quantitativi e, per ogni asse, una descrizione delle misure che si intendono prendere per attuarlo e una previsione del piano di finanziamento (comunitario, pubblico nazionale e privato).

II. Il metodo

Dal documento "Schede programmatiche 2000-2006. Cento idee" presentato nel Seminario di Catania dei giorni 2-4 dicembre 1998 e dal confronto avuto in quella sede discendono indicazioni operative circa i passi da compiere per conseguire questi risultati.

1) E' necessario, in primo luogo, intervenire per semplificare e razionalizzare le procedure amministrative e di approvazione della programmazione, secondo gli indirizzi prefigurati nel documento "Cento idee" (cap. II). Tali interventi sono responsabilità delle istituzioni competenti, segnatamente delle Regioni; è compito del Governo promuoverli e incentivarli, anche operando all'interno della Conferenza Stato-Regioni.

2) Sempre in base alle linee indicate nel suddetto documento, devono essere definiti schemi per la valutazione ex ante, e in itinere degli interventi. Questi schemi verranno predisposti dal Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione (DPS) del Ministero del Tesoro, Bilancio e programmazione economica con il contributo di altre Amministrazioni, parti economiche e sociali ed esperti.

3) E' anche necessario identificare metodi e condizioni per favorire la partecipazione di privati al finanziamento e alla gestione dei progetti di intervento. Questo risultato potrà essere conseguito con il contributo dei Ministeri dei Lavori Pubblici e del Tesoro nell'ambito dell'attivazione dell'Unità tecnica - finanza di progetto" prevista dal Collegato procedurale alla Legge finanziaria (A.S. 3593/A) e con un coinvolgimento della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) sin dalle prime fasi del processo di programmazione.

4) E' inoltre necessario costruire, in coerenza con le iniziative in atto o previste, con la partecipazione dell'Istat e delle Amministrazioni interessate, attraverso l'opportuno rafforzamento dei loro uffici statistici, un sistema informativo e di monitoraggio adeguato: a) sui progetti e sul loro ciclo di attuazione e b) sui "fabbisogni" di investimento, opportunamente misurati in base alla quantità e qualità dei servizi necessari e di quelli forniti.

III. I tavoli nazionali e regionali

Quanto ai contenuti della programmazione, il raggiungimento dell'obiettivo di fine luglio richiede che prosegua subito, tanto a livello nazionale che regionale, il vaglio e la selezione delle idee-programma avviati con il suddetto documento e durante i lavori del Seminario di Catania, al fine di identificare strategie, obiettivi e programmi da includere nei Programmi operativi da sottoporre alla Commissione Europea.

Tale attività di selezione richiede (oltre alla soluzione dei problemi di metodo di cui sopra), il varo immediato di due sistemi di tavoli di programmazione: un sistema a livello nazionale e un sistema a livello regionale. Entrambi devono essere caratterizzati da una attivazione del partenariato istituzionale ed economico-sociale previsto dalla proposta di Regolamento comunitario (Autonomie locali, associazioni imprenditoriali e sindacali, associazioni rappresentative di interessi ambientali, delle pari opportunità e del terzo settore).

In una fase preliminare di lavoro, fino a metà marzo 1999, i due sistemi di tavoli lavorano alla predisposizione di Rapporti interinali. Successivamente si realizza un confronto dei tavoli che consenta di proseguire il lavoro nei successivi 4 mesi. Lo schema dei Rapporti interinali seguirà linee guida metodologiche preliminari che verranno proposte entro metà gennaio dal DPS.

Già in questa prima fase di programmazione sarà utile impostare linee di azione integrate fra i diversi fondi in cui le risorse comunitarie si articolano. Ad esempio ed in particolare, le politiche del lavoro e della formazione dovranno essere affrontate non solo al tavolo espressamente dedicato a esse, ma anche agli altri tavoli per assicurarsi che tutte le strategie di sviluppo prevedano opportunità per il miglioramento dei livelli e della qualità dell'occupazione.

IV. I tavoli regionali

I tavoli regionali, potranno essere attivati in ogni regione da iniziative di confronto programmatico, simili a quella svoltasi a Catania. In queste iniziative, anche a partire dalla scheda preliminare predisposta per il documento "Schede programmatiche 2000-2006. Cento idee" e delle proposte rappresentate a Catania e in altre sedi dalle altre Istituzioni, si realizzerà un confronto con le Autonomie locali, le associazioni imprenditoriali e sindacali, e le altre parti sociali rappresentative di interessi rilevanti.

A questo fine si costituirà in ogni Regione un "Comitato regionale" che preveda la partecipazione delle suddette parti. Vi saranno regole minime di partenariato che il DPS proporrà alle Regioni entro metà gennaio, così da soddisfare sin dall'inizio i requisiti richiesti dall'Unione europea per potere poi approvare i piani operativi. Le modalità di partenariato che ogni Regione realizzerà terranno conto del proprio peculiare assetto istituzionale e delle prassi già in essere. Saranno incentivate forme particolarmente avanzate di partenariato che siano estese anche alla fase di attuazione dei programmi, ad esempio attraverso modalità di scelta delle priorità che tengano conto delle idee progettuali locali e relative ad aree estese e metropolitane avanzate dalle Amministrazioni locali; l'incentivazione potrà avere luogo attraverso meccanismi premianti nella ripartizione delle risorse finanziarie fra regioni, secondo la scelta, contenuta nel documento "Cento idee" e confermata nel Seminario di Catania, di ripartire le risorse in parte secondo i criteri prestabiliti (che assicurino certezza di finanza) e in parte secondo criteri di merito (relativi alla qualità del processo di programmazione).

Entro la metà di marzo 1999, anche sulla base degli impegni che vanno maturando all'interno delle Intese istituzionali di programma circa l'ammontare delle risorse statali ordinarie disponibili per le priorità della regione, ogni Regione redigerà e farà approvare dal proprio Comitato un "Rapporto interinale regionale". Tale Rapporto conterrà indicazioni di massima circa i fabbisogni da soddisfare; gli obiettivi da conseguire (rappresentati in modo quantitativo) e le linee di intervento prioritarie per conseguirli (con un'indicazione di massima del loro costo); le questioni di assetto istituzionale e procedurale da risolvere per conseguirli; le informazioni da raccogliere per valutare l'effettiva conseguibilità degli obiettivi; il metodo con cui si intende proseguire l'attività di selezione dei programmi nei successivi 4 mesi.

V. I tavoli nazionali

Il sistema di tavoli nazionali viene descritto nel testo che segue.

Il sistema di tavoli nazionali

Indicazioni generali

1. Al fine di dare sollecita attivazione alla programmazione dei fondi strutturali comunitari e di assicurare che entro il 30 luglio 1999 vengano presentati all'Unione Europea un Piano globale di sviluppo per le Regioni obiettivo 1, i relativi Programmi operativi e i documenti di programmazione relativi agli obiettivi 2 e 3:

a) vengono assegnate a singole Amministrazioni centrali le responsabilità per la ricognizione programmatica su singoli settori prioritari;

b) viene attivato un "Comitato nazionale per i fondi strutturali 2000-2006";

c) vengono definiti i compiti di questo Comitato.

Tavoli settoriali

2. Dai lavori preparatori, condotti dalle Amministrazioni centrali e locali e dalle parti economiche e sociali per la predisposizione del documento "Schede programmatiche 2000-2006. Cento idee", e dal confronto, che si è tenuto nel Seminario di Catania nei giorni 2-4 dicembre 1998, sono emerse alcune prime linee programmatiche che possono essere raccolte in 17 settori prioritari di intervento. Questi settori vengono elencati in Allegato. Per ognuno di essi verrà condotta una prima ricognizione a livello centrale e regionale che consenta entro aprile 1999 di attribuire i compiti per la stesura dei documenti programmatici da trasmettere alla Commissione.

A tale scopo, mentre in ogni Regione viene avviato un tavolo regionale, per ogni settore prioritario viene attribuito ad una Amministrazione centrale il ruolo di "Amministrazione pilota" per la ricognizione programmatica. L'Amministrazione pilota individua al proprio interno, entro il 5 gennaio, una Direzione generale o Dipartimento al cui titolare è affidata la responsabilità di redigere entro il 15 marzo 1999 un "Rapporto interinale settoriale" relativo alle aree obiettivo 1.

3. Per ogni settore, collaborano alla stesura del Rapporto anche altre Amministrazioni centrali (cfr. sempre Allegato). Anche queste Amministrazioni affidano entro il 5 gennaio questo specifico compito a una Direzione generale o Dipartimento.

Di ogni tavolo settoriale fa anche parte il Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione (DPS) del Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione economica, che fornisce supporto amministrativo e tecnico, attraverso il Servizio per le politiche dei fondi strutturali comunitari e l'Unità di valutazione degli investimenti pubblici e avvalendosi del servizio di Assistenza tecnica attivato per il QCS 1994-99 presso la propria struttura e dei risultati dei gruppi di analisi avviati dalla Commissione Europea. Ogni tavolo settoriale fa riferimento a una delle Commissioni del CIPE (II, III, IV e VI) (cfr. sempre Allegato) al fine di assicurare un raccordo informativo fra le linee programmatiche per i Fondi strutturali 2000-2006 e quelle relative alle risorse nazionali in discussione nelle suddette Commissioni.

Allo scopo di assicurare l'operatività e le conclusioni del tavolo settoriale, ogni Amministrazione pilota avvia entro il 20 gennaio i lavori del tavolo sottoponendo agli altri partecipanti un documento di sintesi che muova, fra l'altro, dai contenuti del documento "Cento idee", dal dibattito e dai documenti conclusivi del Seminario di Catania e da altra documentazione presentata in quella e in altre sedi. L'Amministrazione pilota assicura quindi un confronto continuo e operativo fra i diversi partecipanti al tavolo.

Rapporti interinali settoriali

4. Ogni Amministrazione pilota redige entro il 15 marzo 1999 un Rapporto interinale settoriale relativo alle aree Obiettivo 1. Il Rapporto interinale contiene indicazioni di massima circa: i fabbisogni da soddisfare; gli obiettivi da conseguire (rappresentati in modo quantitativo) e le linee di intervento prioritarie per conseguirli (con un'indicazione di massima del loro costo); le questioni di assetto istituzionale e procedurale da risolvere per conseguirli; le informazioni da raccogliere per valutare l'effettiva conseguibilità degli obiettivi. Per assicurare uno schema omogeneo per tutti i Rapporti interinali, il DPS fornisce entro la metà di gennaio linee guida metodologiche per la loro stesura.

Al fine di assicurare la centralità del ruolo delle Regioni nella programmazione, ogni Rapporto contiene, anche sulla base dei criteri di efficacia ed efficienza proposti nel capitolo II (parag. 3.3) del documento "Schede programmatiche 2000-2006. Cento idee", una valutazione circa la "regionalizzabilità" degli interventi necessari a conseguire l'obiettivo. Sulla base di questa valutazione, il Rapporto formula una proposta motivata circa l'opportunità che gli interventi da realizzare con i fondi strutturali relative al settore in oggetto appartengano a una delle tre seguenti categorie:

a) asse gestito dalle singole Regioni (o da consorzi di Regioni) (asse di stretta valenza regionale);

b) asse gestito dalle singole Regioni (o da consorzi di Regioni) con coordinamento, indirizzo e assistenza tecnica di un'amministrazione o istituzione centrale (asse regionale con referente nazionale);

c) asse che è necessario gestire in modo centralizzato (asse di stretta valenza nazionale).

Comitato nazionale

5. I rappresentanti delle Amministrazioni pilota di ciascuno dei settori prioritari di cui al punto 2 costituiscono il "Comitato nazionale per i fondi strutturali 2000-2006". Il Comitato ha la responsabilità di mantenere il coordinamento fra i diversi tavoli settoriali, di monitorare il rispetto dei loro tempi e metodi di lavoro, di verificare e se necessario promuovere o provvedere all'attuazione degli interventi metodologici e procedurali necessari per un utilizzo efficiente, ed efficace dei fondi strutturali 2000-2006: semplificazione e razionalizzazione delle procedure amministrative e di approvazione della programmazione; definizione degli schemi di valutazione; costruzione di un adeguato sistema informativo; metodi per la partecipazione dei privati al finanziamento e alla gestione dei progetti di intervento.

Del Comitato fanno anche parte il Capo del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione, che lo presiede, e il Direttore Generale del Servizio per i fondi strutturali comunitari del DPS. Del Comitato fanno altresì parte il Presidente della Cabina di Regia, il Capo del Dipartimento Affari Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un rappresentante del Ministro per la Funzione Pubblica, il Capo di Gabinetto del Ministro per le politiche comunitarie il Capo di Gabinetto del Ministro per gli Affari Regionali, il Capo di Gabinetto del Ministero dei Lavori Pubblici e un rappresentante dell'Istat. Il Comitato riferisce alla Commissione I del CIPE, "Commissione per il coordinamento delle politiche economiche nazionali con le politiche comunitarie".

Al Comitato partecipano, su designazione della Conferenza unificata di cui all'art. 8 del Decreto Legislativo 28.8.97 n. 281, numero 2 rappresentanti delle Regioni, 2 rappresentanti dell'ANCI, 1 rappresentante dell'UPI, 1 rappresentante dell'UNCEM. Del Comitato entra a far parte una rappresentanza delle associazioni imprenditoriali, dei sindacati e delle associazioni portatrici di interessi ambientali, delle pari opportunità e del terzo settore, secondo linee che contemperino esigenze di rappresentanza, operatività e responsabilità concordate con le stesse parti. Ognuna delle rappresentanze può partecipare ai lavori dei singoli tavoli settoriali.

6. Entro il 20 marzo 1999, disponendo dei Rapporti interinali settoriali, il Comitato nazionale presenta al CIPE un documento di sintesi al fine di avviare una fase di confronto con i "Comitati regionali" che avranno nello stesso periodo proceduto alla stesura dei Rapporti interinali regionali. Sulla base dell'esame di questi documenti ogni asse di intervento viene attribuito, in modo partenariale, a una delle tre categorie: di stretta valenza regionale, regionale con referente nazionale, di stretta valenza nazionale. Nel primo e nel secondo caso i programmi operativi da presentare alla Commissione europea entro fine luglio vengono elaborati dal Comitato regionale, con una funzione, ove previsto, di coordinamento, indirizzo e assistenza tecnica da parte del tavolo settoriale nazionale; nel terzo caso, i piani operativi vengono elaborati da un'istituzione centrale individuata dal Comitato nazionale.

Nella elaborazione dei programmi operativi e degli altri documenti programmatici ci si avvarrà: a) delle proposte metodologiche elaborate nel frattempo dal DPS in merito ai criteri per la selezione degli interventi e ai metodi di valutazione e b) dei risultati conseguiti in temi di sistema informativo sui fabbisogni infrastrutturali, di sistema di monitoraggio, di revisione delle procedure amministrative e di programmazione e di definizione dei metodi per favorire la partecipazione dei privati al finanziamento e alla gestione dei progetti di intervento.

Il Comitato nazionale riferisce entro il 30 aprile al CIPE sugli indirizzi programmatici emersi per ogni asse, sulle ipotesi di allocazione delle risorse, sulle ipotesi di attribuzione dei compiti di gestione, sulle indicazioni necessarie per l'elaborazione del Piano globale di sviluppo per le Regioni obiettivo 1 e sulle scelte metodologiche per la redazione degli altri documenti programmatori citati in premessa.

ALLEGATO

 "Comitato nazionale per i fondi strutturali 2000-2006":
settori e Amministrazioni pilota e responsabili
Settore Amministrazione Altre Commissione CIPE "pilota" Amministrazioni di riferimento 1. Ciclo inte- Lavori Pubblici Politiche agricole Infrastrutture grato del- e Ambiente PCM-Protezione (III) l'acqua e Civile e difesa Università e Ricerca suolo 2. Protezione PCM-Protezione Ambiente Infrastrutture civile Civile Comunicazioni (III) Difesa Interno Lavori Pubblici Lavoro Pubblica istruzione Sanità Trasporti 3. Agricoltura Politiche Ambiente Occupazione (II) Agricole Industria Lavori Pubblici PCM-Turismo Sanità Tesoro Università e Ricerca 4. Rifiuti e Ambiente PCM-Aree Urbane Sviluppo soste- inquinamento Industria nibile (VI) Interno Lavoro Lavori Pubblici PCM-Funzione pubblica Politiche Agricole Sanità Trasporti 5. Rete ecolo- Ambiente Pol.Agricole Infrastrutture gica nazio- PCM-Funzione Pubblica (III) nale (aree Industria protette, Lavori pubblici parchi natu- Lavoro rali, ecc.) PCM-Turismo Tesoro 6. Energia Industria Ambiente Occupazione (II) Lavori pubblici Politiche agricole Trasporti Università e Ricerca 7. Beni cultu- Beni Culturali Ambiente Ricerca e rali Interno formazione (IV) Lavori pubblici Lavoro Pubblica istruzione PCM-Turismo Tesoro Università e Ricerca 8. Scuola Pubblica Ambiente Ricerca e Istruzione Comunicazioni formazione (IV) Lavoro PCM-Affari sociali PCM-Funzione Pubblica Università e Ricerca 9. Ricerca Università e Ambiente Ricerca e Ricerca Esteri formazione (IV) Industria Lavori Pubblici Politiche agricole Sanità Tesoro 10. Formazione Lavoro Ambiente Occupazione (II) e politiche Comunicazioni attive del Grazia e Giustizia lavoro Industria PCM-Affari sociali PCM-Funzione pubblica PCM-Pari opportunità Politiche agricole Pubblica istruzione Università e Ricerca 11. Nuovi PCM-Affari Ambiente Occupazione (II) servizi sociali PCM-Aree Urbane alla Comunicazioni persona Interno e comunità Lavori Pubblici Lavoro PCM-Pari opportunità Sanità 12. Sicurezza Interni Ambiente Occupazione (II) Finanze Grazia e Giustizia Industria Lavori Pubblici Lavoro PCM-Affari sociali Pubblica istruzione Tesoro 13. Città Lavori Pubblici PCM-Affari sociali Infrastrutture Ambiente (I) PCM-Aree Urbane Comunicazioni Industria Interno Lavoro Pari opportunità PCM-Turismo Pubblica Istruzione Sanità Tesoro Trasporti Università e Ricerca 14. Sviluppo Industria e Pol. Agricole Occupazione (II) locale: Tesoro Ambiente incentivi, Commercio con servizi l'estero finanza Comunicazioni PCM-Funzione pubblica Interno Lavori Pubblici Lavoro Pari opportunità Pubblica istruzione PCM-Turismo Sanità Trasporti Università e ricerca 15. Reti di Trasporti e PCM-Aree urbane Infrastrutture trasporto Lavori Pubblici Industria (I) Interno Lavoro PCM-Turismo Politiche agricole Università e Ricerca 16. Telecomu- Comunicazioni PCM-Aree urbane Infrastrutture nicaz. Beni culturali (I) Industria Interno Lavoro PCM-Funzione pubblica PCM-Segretariato generale Pubblica istruzione PCM-Turismo Università e Ricerca 17. Collegamenti Esteri Comunicazioni Ricerca e immateriali Commercio con formazione (IV) con altre l'Estero aree Interno PCM-Segretariato Generale PCM-Politiche Comunitarie Politiche agricole Università e Ricerca