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COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

DELIBERAZIONE 25 maggio 2000, n. 51

G.U.R.I. 25 luglio 2000, n. 172

Linee guida per il programma nazionale di ricerca 2001-2003 (criteri e procedure). (Deliberazione n. 51/2000).

IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

Visto il decreto legislativo n. 204 del 5 giugno 1998 recante disposizioni per il coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica;

Visti in particolare gli articoli 1 e 2 del citato decreto che prevedono fra l'altro:

che il Governo determini nel documento di programmazione economica e finanziaria gli indirizzi e le priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca, definendo il quadro delle risorse finanziarie da attivare;

che il C.I.P.E. valuti preliminarmente lo schema degli indirizzi da inserire nel D.P.E.F. e da utilizzare come base per la predisposizione del programma nazionale per la ricerca;

che il programma nazionale ricerca e i suoi aggiornamenti siano sottoposti all'approvazione del C.I.P.E.;

Visto il V programma quadro dell'Unione europea per la ricerca e lo sviluppo tecnologico 1998-2002, approvato il 22 dicembre 1999 dal Consiglio dei Ministri per la ricerca europei con decisione n. 182/1999/EC;

Visto il programma operativo nazionale "Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico, alta formazione", predisposto dal Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica in attuazione del quadro comunitario di sostegno 2000-2006 per le regioni italiane dell'obiettivo 1;

Visto il "patto sociale per lo sviluppo e l'occupazione" del 22 dicembre 1998 che riconosce il ruolo decisivo che la scienza, la tecnologia e la disponibilità di risorse umane qualificate rivestono per lo sviluppo, la competitività e la modernizzazione del Paese e afferma la necessità di portare la relativa spesa in quota del PIL a livelli europei;

Viste le conclusioni del Consiglio europeo straordinario tenutosi a Lisbona il 23-24 marzo 2000 che, individuando la ricerca come elemento generatore di sviluppo economico, occupazione e coesione sociale chiede, fra l'altro, che vengano poste in essere iniziative volte a promuovere la mobilità dei ricercatori, a creare un contesto favorevole agli investimenti privati in ricerca, a semplificare e rafforzare i sistemi di tutela brevettuale;

Visto il documento "Sintesi delle linee guida del P.N.R." presentato dal Ministro dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica alla quarta Commissione C.I.P.E. "Ricerca e formazione" in data 18 maggio 2000 e sulle cui linee fondamentali la commissione ha espresso parere favorevole;

Tenuto conto dell'anomalia strutturale del sistema scientifico e tecnologico nazionale evidenziata nei seguenti elementi:

la spesa in ricerca in percentuale del PIL ed il numero di ricercatori in percentuale degli occupati pari a circa la metà del valore medio dei maggiori Paesi europei;

il tasso di crescita reale negativo tra il 1990 e 1998 della spesa in ricerca scientifica che ha determinato un progressivo accrescimento del divario rispetto alla media europea;

la scarsa attrattività e competitività del mercato del lavoro nel settore ricerca;

la persistente insufficienza della spesa in ricerca da parte delle imprese;

i deboli legami fra scienza e mercato e tra finanza e ricerca e l'inadeguata capacità di valorizzazione della conoscenza a fini economici e sociali;

la graduale riduzione nell'ultimo decennio della incidenza dei settori ad alta tecnologia sul PIL e sul totale delle esportazioni;

l'ampio ricorso a brevetti prodotti all'estero a fronte di una limitata produzione brevettuale interna;

Considerato che tale anomalia ha già prodotto e continua a produrre effetti negativi sulla competitività del nostro sistema economico e più in generale del sistema Paese;

Tenuto conto, inoltre, della particolare situazione di sottodimensionamento e debolezza strutturale del sistema ricerca nel Mezzogiorno;

Considerato il ruolo fondamentale e crescente dell'investimento in ricerca per assicurare la competitività del sistema economico nei mercati globali e, più in generale, il conseguimento degli obiettivi di occupazione qualificata e crescita civile del Paese;

Ritenuto essenziale allineare, in un periodo di sei anni, l'investimento in ricerca almeno ai livelli medi dell'Unione europea;

Tenuto conto che il conseguimento degli obiettivi indicati in termini di quota della ricerca sul PIL comporterà una crescita globale della spesa annua per ricerca da 23.000 mld nel 2000 a circa 42.000 mld nel 2006, raggiungendo il pareggio tra quota pubblica e quota privata, e che, per conseguire tali obiettivi l'intervento pubblico dovrà passare dai 13.000 mld del 2000 ai 21.000 mld nel 2006;

Tenuto conto, in particolare che tale incremento, al fine di creare la necessaria discontinuità, dovrebbe concentrarsi nel triennio 2001-2003 con un impegno aggiuntivo rispetto al livello attuale pari a 4.000 mld nel 2001, 6.000 mld nel 2002, 8.000 mld nel 2003;

Tenuto conto che il Parlamento europeo nella sua risoluzione del 18 maggio 2000 ha invitato i governi dei Paesi membri a portare, nel prossimo biennio la quota della spesa per ricerca al 3% del PIL;

considerato che un incremento degli investimenti in ricerca comporterà una progressiva e rilevante crescita di occupazione qualificata;

Condivisi gli orientamenti espressi nel citato documento "Sintesi delle linee guida del piano nazionale ricerca" presentato dal Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica;

Udita la relazione del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica;

Delibera:

1. Ai fini di quanto previsto dagli articoli 1 e 2 del citato decreto legislativo n. 204/1998, i principali obiettivi, orientamenti e priorità della politica della ricerca sono così individuati:

Obiettivi ed orientamenti:

assumere il sistema scientifico e tecnologico nazionale come "asset strategico" della società della conoscenza e della nuova economia favorendo processi di uso intensivo della conoscenza nelle dinamiche del sistema produttivo nazionale e generando opportunità di crescita civile della società;

sostenere il processo di convergenza della politica scientifica e tecnologica nazionale, dei suoi obiettivi e delle sue scelte sui percorsi concertati nell'ambito dell'Unione europea, mirati a creare il contesto favorevole per una crescita economica ed occupazionale sostenibile;

consolidare i presidi scientifici di eccellenza della ricerca di base e frenare i fenomeni di continuismo e di frammentazione di iniziative non rispondenti ai requisiti della qualità scientifica;

accentuare e potenziare la ricerca su esigenze specifiche del Paese;

sostenere ed incentivare le interazioni tra scienza e mercato con una particolare attenzione al potenziamento delle capacità scientifiche e tecnologiche delle piccole e medie imprese;

favorire orientamenti di ricerca, di produzione e valorizzazione di conoscenze mirati ad obiettivi di crescita civile;

realizzare la discontinuità negli andamenti attuali sulla spesa in ricerca con un'aggiuntività che consenta, in sei anni, di raddoppiare il livello attuale di investimenti in R&S e che permetta già dal prossimo anno una significativa crescita nella spesa;

considerare il Mezzogiorno come opportunità per accrescere la competitività del sistema Paese;

rendere attrattivo e competitivo il mercato del lavoro nella ricerca al fine di accelerare ed avviare il ringiovanimento del sistema scientifico;

attivare, per una più efficace determinazione delle scelte programmatiche, meccanismi di consultazione con gli operatori istituzionali della ricerca e le parti sociali ed economiche;

favorire l'afflusso di capitali di rischio nelle attività di ricerca e nella valorizzazione economica dei risultati;

promuovere forme di integrazione fra le attività di ricerca e di alta formazione;

mettere a punto efficaci procedure di coordinamento fra le amministrazioni centrali e regionali al fine di assicurare la coerenza fra il PNR, i programmi di ricerca delle diverse amministrazioni e le politiche economiche generali e settoriali.

2. Azioni prioritarie:

Azioni di natura strutturale con ritorni sul medio-lungo periodo:

azione per il rafforzamento e l'ampliamento della base scientifica del Paese, mediante un forte sostegno alla ricerca di base, riconosciuta, nei principali Paesi industrializzati, come precondizione e fonte primaria di una crescita sostenibile basata sulla conoscenza e sulla innovazione;

azione per il sostegno della ricerca orientata allo sviluppo di tecnologie strategiche di impatto pervasivo sui sistemi economici, ambientali e sociali. Con questo intervento si intende perseguire, nel medio-lungo periodo, la diversificazione del sistema produttivo nazionale, lo sviluppo di imprese di ricerca operanti sul mercato, ed acquisire, da innovazioni tecnologiche radicali, i benefici connessi alla tutela della salute, alla qualità dell'ambiente e della vita.

Azioni con ritorni sul breve-medio periodo:

valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica: lo spin-off della ricerca e la formazione superiore per generare imprenditori e manager in grado di creare valore economico e sociale attraverso la gestione integrata delle conoscenze e delle tecnologie;

potenziamento tecnologico del sistema produttivo esistente, e il sostegno allo sviluppo di reti di piccole e medie imprese;

valorizzazione degli strumenti, delle metodologie e dei prodotti offerti dalla scienza e dalla tecnologia per rispondere ai bisogni sociali ed economici, in senso lato, in particolare alla soluzione dei problemi connessi al mondo del lavoro, dell'occupazione e della qualità della vita e dell'ambiente.

Azioni trasversali:

sostegno all'internazionalizzazione del sistema scientifico nazionale, accelerando la sua integrazione nello spazio comune della ricerca europea e la sua apertura verso i Paesi in via di sviluppo con particolare attenzione al Mediterraneo extracomunitario;

realizzazione di un coerente sistema di valutazione e monitoraggio dei risultati attesi e del loro impatto sul contesto scientifico, economico e sociale;

diffusione su larga scala dei temi, dei metodi e dei contributi della ricerca alla crescita civile del Paese;

attivazione di forme di concertazione e di cooperazione con le regioni al fine di valorizzare le opportunità connesse al passaggio delle competenze centro-periferia in particolare nelle materie del trasferimento tecnologico e della diffusione dell'innovazione.

3. Ad integrazione di quanto previsto dal decreto legislativo n. 204/1998 in materia di procedure di programmazione della ricerca sono di seguito elencati i tempi di attuazione dei principali adempimenti in esso previsti:

entro il prossimo mese di luglio il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica proporrà al C.I.P.E. criteri e procedure per il riparto del fondo integrativo speciale per la ricerca;

entro il mese di ottobre la proposta di programma nazionale per la ricerca sarà sottoposta dal Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica al C.I.P.E.;

entro il mese di febbraio di ciascun anno le pubbliche amministrazioni aventi competenza in materia di ricerca, comunicano al Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, che ne informa il C.I.P.E., i rispettivi stanziamenti per ricerca. Al fine di definire, entro il mese di settembre, un'uniforme metodologia di rilevazione della spesa per ricerca delle amministrazioni, la quarta commissione C.I.P.E. istituirà apposito gruppo di lavoro;

entro il mese di aprile il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica sottopone al C.I.P.E. la relazione sull'attuazione del P.N.R. e gli indirizzi per gli interventi in favore della ricerca.

Roma, 25 maggio 2000

Il Presidente delegato: VISCO

Registrata alla Corte dei conti il 12 luglio 2000

Registro n. 3 Tesoro, bilancio e programmazione economica, foglio n. 148