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DECRETO PRESIDENZIALE 23 marzo 2007

G.U.R.S. 6 aprile 2007, n. 15

Integrazioni e modifiche del documento "Stesura aggiornata della programmazione degli interventi di cui al documento Analisi, orientamenti e priorità legge n. 328/2000 - Triennio 2004/2006".

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE

Visto lo Statuto della Regione;

Viste le leggi regionali 22 dicembre 1962, n. 28 e 10 aprile 1978, n. 2;

Vista la legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", ed, in particolare, l'art. 18 della legge medesima, che prevede l'adozione del piano nazionale e dei piani regionali degli interventi e dei servizi sociali;

Visto il D.P.R.S. n. 243 del 4 novembre 2002, relativo al documento "Linee guida per l'attuazione del piano socio-sanitario della Regione Siciliana";

Visto il D.P.R.S. n. 282 del 28 ottobre 2005, relativo al documento "Analisi, orientamenti e priorità legge n. 328/00 - Triennio 2004/2006";

Visto il D.P.R.S. dell'8 maggio 2006, relativo al documento "Stesura aggiornata della programmazione degli interventi di cui al documento Analisi, orientamenti e priorità legge n. 328/2000 - Triennio 2004/2006";

Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 44 del 27 febbraio 2007, che approva le modifiche al documento "Integrazioni e modifiche del documento "Stesura aggiornata della programmazione degli interventi di cui al documento Analisi, orientamenti e priorità legge n. 328/00 - Triennio 2004/2006"", approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 355 del 5 agosto 2005;

Su proposta dell'Assessore regionale per la famiglia, le politiche sociali e le autonomie locali;

Decreta:

Art. 0

Articolo Unico

E' approvato il documento "Integrazioni e modifiche del documento "Stesura aggiornata della programmazione degli interventi di cui al documento Analisi, orientamenti e priorità legge n. 328/00 - Triennio 2004/2006"", parte integrante e sostanziale del presente decreto.

Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.

Palermo, 23 marzo 2007.

CUFFARO

COLIANNI

Allegato

INTEGRAZIONI E MODIFICHE DEL DOCUMENTO "STESURA AGGIORNATA DELLA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CUI AL DOCUMENTO ANALISI, ORIENTAMENTI E PRIORITA', LEGGE N. 328/2000 - TRIENNIO 2004/2006" (D.P. 8 MAGGIO 2006) PER IL TRIENNIO 2007-2009

1. Premessa

Pur confermando i criteri e gli indirizzi introdotti dal citato Decreto Presidenziale 8 maggio 2006, che costituisce l'atto di indirizzo del Governo della Regione Siciliana, in continuità con il documento di programmazione "Linee guida per l'attuazione del piano socio-sanitario" approvate con D.P. 4 novembre 2002, finalizzato al consolidamento del proprio sistema di welfare e contestualmente del processo di predisposizione, approvazione e avvio dei Piani di zona, la Regione ritiene necessario, attraverso questo documento, integrare la programmazione citata in considerazione delle risultanze della ricognizione effettuata nel settembre u.s. sullo stato di attuazione dei Piani di zona (PdZ) della Sicilia e del mutato quadro finanziario anno 2006 del Fondo nazionale per le politiche sociali (F.N.P.S.).

Si rileva come gli indirizzi e le priorità individuati nel presente atto, inserendosi in una fase cruciale di concretizzazione dei PdZ, vanno considerati in un'ottica evolutiva delle politiche sociali e socio-sanitarie in ambito distrettuale ricadenti negli anni 2007-2009.

2. Ricognizione dei Piani di zona

Nel modello di welfare regionale, adottato dalla Regione Siciliana, al Piano di zona viene attribuito un ruolo fondamentale per dare risposte ai problemi delle persone e delle comunità locali, in quanto strumento condiviso per individuare i bisogni prioritari, le strategie di prevenzione, le risorse disponibili, i soggetti istituzionali e comunitari interessati, i risultati attesi, gli standard di funzionamento e di efficacia, le responsabilità gestionali, le forme di controllo, le modalità di verifica, le condizioni di valutazione sociale dei risultati.

L'approvazione da parte del Comitato dei sindaci del Piano di zona e l'adozione del relativo accordo di programma, che rende esecutivo il Piano, è, sotto questo profilo, un momento di sintesi giuridica e politica delle scelte condivise e le rende operanti su scala territoriale omogenea (Distretto socio-sanitario).

La ricognizione dei PdZ della Sicilia, avvenuta nel mese di settembre 2006 con la diretta partecipazione di tutti i Distretti sociosanitari e attraverso l'utilizzo di una scheda di ricognizione, ha confermato notevoli ritardi nell'avvio dei PdZ.

Lo strumento di rilevazione dei dati e delle informazioni è stato definito sulla base di uno schema compatibile con il sistema di monitoraggio e valutazione definito in ambito S.I.R.I.S. - Sistema informativo regionale integrato socio-sanitario, al fine di poter fissare un'attendibile base di riflessione da comparare con i dati che si rileveranno nell'ambito del primo monitoraggio quali-quantitativo ed economico-finanziario previsto nel Sistema di coordinamento (Sistema di gestione dei PdZ) del S.I.R.I.S..

Il quadro di riferimento della rilevazione, sopra citata, svolto dal Servizio 3° Funzionamento e qualità del sistema integrato degli interventi dei servizi sociali- Ufficio Piano sui PdZ presentati dai Distretti socio-sanitari è il seguente:

QUADRO RIEPILOGATIVO REGIONALE

Legenda

Numero

%

PdZ Presentati

55

100

PdZ Valutati

55

100

PdZ Congrui (Definitivi)

55

100

Ad oggi, pertanto, tutti i PdZ sono stati approvati e a tutti i 55 Distretti socio-sanitari sono state erogate le risorse.

Soltanto 6 Distretti socio-sanitari (pari all'11%) hanno avviato tutte le azioni del PdZ, 37 Distretti hanno avviato in parte il PdZ (pari al 71%) e 10 Distretti non hanno avviato nessuna azione.

RIEPILOGO DEI 55 PIANI DI ZONA DELLA SICILIA

Settembre 2006

Stato delle azioni

Azioni

%

Avviate tutte le azioni del PdZ

6

11

Avviate alcune azioni del PdZ

39

71

Non avviate le azioni del PdZ

10

18

Totale

55

100

Le 844 azioni dei 55 PdZ risultano essere avviate soltanto nella misura del 49% (pari a 418 azioni).

AVVIO DELLE AZIONI DEI PIANI DI ZONA

Quadro regionale - settembre 2006

Stato delle azioni

Azioni

%

Azioni avviate

418

49

Azioni non avviate

426

51

Totale

844

100

Una rilevante criticità che è diretta conseguenza della mancata adozione, in ambito distrettuale, di adeguate forme di gestione associata del PdZ, rappresentando la fase dell'affidamento dei servizi un vero e proprio ostacolo per i processi di avviamento degli interventi e dei servizi programmati, pur in presenza della disponibilità di risorse dedicate.

Le azioni, infatti, per le quali non è stata avviata nessuna procedura rappresentano il 28% del totale delle azioni.

STATO DELLE AZIONI DEI PIANI DI ZONA

Settembre 2006

Stato delle azioni

%

Azioni avviate

49

Azioni non avviate

28

Azioni per le quali è stata avviata la procedura di affidamento

23

Totale

100

E' di tutta evidenza la necessità di giungere in tempi certi alla definizione e all'avvio di tutte le procedure di affidamento degli interventi e servizi previste nei PdZ, al fine di non penalizzare ulteriormente i cittadini destinatari delle azioni programmate. L'Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali dovrà, pertanto:

a) individuare un termine entro il quale i Distretti socio-sanitari attivino tutte le procedure di affidamento delle azioni previste nei PdZ;

b) provocare, in caso di mancato rispetto dei termini di cui al punto a), gli interventi sostitutivi, normativamente esperibili nei riguardi dei comuni ricompresi nei Distretti socio-sanitari, al fine di procedere all'attivazione di tutte le procedure di affidamento e attuazione degli interventi e servizi del PdZ.

3. Riequilibrio dei Piani di zona

Il quadro di riferimento regionale, emerso dalla ricognizione del settembre 2006, rappresenta inoltre una marcata disomogeneità circa la durata dei 55 PdZ della Sicilia. Come diretta conseguenza della difficoltà di attivare le azioni (affidamento dei servizi) è stata disattesa nella sua attuazione, da parte degli enti coinvolti, la cadenza triennale della programmazione dei servizi e degli interventi previsti nei PdZ.

I Distretti socio-sanitari, infatti, che hanno avviato tutte le azioni del PdZ e che, pertanto, rappresentano le uniche realtà territoriali in grado di dare elementi certi circa l'avvio e il completamento del PdZ stesso, registrano una durata che varia dai 42 ai 56 mesi contro i 36 mesi originariamente preventivati.

Per i Distretti socio-sanitari che non hanno avviato tutte le azioni del PdZ si possono ipotizzare, sulla base dei dati rilevati, tempi ancora più indeterminati.

Alla incerta e prolungata durata dei PdZ è strettamente collegata, come logica conseguenza, una cronica incapacità di spesa, da parte dei Distretti socio-sanitari, delle risorse del FNPS anni 2001-2003.

Alla luce delle superiori considerazioni, si presenta con urgenza la necessità di riequilibrare temporalmente e finanziariamente i PdZ, richiamata anche dal documento di programmazione del Governo regionale "Stesura aggiornata della programmazione degli interventi di cui al documento Analisi, orientamenti e priorità, legge n. 328/2000 - triennio 2004/2006" approvato con il D.P. 8 maggio 2006.

In presenza, pertanto, delle discrasie temporali evidenziate e in attuazione degli indirizzi del Governo regionale l'Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali fornisce le linee guida per la programmazione delle risorse del FNPS 2004-2006, che costituiscono gli elementi di sviluppo del sistema dei servizi alla persona, in un'ottica di potenziamento e continuità con quanto programmato e avviato nei Distretti socio-sanitari, per il periodo 2007-2009.

A tal fine si individua per tutti i Distretti socio-sanitari la data del 31 dicembre 2009 quale termine ultimo entro il quale dovrà avvenire il riequilibrio temporale e finanziario dei PdZ e dovrà essere concluso il processo di sperimentazione del nuovo sistema di welfare regionale.

Il riequilibrio temporale impone ai Distretti socio-sanitari di prevedere una "proroga" del PdZ in atto sino al termine del 31 dicembre 2009, mantenendo la dimensione pluriennale nella programmazione degli interventi. Il nuovo periodo per la programmazione dovrà essere avviato nel corso del 2007 e la realizzazione delle azioni programmate dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2009.

4. Il sostegno degli strumenti di governo

In linea con il più volte richiamato documento di programmazione "Stesura aggiornata della programmazione degli interventi di cui al documento Analisi, orientamenti e priorità, legge n. 328/2000 - triennio 2004/2006" approvato con il D.P. 8 maggio 2006, al cap. 2.1 sono state individuate, quali obiettivi strategici dell'azione del Governo regionale nell'attuazione della riforma del welfare regionale, le seguenti azioni:

- consolidamento degli assetti istituzionali e gestionali dei distretti socio-sanitari;

- adeguamento e riqualificazione delle risorse professionali in ambito dei gruppi di Piano e, più in generale, potenziamento della capacità di lettura dei bisogni del territorio e di programmazione delle risorse in forma associata, sia per il livello politico che per quello gestionale, promuovendo la corretta comunicazione tra i comuni, le aziende sanitarie locali ed il terzo settore;

- cura del rapporto con le comunità, nella fase di accesso ai servizi e di presa in carico dei cittadini.

A tal fine la Regione intende confermare, in piena attuazione dell'art. 8 della legge 8 novembre 2000, n. 328, il proprio ruolo di coordinatore centrale delle azioni e di ente di indirizzo, garantendo lo sviluppo di un welfare delle responsabilità e rafforzando il modello di governance introdotto dalle "Linee guida per l'attuazione del piano socio-sanitario" approvate con D.P. 4 novembre 2002.

In particolare si ritiene di confermare e stabilizzare la funzione della Cabina di Regia regionale, quale strumento finalizzato a garantire idonei percorsi di concertazione in ambito regionale, che vada oltre i termini temporali legati alla fase sperimentale triennale e comunque collegandone l'attività alla definizione del Piano sociosanitario regionale e alla sua attuazione.

La Cabina di Regia, che ha sede presso l'Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali, è presieduta dall'Assessore. Nella stessa, oltre il dirigente generale del dipartimento regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali, il dirigente del servizio 3° - Funzionamento e qualità del sistema integrato degli interventi dei servizi sociali - Ufficio Piano, i dirigenti e/o funzionari delle strutture dipartimentali direttamente interessate alle tematiche trattate convergeranno i funzionari e/o consulenti, in un numero massimo di quattro, indicati dall'Assessore per la famiglia, le politiche sociali e le autonomie locali, nonché i rappresentanti della Presidenza della Regione, dell'Assessorato della sanità, dell'ANCI, dell'URPS, degli organismi di rete del terzo settore e della cooperazione sociale.

La Cabina di Regia costituisce il tavolo di concertazione regionale, e rappresenta il luogo di confronto sul piano politico-istituzionale con i diversi livelli istituzionali e i vari soggetti sociali e si avvale del supporto del dipartimento regionale della famiglia ed in particolare del servizio 3° - Funzionamento e qualità del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali - Ufficio Piano che curerà le specifiche attività di assistenza tecnica.

Essa potrà essere integrata:

- allorquando si tratteranno temi di carattere ordinatorio e valutativo (oppure riguardanti le politiche e le competenze sindacali), da un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni sindacali regionali maggiormente rappresentative, di rilievo nazionale;

- allorquando si tratteranno temi riguardanti le politiche del territorio e di decentramento amministrativo, da un rappresentante dell'ASAEL, dell'ASACEL e della Lega delle autonomie locali.

Con riferimento alla composizione della Cabina di Regia e, in particolare, alla nomina dei suoi componenti, che avverrà tramite apposita decretazione dell'Assessore per la famiglia, le politiche sociali e le autonomie locali, si sottolinea l'assoluta gratuità dell'incarico conferito a tutti i funzionari e/o consulenti, avendo questi ultimi diritto soltanto al rimborso delle spese documentate, a carico della quota dell'1,5% (ex 2%) delle risorse indistinte e precisamente il "Fondo indistinto per attività di comunicazione, informazione e supporto della rete (punto e)" (supporto tecnico della rete, a livello regionale - Ufficio Piano e Cabina di Regia, rimborso spese di missione nuclei valutazione progetti finanziati con il F.N.P.S.).

Relativamente al funzionamento della Cabina di Regia si rimanda al vigente regolamento interno approvato nella seduta del 16 aprile 2003, che s'intende qui integralmente richiamato, nonché alle sue eventuali successive modifiche e/o integrazioni, da approvarsi con provvedimento assessoriale.

L'attività di segreteria della Cabina di Regia rientra nell'ambito delle competenze del servizio 3° - Funzionamento e qualità del sistema integrato degli interventi dei servizi sociali - Ufficio Piano.

La Regione intende, altresì, consolidare i percorsi di accompagnamento e di sostegno dei territori mediante attività di assistenza tecnica e di consulenza al fine di sostenere l'attività di programmazione, pianificazione e gestione delle politiche sociali e socio-sanitarie territoriali da parte dei 55 Distretti socio-sanitari e perseguire con decisione l'obiettivo di integrare ulteriormente le strategie regionali con quelle locali.

Pertanto si ritiene indispensabile, nella considerazione che vada superata la figura del "Referente regionale presso i Distretti", individuare ed attivare 55 "Facilitatori" (care-giver distrettuali), di provata e attestata professionalità e competenza, che svolgeranno principalmente le seguenti attività:

- affiancamento e consulenza, in ambito distrettuale, a tutti gli stakeholders coinvolti alla definizione e gestione delle politiche sociali e socio-sanitarie territoriali;

- promozione e sostegno ai sistemi relazionali che definiscono la gestione associata delle reti distrettuali dei servizi e delle infrastrutture, finalizzati a produrre economie di spesa e di gestione.

L'Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali si impegna a definire nel dettaglio le funzioni, i tempi, gli strumenti e le modalità attuative necessarie all'attivazione dei 55 "Facilitatori", sostituendo di fatto la figura del "Referente regionale presso i Distretti".

Tale attività troverà concreta attuazione nell'ambito del programma di assistenza tecnica e di formazione, affidata in house providing, con D.A. n. 1219 del 7 aprile 2006, al CIAPI di Priolo Gargallo e al CEFPAS di Caltanissetta, rientrante nei Piani per la formazione e l'aggiornamento del personale addetto alle attività sociali di competenza del dipartimento regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali - Servizio 3° Funzionamento e qualità del sistema integrato degli interventi dei servizi sociali

- Ufficio Piano.

5. Le priorità di intervento

5.1 I programmi di iniziativa regionale

La Regione, ad integrazione del D.P. 8 maggio 2006 e nel pieno svolgimento del proprio ruolo di indirizzo e di coordinamento, individua alcuni obiettivi che, per il loro grado di innovazione e per il livello di compatibilità con i programmi di sviluppo comunitari e nazionali, necessitano di attenzioni particolari, anche attraverso la definizione di progetti pilota in grado di rafforzarne i processi integrati.

Le nuove linee di azione, che si ritiene di individuare per attuare programmi di iniziativa regionale, che implementino percorsi già avviati e rispondano ad esigenze innovative e sperimentali, sono specificate in:

a) buono socio-sanitario;

b) bonus nuovi nati;

c) centri di pronta accoglienza per minori immigrati non accompagnati;

d) progetto di vita;

e) progetti innovativi per le fasce deboli.

Per realizzare i programmi sopra indicati, i cui obiettivi vengono di seguito specificati, si farà ricorso a parte delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali anno 2006, attraverso le procedure già previste dalla legislazione di riferimento per gli interventi di cui alle lettere a) e b), alle procedure di evidenza pubblica normativamente dovute per l'attuazione dell'intervento di cui alla lettera c) e ad apposita iniziativa legislativa del Governo regionale per la lettera d) ed e), finalizzata alla previsione e alla regolamentazione degli interventi:

a) Buono socio-sanitario

In attuazione dell'art. 10 della legge regionale 31 luglio 2003, n. 10 che prevede, in alternativa alle prestazioni di natura residenziale eventualmente dovute, l'erogazione di buoni socio-sanitari alle famiglie che comprendono nel loro ambito anziani non autosufficienti o disabili gravi, la Regione conferma i criteri per l'erogazione del buono socio-sanitario a nuclei familiari con anziani non autosufficienti o disabili gravi, di cui ai decreti presidenziali 7 luglio 2005 e 5 ottobre 2005.

A tal fine, a valere sulle risorse del F.N.P.S. anno 2006, si destinano euro 15.000.000 (vedi tabella 3, cap. 6.2).

b) Bonus nuovi nati

In attuazione dell'art. 6, comma 5 della legge regionale 31 luglio 2003, n. 10, al fine di promuovere la riduzione ed il superamento degli ostacoli di ordine economico alla procreazione per le famiglie meno abbienti, la Regione conferma il bonus nuovi nati di euro 1.000 per il figlio, sulla base dei parametri e dei criteri stabiliti dal decreto assessoriale n. 1287/S2 del 13 aprile 2006.

A tal fine, a valere sulle risorse del F.N.P.S. anno 2006, si destinano euro 6.000.000 (vedi tabella 3, cap. 6.2).

c) Centri di accoglienza e orientamento (CAO) per minori immigrati non accompagnati

L'art. 37-bis della legge 4 maggio 1983, n. 184 "Diritto del minore ad una famiglia" (articolo aggiunto dall'art. 3, legge 31 dicembre 1998, n. 476. Articolo 38) stabilisce esplicitamente che al minore straniero in stato di abbandono si applica la legge italiana in materia di adozione, affidamento e di provvedimenti necessari in caso di urgenza.

La Regione Siciliana, attraverso l'applicazione della legge regionale 9 maggio 1986, n. 22 di Riordino dei servizi e delle attività socio-assistenziali in Sicilia, l'emanazione di specifici provvedimenti attuativi e l'applicazione sul territorio regionale delle normative nazionali di settore, ha posto particolare attenzione al tema dei minori fuori dalla famiglia promuovendo, attraverso un diretto coinvolgimento degli enti locali e degli attori interessati, la costruzione di una rete di servizi e strutture e favorendo sperimentazioni mirate in grado di rispondere ad un fenomeno in continua evoluzione.

Con specifico riferimento al tema dell'immigrazione, quale settore essenziale di intervento, la Regione si pone l'obiettivo di dare una risposta, nell'ambito dei programmi di iniziativa regionale, in termini di integrazione sociale e culturale, soprattutto per quanto attiene alle problematiche dei minori che vengono introdotti clandestinamente, spesso non dai propri genitori, e poi abbandonati, sul presupposto della legge nazionale che ne impedisce il rimpatrio.

Allo stato attuale le strutture assistenziali, alle quali vengono assegnati un numero crescente di minori stranieri non accompagnati, sono prive di figure professionali di supporto che tengano conto della lingua, delle abitudini alimentari, del diverso modo di concepire le relazioni familiari o del credo religioso.

Si ritiene, pertanto, necessario attivare dei Centri di accoglienza e orientamento (CAO) in grado di far fronte all'emergenza verificando, attraverso una équipe multidisciplinare, i bisogni e le inclinazioni dei minori immigrati per poi indirizzarli verso le adozioni familiari o presso una struttura idonea a garantire sostegno, assistenza ed integrazione. Occorre quindi prevedere un percorso formativo per le figure professionali che opereranno nei CAO e per quelle che andranno a rafforzare l'organico delle case-famiglia e delle comunità-alloggio cui saranno destinati i minori immigrati, dopo un periodo di osservazione finalizzato alla definizione di un progetto educativo personalizzato e comunque sino alla nomina del tutore.

All'attivazione dei centri si provvederà, nell'ambito delle procedure previste dalla normativa vigente (art. 56 della legge regionale n. 22/86, legge n. 285/97, legge n. 149/01 ecc.), attraverso convenzioni con ONG, IRCS, fondazioni, privato sociale, di provata esperienza e capacità organizzativa.

Completata la fase di sperimentazione della durata massima di 12 mesi, gli oneri di gestione dell'iniziativa, realizzata in stretto raccordo con le prefetture e i tribunali per i minori dell'Isola, che cureranno lo smistamento dei minori stranieri non accompagnati presso i CAO, saranno interamente a carico dello Stato ai sensi dell'art. 2 della legge n. 563 del 29 dicembre 1995.

A tal fine, a valere sulle risorse del F.N.P.S. anno 2006, si destinano euro 6.000.000 (vedi tabella 3, cap. 6.2).

d) Progetto di vita

Si ritiene, inoltre, di individuare una proposta innovativa, da attuare in via sperimentale, che incida in modo più efficace e strutturale sulla situazione economica delle famiglie disagiate, concedendo l'opportunità di realizzare un progetto in ambito lavorativo, attraverso un prestito senza garanzie materiali, legato soltanto alla valutazione degli obiettivi e agli aspetti motivazionali.

Al fine di realizzare tale programma denominato "Famiglia: progetto di vita" si ritiene necessario destinare congrue risorse del F.N.P.S. per l'avvio sperimentale dell'iniziativa, specificando che le modalità di accesso, i requisiti richiesti e le procedure di valutazione dei progetti saranno previamente oggetto di idoneo percorso di previsione legislativa e di regolamentazione dell'intervento.

A tal fine, a valere sulle risorse del F.N.P.S. anno 2006, si destinano euro 10.000.000 (vedi tabella 3, cap. 6.2).

e) Progetti innovativi per le fasce deboli

Per concludere la parte riservata ai programmi di iniziativa regionale, pertanto, appare necessario prevedere uno stanziamento per le Iniziative innovative e sperimentali, legate all'attivazione di progetti di domiciliarizzazione di pazienti cronici e/o disabili, attraverso l'ausilio di strumenti infotelematici, nell'ambito delle iniziative di integrazione fra gli interventi socio-sanitari e quelli socioassistenziali.

Al fine di realizzare tali iniziative si ritiene necessario destinare parte delle risorse del F.N.P.S. specificando che le modalità di accesso, i requisiti richiesti e le procedure di valutazione dei progetti saranno previamente oggetto di idoneo percorso di previsione legislativa e di regolamentazione dell'intervento.

A tal fine, a valere sulle risorse del F.N.P.S. anno 2006, si destinano euro 2.000.000 (vedi tabella 3, cap. 6.2).

5.2 Le priorità di intervento

Per l'integrazione e riprogrammazione del PdZ (riequilibrio al 31 dicembre 2009), pertanto, tenendo conto altresì della legge n. 285/97, dei recenti documenti approvati per l'area della disabilità (Piano triennale per le persone con disabilità) e degli altri interventi a carattere regionale attivati (buono socio-sanitario, 6%, sportelli informa famiglia, D.P.R. n. 309/90, ecc...), si indicano le priorità e le percentuali di utilizzo delle risorse indistinte FNPS 2004-2006 destinate ai Distretti socio-sanitari:

a) non meno del 25% delle risorse da destinare ai Distretti socio-sanitari (escluse le città riservatarie di Palermo e Catania) alla tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (legge n. 285/97);

b) non meno del 25% delle risorse da destinare all'attuazione del Piano triennale delle persone con disabilità, con particolare riguardo alle gravi forme di handicap;

c) il 50% delle risorse da destinare agli altri interventi, considerando infine, laddove sia documentata una positiva valutazione dei risultati, la possibilità di dare continuità alle progettualità attivate attraverso interventi a carattere regionale (D.P.R. n. 309/90, APQ, FSE, ecc...).

L'individuazione delle percentuali di cui sopra tiene conto, da una parte, del periodo di utilizzo delle risorse che ricade sostanzialmente negli anni 2007-2009, dall'altra, degli stanziamenti previsti in ambito nazionale per le altre fasce d'utenza nel periodo di riferimento.

La legge 27 dicembre 2006, n. 296 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" (legge finanziaria 2007) nel settore politiche sociali, infatti, prevede:

- all'art. 1250 l'incremento del Fondo per le politiche della famiglia di cui all'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, di 210 milioni di euro per l'anno 2007 e di 180 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009;

- all'art. 1264 l'istituzione, presso il Ministero della solidarietà sociale, di un fondo denominato "Fondo per le non autosufficienze", al fine di garantire l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti, al quale è assegnata la somma di 100 milioni di euro per l'anno 2007 e di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009;

- all'art. 1267 l'istituzione, presso il Ministero della solidarietà sociale, di un fondo denominato "Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati", al fine di favorire l'inclusione sociale dei migranti e dei loro familiari, al quale è assegnata la somma di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Il Fondo è altresì finalizzato alla realizzazione di un piano per l'accoglienza degli alunni stranieri, anche per favorire il rapporto scuola-famiglia, mediante l'utilizzo per fini non didattici di apposite figure professionali madrelingua quali mediatori culturali.

Si sottolinea, infine, che il PdZ aggiornato e il relativo bilancio di distretto, derivanti dall'integrazione e riprogrammazione del PdZ (riequilibrio al 31 dicembre 2009) e approvati mediante Accordo di programma, dovranno includere tutte le azioni attivate con tutte le fonti di finanziamento destinate alle politiche sociali e socio-sanitarie (risorse del bilancio comunale, buono socio-sanitario, 6%, sportelli informa famiglia, D.P.R. n. 309/90, APQ, FSE, ecc...).

6. Il Fondo nazionale per le politiche sociali anno 2006: riparto e finalizzazioni

La variazione delle disponibilità finanziarie sul triennio 2004-2006 collegate al F.N.P.S. discende dall'assegnazione alla Regione Siciliana con decreto del ministro della solidarietà sociale di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze "Ripartizione delle risorse finanziarie afferenti al Fondo nazionale per le politiche sociali, per l'anno 2006" del 25 agosto 2006, che ha incrementato il F.N.P.S. per l'anno 2006.

Si è passati, infatti, da un'assegnazione di euro 47.580.571, giusta "Decreto interministeriale di riparto delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali per l'anno 2005" del 22 luglio 2005, ad una nuova assegnazione, di cui al citato decreto del 25 agosto 2006, di complessivi euro 71.187.148,17.

La Regione Siciliana, sentita la Cabina di Regia regionale che ha approvato il quadro di riparto delle risorse del F.N.P.S. anno 2006, ripartisce le risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali, da utilizzare per il completamento e riequilibrio dei Piani di zona (capitolo 3), tenendo conto degli indirizzi di cui al capitolo 5.2, e per i programmi di iniziativa regionale (capitolo 5.1).

6.1 Le risorse indistinte

I Distretti socio-sanitari, nell'utilizzo delle risorse per il triennio 2004-2006 del F.N.P.S. (tabella 1), devono tenere conto delle priorità indicate nel presente documento e nelle successive direttive di dettaglio, da emanare in sede di assegnazione delle risorse da parte dell'Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali.

L'Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali, tenendo conto delle quote 2004 e 2005 e quantificando la quota 2006 destinate alla programmazione zonale, assegna ai Distretti socio-sanitari le risorse del FNPS 2004-2006 riepilogandole nel modo seguente:

Tab. 1 - RISORSE INDISTINTE 2004-2006

Oggetto

2004

2005

2006

Totale

Fondo indistinto ripartito ai Distretti socio-sanitari

21.195.820,80

8.191.874,00

20.000.000,00

49.387.694,80

Si conferma, innanzitutto, il carattere aggiuntivo delle risorse del FNPS 2004-2006 assegnate ai Distretti socio-sanitari rispetto alle altre fonti di finanziamento dei PdZ.

Nell'assegnazione delle risorse del FNPS 2004-2006, destinate ai Distretti socio-sanitari, si terrà conto dei seguenti criteri di riparto:

a) del termine del 31 dicembre 2009 di cui al precedente paragrafo 3;

b) dello stato di attuazione dei PdZ nei singoli Distretti socio-sanitari per la determinazione del fabbisogno, a valere sulle risorse 2004-2005 del FNPS, sino al termine di cui al precedente punto a);

c) delle azioni avviate nei singoli PdZ per la quantificazione delle risorse da assegnare, a valere sulle risorse 2004-2005 del FNPS, come premialità in considerazione della capacità di attuazione delle azioni;

d) della popolazione residente anno 2005 (dati ISTAT) per l'assegnazione delle risorse del FNPS 2006.

Nel destinare le risorse indistinte 2006 si terrà conto della finalizzazione di euro 4.050.063 per sostenere, consolidare, integrare e riequilibrare i piani di zona, così come previsto ai punti a), b) e c) del punto 3 del cap. 9.1 delle linee guida regionali 4 novembre 2002 (v. cap. 3.3) con le progettualità volte a realizzare in ambito distrettuale, a sostegno, consolidamento, integrazione e riequilibrio dei piani di zona, le finalità di cui ai punti a), b) e c) del punto 3 del cap. 9.1 delle linee guida regionali 4 novembre 2002 (decreto assessoriale 16 gennaio 2006, Avviso pubblico per l'accesso alle risorse derivanti dalla quota del 6% delle risorse indistinte del F.N.P.S. - Legge n. 328/2000).

Il calcolo, inoltre, dell'ulteriore quota denominata del 17% delle risorse indistinte anno 2006, per il finanziamento di sperimentazioni mirate (punti a), b), c), d), e), f), del capitolo 4.1 del decreto presidenziale 8 maggio 2006) resta ancorata, nel suo importo complessivo, alla quota di assegnazione del F.N.P.S. anno 2005 e non a quella incrementata dell'anno 2006.

Tale scelta, per l'anno 2006, ridefinisce la percentuale di risorse utilizzabili da parte della Regione riducendo, da una parte, tale disponibilità dal 17% all'11% (per il dettaglio vedi tabella 2) delle risorse indistinte 2006 e, dall'altra, accresce le risorse disponibili da destinare all'implementazione della pianificazione zonale sulla base degli indirizzi e delle priorità sopra richiamate.

Tab. 2

Oggetto

(% 2005)

% 2006

Importo 2006

Fondo indistinto per attività di comunicazione, informazione e supporto tecnico della rete (punto e)

(ex 2%)

1,5%

1.282.251

Fondo indistinto per consolidamento della cultura socio-sanitaria, scambio buone prassi e riequilibrio PdZ (punti a, b e c)

(ex 6%)

4%

2.854.834

Fondo indistinto per implementazione S.I.R.I.S. (punto d) e assistenza tecnica e formazione (punto f)

(ex 9%)

5,5%

4.000.000

Nell'ambito, infine, del Fondo indistinto per implementazione S.I.R.I.S. (punto d) e assistenza tecnica e formazione (punto f), destinato prioritariamente ad azioni finalizzate all'assistenza tecnica e alla formazione a livello regionale e ad azioni propedeutiche di studio, progettazione, approfondimento e supporto del S.I.R.I.S., si ritiene di realizzare un sistema di verifica sui servizi offerti dai Distretti, il monitoraggio degli standard di qualità, con la rilevazione della percezione dell'utente e la raccolta di segnalazioni su eventuali ritardi o inefficienze da parte dei cittadini.

6.2 Le risorse destinate ai programmi di iniziativa regionale

Le risorse del FNPS anno 2006 in parte sono destinate ai programmi di iniziativa regionale, con riferimento alle indicazioni delineate nel capitolo 5.1:

Tab. 3

Oggetto

2006 (euro)

Buono socio-sanitario

15.000.000

Bando nuovi nati (anno 2006)

6.000.000

Centri accoglienza immigrati

6.000.000

Progetti innovativi per le fasce deboli

2.000.000

Progetto di vita

10.000.000