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ASSESSORATO DELL'ECONOMIA

CIRCOLARE 5 ottobre 2012

G.U.R.S. 12 ottobre 2012, n. 43

Attuazione della delibera di Giunta regionale n. 317 del 4 settembre 2012.

A TUTTI GLI ENTI VIGILATI E/O CONTROLLATI DALLA REGIONE COMUNQUE DENOMINATI

ALLE SOCIETA' A TOTALE O PREVALENTE PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE

ALLA SEGRETERIA GENERALE

ALL'UFFICIO LEGISLATIVO E LEGALE

AI DIPARTIMENTI REGIONALI

e, p.c. AL PRESIDENTE DELLA REGIONE - UFFICIO DI GABINETTO

AGLI ASSESSORI REGIONALI - UFFICI DI GABINETTO

ALLA CORTE DEI CONTI - SEZIONE DI CONTROLLO

1. Con delibera di Giunta regionale n. 317 del 4 settembre 2012, avente ad oggetto " Riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica regionale - Modalità di attuazione", è stato dato mandato all'Assessore regionale per l'economia a porre in essere provvedimenti attuativi delle misure di contenimento della spesa pubblica sotto forma di indirizzo agli organi di amministrazione e di controllo degli istituti, aziende, agenzie, consorzi, enti regionali comunque denominati, sottoposti a tutela e vigilanza dell'Amministrazione regionale o che usufruiscono di trasferimenti diretti da parte della stessa, nonché delle società a totale o maggioritaria partecipazione regionale, in attuazione del d.l. 6 luglio 2012, n. 95 convertito dalla l. 7 agosto 2012, n. 135, recante: "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini" con il quale sono state emanate norme di contenimento della spesa pubblica (spending review).

La Regione Siciliana diviene così la prima Regione italiana ad intervenire con significative misure di contenimento dei costi in attuazione delle misure applicate a livello nazionale.

La delibera adottata dalla Giunta regionale conferisce mandato all'Assessorato dell'economia e per la trattazione di singole materie di concerto, con gli Assessori regionali competenti, a porre in essere provvedimenti attuativi delle misure di contenimento della spesa pubblica dalla stessa indicati, anche sotto forma di indirizzo agli organi di amministrazione e di controllo degli enti regionali comunque denominati, sottoposti a tutela e vigilanza dell'Amministrazione regionale o che usufruiscono di trasferimenti diretti da parte della stessa, nonché delle Società a totale o maggioritaria partecipazione regionale, in attuazione della normativa nazionale sulla c.d. spending review, espressamente indicati, e ciò anche mediante linee guida per la predisposizione da parte dei singoli dipartimenti regionali di proposte funzionali alla definizione della bozza di bilancio.

Gli interventi di razionalizzazione in materia di spese di funzionamento del settore pubblico regionale riguardano: il contenimento delle spese nel settore dei contratti pubblici di beni e servizi (ivi comprese le locazioni passive), l'individuazione di puntuali vincoli di finanza pubblica per gli enti del settore pubblico regionale allargato, l'introduzione di sistemi di pagamento elettronici, di telefonia mobile e posta elettronica, la determinazione di linee guida per la revisione dei residui attivi e per stesura della proposta di bilancio di previsione 2013/2015, puntando ad applicare, in via sperimentale, il principio di bilancio a base zero, l'ulteriore riduzione delle società partecipate dalla Regione, già avviata dalla Regione, in attuazione piena dell'art. 4 del d.l. n. 95/2012 convertito, con modificazioni, in legge n. 135/2012, l'adozione di interventi di riorganizzazione funzionale della Regione Siciliana e del settore del pubblico impiego regionale a partire dal blocco delle assunzioni di cui all'art. 1, comma 10, della l.r. 29 dicembre 2008, n. 25, dal blocco totale del turn over e dalla riduzione della pianta organica, la riduzione dell'indennità di mensa, la riduzione del parco autovetture della Regione Siciliana ed il ridimensionamento dei locali dell'autoparco regionale, l'abbattimento del costo delle missioni, attraverso specifiche convenzioni con i vettori e gli alberghi, la razionalizzazione dei servizi di pagamento delle retribuzioni, la riorganizzazione logistica degli uffici periferici della Regione presso un'unica sede su base provinciale costituita dalle strutture periferiche dei dipartimenti regionali, al fine di erogare all'utenza le attività amministrative di prossimità.

2. I bilanci della Regione Siciliana, nel decennio 2000- 2010 sono stati prevalentemente caratterizzati da spese crescenti, spingendo gli stanziamenti di spesa corrente nel bilancio del 2008 sino a 20 miliardi di euro, dai 15 miliardi ai quali si attestavano nel 2001. Dal 2009 si è avviata un'azione di contenimento della spesa regionale che ne ha consentito la progressiva riduzione, riportando quest'anno la spesa corrente (in termini nominali ed, ancor di più, deflazionati) ai livelli raggiunti all'inizio degli anni 2000, e ciò sia in termini di stanziamenti (11.790 md per il 2012 a fronte di 11.015 md del 2000, dopo il picco raggiunto con il bilancio del 2008 di oltre il 30% superiore nelle uscite), che di pagamenti (9.129 md del 2011 contro 9.587 md del 2001) ed incrementando decisamente la spesa per investimenti.

In merito va ricordato che, pur in tale difficile contesto, la Corte dei conti ha parificato il rendiconto generale per il 2011 della Regione, ritenendo rispettati gli equilibri di bilancio e riconoscendo il conseguimento del difficile traguardo del rispetto del patto di stabilità, il più oneroso tra le Regioni italiane.

Negli ultimi anni (ed, in particolar modo, nel triennio 2010/2012) il Governo regionale ha avviato una politica di bilancio rigorosa e riforme strutturali volte a contenere i costi amministrativi: attraverso la riorganizzazione e la riduzione degli apparati burocratici regionali (l.r. n. 19/2008, D.P.R.S. n. 12/2009) con il blocco delle assunzioni e la revisione della gestione della quiescenza (istituzione del fondo pensioni), avviate significative riforme nei settori della sanità, della formazione, della semplificazione amministrativa, dei rifiuti e degli appalti, nel contenimento degli enti e delle società partecipate e delle relative spese gestionali (ridotte da 34 a 14 giusta decreti assessoriali n. 1720 del 28 settembre 2011, n. 2333 del 23 novembre 2011 e n. 28 del 20 luglio 2012 e la circolare n. 5444/2012), l'avvio della dismissione del patrimonio immobiliare, la gestione attiva dei beni confiscati alla mafia.

Vanno, peraltro, evidenziate altre importanti misure: la proposta di adesione della Sicilia (unica Regione a statuto speciale) alla sperimentazione del nuovo sistema di bilancio; la regolazione ed applicazione, già dalla fine dello scorso anno, della spending review (poi disciplinata in Sicilia dalla l.r. n. 7/2012), l'applicazione, ancor prima dello Stato, del contenimento della spesa per enti e società partecipate (prevedendo il tetto al numero ed agli emolumenti di amministratori e dirigenti, la riduzione di organici e apparati di governo, tetto a numero e remunerazioni di consulenze, riduzione auto e spese istituzionali); l'introduzione del sistema di monitoraggio sul fabbisogno finanziario e rinegoziazione dei contratti derivati (unica regione del Mezzogiorno) e la soppressione di alcuni regimi privilegiati sul piano previdenziale e sui trasferimenti di sede lavorativa che non trovavano giustificazione nel contesto di contenimento della spesa per il personale.

Ed inoltre, con la delibera della Giunta regionale n. 207/2011, l'adozione di misure di risanamento e riduzione dei costi definiti dalla stessa Corte dei conti "di moralizzazione politico-finanziaria di riduzione della spesa". Ma si tratta di interventi realizzati tra l'estate e l'autunno 2011, con impatto limitato in quell'anno ed i cui effetti si sono dispiegati solo nel corso del presente esercizio finanziario. Anche sul trasporto pubblico locale sono state realizzate significative riduzioni di trasferimenti finanziari applicando, in via sperimentale, processi di revisione della spesa: lo scorso anno, infatti, per la voce del trasporto locale - che grava interamente sulle risorse regionali ed è integralmente assoggettata ai vincoli del patto di stabilità, ma su questo punto il Governo regionale ha formulato allo Stato precise richieste di esclusione da tali vincoli - i costi ammontavano a 222 milioni di euro, mentre quest'anno la cifra e' stata portata a 177 milioni.

3. La razionalizzazione e revisione della spesa non può avere quale obiettivo il mero taglio dei costi, in altre parole un'amministrazione ingessata con meno risorse a disposizione, ma postula la riorganizzazione e riqualificazione dell'organizzazione e dell'amministrazione regionale, compatibile con le risorse a disposizione.

E' noto che per revisione della spesa pubblica, c.d. spending review, si intende un processo diretto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della macchina amministrativa nella gestione della spesa pubblica attraverso la sistematica analisi e valutazione delle strutture amministrative, delle procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all'interno dei programmi, dei risultati. Principio dell'operazione, volta ad eliminare sprechi e inefficienze, è quello di identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi affidati all'Amministrazione, o che li raggiungono solo in maniera inefficiente.

Il d.l. 6 luglio 2012, n. 95 convertito dalla l. 7 agosto 2012, n. 135, infatti, si presenta come un complesso di disposizioni espressamente finalizzato alla razionalizzazione della spesa pubblica attraverso la riduzione delle spese per acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione.

Il provvedimento normativo segue anche cronologicamente il primo intervento contenuto nel precedente d.l. n. 52 del maggio di quest'anno recante "Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica", convertito con modifiche in legge n. 96/2012, che ha introdotto modifiche alla normativa in materia di contrattualistica pubblica, apportando integrazioni al Codice dei contratti pubblici ed al regolamento di esecuzione ed attuazione (in gran parte direttamente applicabile nell'ordinamento regionale).

Giova ricordare che il Governo italiano ha ritenuto di operare la revisione della spesa pubblica attraverso procedure che valutano la spesa non solo dal punto di vista dell'efficienza (performance review) ma anche in termini di efficacia dei programmi e di eventuale riallocazione delle risorse tra voci di spesa diverse. Con particolare riguardo alle procedure di spending review elaborate anche in altri ordinamenti, è noto che generalmente rientrano in questo ambito quelle procedure che analizzano le tendenze della spesa, i meccanismi che la regolano e l'attualità o l'efficacia degli interventi che la compongono.

L'intervento legislativo, in parte modificato in esito della conversione in legge del decreto legge, si incentra su talune precise misure: si prende avvio da disposizioni di carattere generale - che contengono le previsioni dell'articolo 4 direttamente rivolte al vasto e molteplice mondo delle società partecipate pubbliche - e si prosegue con misure atte alla riduzione della spesa delle amministrazioni statali, degli enti non territoriali e territoriali, alla razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria, alla finalizzazione dei risparmi di spesa ed altre disposizioni di carattere finanziario, alla valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, oltre a misure di razionalizzazione dell'amministrazione economico-finanziaria.

Appare quindi evidente come, pur in ambiti assai diversi e con misure non sempre coerenti ed armonizzate con quelle previgenti, si è deciso di procedere non con tagli lineari, ma con interventi selettivi di tipo strutturale, rivolti a migliorare la produttività delle diverse articolazioni della pubblica amministrazione, assegnando un ruolo rilevante alla razionalizzazione dei costi gestionali delle società pubbliche regionali sulle quali si è già intervenuti con i richiamati decreti assessoriali n. 1720 del 28 settembre 2011, n. 2333 del 23 novembre 2011 e n. 28 del 20 luglio 2012 e la circolare n. 5444/2012, provvedimenti che in questa sede debbono ritenersi integralmente richiamati. Nulla sarà come prima in Sicilia dopo l'implementazione della spending review in un sistema finanziario quale quello regionale che, per decenni, ha incentrato la propria crescita esclusivamente sulla dilatazione della spesa pubblica e la formazione, per addizione e superfetazione di voci in uscita, dei documenti contabili.

Non si tratta di pensare adesso, sopratutto in una Regione nella quale comunque l'Amministrazione pubblica costituisce il preminente attore economico, ad un'amministrazione con meno soldi, ma di ripensare l'amministrazione regionale attraverso riforme sistemiche in via legislativa ed amministrativa.

4. In esecuzione della delibera della Giunta regionale n. 317/2012 e per le finalità in essa specificate si impartiscono di seguito specifiche indicazioni nei confronti delle amministrazioni in indirizzo.

a - A decorrere dalla data di pubblicazione della presente direttiva tutte amministrazioni del settore pubblico regionale e le società regionali provvedono, in sede di redazione di piani economici finanziari necessari per la indizione di appalti di beni e servizi di importo superiore ad euro 100.000,00, a dichiarare in seno all'atto che approva il bando, l'avviso o lo strumento equivalente utilizzato, che ai fini della indizione dell'appalto, sul portale CONSIP, non sono attive convenzioni per l'acquisizione di beni e servizi uguali o analoghi a quelli oggetto della procedura di gara, ovvero che anche in presenza di convenzioni non più attive i riferimenti di prezzo di condizioni in esse contenute sono superiori a quelle poste per la determinazione del prezzo e delle condizioni a base d'asta sia per singola unità di prodotto che per l'importo complessivo.

a.1 - Le Ragionerie centrali dell'Amministrazione regionale ed i collegi dei revisori o sindacali delle società ed gli altri enti del settore pubblico regionale, controllano ai fini della successiva indizione delle procedure di gara che l'atto amministrativo che approva le procedure di appalto di beni e/o servizi di cui al comma 1) contenga la dichiarazione di preventiva ricognizione presso il portale CONSIP nei termini prescritti. In assenza della predetta dichiarazione e del visto di verifica di cui al presente comma, la procedura non può essere indetta.

a.2 - Con riguardo ai contratti ed appalti di importo superiore ai euro 500.000,00 di questi gli enti dovranno dare comunicazione, all'atto della aggiudicazione definitiva, alla Ragioneria generale della Regione, la quale ne curerà la trasmissione mensile alla Giunta regionale.

b - A decorrere dall'anno 2013 e per il triennio 2013- 2015 le amministrazioni in questione assicureranno una diminuzione in termini monetari della spesa per acquisti di beni e servizi in misura non inferiore al 20 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2011. Ciò potrà avvenire anche mediante l'individuazione di responsabili unici della programmazione della spesa, nonché attraverso una più adeguata utilizzazione delle procedure espletate dalle centrali di acquisto ed una più efficiente gestione delle scorte. I risparmi conseguiti concorreranno al miglioramento dei saldi di bilancio in termini di minori trasferimenti.

c - I predetti organismi, nonché gli enti presso cui la Regione indica i propri rappresentanti, a far data dal 2013 non potranno effettuare spese di ammontare superiore al 50 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2011 per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi. Il predetto limite potrà essere derogato per il solo anno 2013, esclusivamente per effetto di contratti pluriennali già in essere.

c.1 - Coerentemente con le disposizioni legislative in materia di riduzione dei costi e contenimento della spesa pubblica, le amministrazioni di cui alla lettera b.1 si attiveranno, in sede di rinnovo dei contratti collettivi di lavoro, al fine di raggiungere l'obiettivo di ridurre ogni forma di salario accessorio e/o benefit per tutto il personale dirigenziale e di comparto.

d - Le società a totale o maggioritaria partecipazione regionale adottano tempestivamente, a compendio di quanto già prescritto con i richiamati decreti assessoriali n. 1720 del 28 settembre 2011, n. 2333 del 23 novembre 2011 e n. 28 del 20 luglio 2012 e la circolare n. 5444/2012, ogni utile iniziativa affinchè:

1. in ottemperanza a quanto disposto dall'art. 4 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, siano utilizzate le carte elettroniche istituzionali, per favorire ulteriore efficienza nei pagamenti e nei rimborsi a cittadini e utenti;

2. nel caso di incorporazione o fusione di società, sia realizzato un unico sistema informatico per tutte le attività anche delle società soppresse, in termini di infrastruttura hardware ed applicativi funzionali, sotto la responsabilità organizzativa e funzionale di un'unica struttura;

3. siano immediatamente razionalizzate e ridotte le comunicazioni cartacee verso gli utenti legate all'espletamento dell'attività istituzionale, con conseguente riduzione, entro l'anno 2013, delle relative spese per un importo pari almeno al 50 per cento delle spese sostenute nel 2011, in ragione delle nuove modalità operative connesse allo sviluppo della telematizzazione della domanda e del progressivo aumento dell'erogazione di servizi on line;

4. siano ridotte le spese di telefonia mobile e fissa attraverso una razionalizzazione dei contratti in essere ed una diminuzione del numero degli apparati telefonici, assicurando esclusivamente un'unica utenza di servizio di telefonia mobile; si richiamano a tal proposito le disposizioni di cui all'art. 1, comma 3, del proprio decreto n. 28/Gab del 20 luglio 2012; le predette disposizioni, relative alla razionalizzazione delle utenze telefoniche, sono da attuarsi anche in ordine alle utenze elettriche;

5. siano razionalizzati i canali di collaborazione istituzionale, in modo tale che lo scambio dati avvenga esclusivamente a titolo gratuito e non oneroso;

6. sia razionalizzato il proprio patrimonio immobiliare strumentale, mediante l'attivazione immediata di iniziative di ottimizzazione degli spazi che prevedano l'accorpamento del personale in forza nei vari uffici territoriali ubicati nel medesimo comune e la riduzione degli uffici stessi, in relazione ai criteri della domanda potenziale, della prossimità all'utenza e delle innovate modalità operative connesse all'aumento dell'informatizzazione dei servizi; si richiamano in merito le disposizioni di cui all'art. 1, comma 5, del D.A. n. 28/Gab del 20 luglio 2012;

7. si proceda progressivamente alla dematerializzazione degli atti, riducendo la produzione e conservazione dei documenti cartacei, al fine di generare risparmi connessi alla gestione della carta, pari almeno al 30 per cento dei costi di conservazione sostenuti nel 2011.

Gli organi di amministrazione comunque denominati degli enti, organismi e società destinatarie della presente direttiva dovranno deliberare, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione nel sito dell'Assessorato della presente direttiva, gli adempimenti operativi in carico alle stesse, le relative delibere dovranno essere trasmesse con la massima urgenza al dipartimento della Ragioneria generale. La violazione delle prescrizioni della delibera della Giunta regionale n. 317 del 4 settembre 2012 e/o la mancata adozione degli atti applicativi determina presupposto per l'azione di responsabilità.

La presente direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana ed inserita nel sito ufficiale della Regione - Assessorato regionale dell'economia.

L'Assessore: ARMAO