IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA

VISTO lo Statuto della Regione Siciliana;

VISTA la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale n. 833 del 23 dicembre 1978;

VISTO il D.L.vo 502/92, come modificato dal D.L.vo 517/93, ed ulteriormente modificato ed integrato dal D.L.vo 229/99;

VISTO l'Accordo Collettivo Nazionale dei Medici di Medicina Generale del 23/03/05 e s.m.i.;

VISTO l'art. 34 dell'A.C.N. 28/04/22, che definisce le procedure per l'assegnazione degli ambiti carenti di assistenza primaria ad attività oraria e di quelli che si renderanno disponibili nel corso dell'anno, individuati dalle Aziende sulla base dei criteri di cui all'art. 32;

CONSIDERATO che l'organizzazione dell'assistenza primaria ad attività oraria è articolata secondo gli ambiti territoriali di scelta e pertanto il trasferimento di cui all'art. 34 comma 5 lett. a) A.C.N di Medicina Generale deve avvenire tra ambiti diversi della stessa o di altre Aziende;

VISTO il D.D.G. n. 2032 del 12/11/2019 (G.U.R.S. n. 53 del 29/11/2019) e s.m.i., con il quale è stata approvata la Graduatoria Regionale definitiva di Medicina Generale valida per l'anno 2020, ed in particolare la graduatoria relativa al settore di Assistenza Primaria;

VISTO il D.D.G. n. 303/2020 del 10 aprile 2020 e s.m.i., pubblicato sulla G.U.R.S. n. 24 del 24 aprile 2020, con il quale sono stati individuati gli ambiti carenti di Assistenza Primaria, relativi all'anno 2020 dalle AA.SS.PP. della Regione e sono stati indicati termini e modalità di presentazione delle domande, nonché i criteri di assegnazione degli stessi;

VISTO il D.D.G. n. 632/2020 del 14 luglio 2020 di approvazione delle graduatorie definitive degli ambiti carenti di assistenza primaria 2020 e gli atti ivi richiamati, alleg. B e C successivamente rettificato con DDG 710/2020 contenente la graduatoria definitiva nella parte in cui non aveva attinto "i soggetti controinteressati avendo dapprima escluso parte ricorrente";

VISTO il ricorso promosso al TAR di Palermo dal dott. Sangiorgio Antonino per l'annullamento, previa sospensiva, dell'art. 2 lett. b) del sopracitato D.D.G. n. 632/2020 nella parte in cui prevede che possono concorrere alla procedura di trasferimento degli ambiti di Assistenza Primaria relativi all'anno 2020 i medici che risultano iscritti, "rispettivamente da almeno due anni e da almeno quattro anni nell'elenco di provenienza", nonché della graduatoria approvata con D.D.G. n. 1451/19 nella parte in cui non comprende il ricorrente, inserito invece negli esclusi;

VISTA la sentenza n. 1756 del 2020 pubblicata il 28/05/2021, con la quale il TAR per la Sicilia, pronunciandosi sul ricorso sopracitato, ha annullato gli atti impugnati ed ha disposto la reintegrazione del ricorrente all'interno della graduatoria definitiva dei medici aspiranti al trasferimento di cui all'allegato B) del DDG 632/2020, con l'attribuzione del punteggio a lui spettante;

VISTO il D.D.G. n. 650/2021 del 07 luglio 2021, con il quale, in ottemperanza alla sentenza del TAR di Palermo, fermo restando quant'altro previsto dal DDG 632/2020 del 14/07/2020 di approvazione della graduatoria definitiva dei medici aspiranti al conferimento degli incarichi di assistenza primaria relativi all'anno 2020, il dott. Sangiorgio Antonino viene inserito nella graduatoria dei trasferimenti, allegato B (trasferimenti) nella posizione n. 15;

CONSIDERATO che, per l'effetto, è stato attribuito al Dott. Sangiorgio Antonino l'incarico di assistenza primaria per trasferimento - carenze 2020, in ottemperanza a quanto disposto dal TAR Sicilia con sentenza n. 1756/2020 presso l'Asp di Messina nell'ambito territoriale di Patti, Oliveri, Montagna Reale;

VISTO il ricorso in appello notificato il 06/09/2021 con il quale la Presidenza della Regione e l'Assessorato regionale della Salute hanno impugnato la predetta sentenza del TAR n. 1756/2020 per le motivazioni ivi meglio esplicitate;

VISTA la sentenza n. 1162 del 14/11/2022, con la quale il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) ha ritenuto l'appello fondato e, per l'effetto, in riforma della sentenza impugnata di primo grado, ha respinto il ricorso di primo grado ed i motivi aggiunti, ordinando che il medesimo decisum venga eseguito dall'Autorità amministrativa;

Per quanto sopra esposto

Decreta: