
ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
DECRETO 7 settembre 2015
G.U.R.S. 27 novembre 2015, n. 49
Approvazione del piano di interventi non strutturali previsto dal PAC nuove azioni-azione 5B6, in attuazione della direttiva n. 2007/60 secondo il programma di attività di studio e ricerca e di aggiornamento delle mappe di pericolosità e di rischio. (1)
Per le modifiche al presente si rimanda al D.A. Territorio ed Ambiente 12 aprile 2017.
L'ASSESSORE PER IL TERRITORIO E L'AMBIENTE
Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge regionale 29 dicembre 1962, n. 28 e successive modifiche e integrazioni;
Vista la legge 18 maggio 1989, n. 183;
Vista la legge regionale 15 maggio 2000, n. 10 e successive modifiche e integrazioni;
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge 27 febbraio 2009, n. 13;
Visto il decreto legislativo 23 febbraio 2010, n. 49 e successive modifiche ed integrazioni "Attuazione della direttiva n. 2007/60 relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni";
Visto il decreto legislativo 10 dicembre 2010, n. 219 e successive modifiche ed integrazioni;
Visto il decreto del Presidente della Regione Siciliana 18 gennaio 2013, n. 6;
Viste le delibere della Giunta regionale n. 286/2013, n. 361/2013 e n. 151/2014;
Considerato che l'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, Dipartimento dell'ambiente, ai sensi del D.P.Reg. n. 6/2013, è competente per gli adempimenti di competenza dell'autorità di bacino di cui all'art. 63 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 in materia di difesa del suolo e agli adempimenti connessi alla direttiva n. 2007/60 tra cui la predisposizione delle mappe di pericolosità e di rischio e la predisposizione del Piano di gestione del rischio alluvioni;
Considerato che, ai sensi dell'art. 53 del decreto legislativo n. 152/2006, le amministrazioni pubbliche svolgono ogni opportuna azione di carattere conoscitivo, di programmazione e pianificazione degli interventi, per le finalità di difesa del suolo il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio;
Considerato che l'art. 55, comma 1, stabilisce che "Nell'attività conoscitiva, svolta per le finalità di cui all'articolo 53 e riferita all'intero territorio nazionale, si intendono comprese le azioni di:
a) raccolta, elaborazione, archiviazione e diffusione dei dati;
b) accertamento, sperimentazione, ricerca e studio degli elementi dell'ambiente fisico e delle condizioni generali di rischio;
c) formazione ed aggiornamento delle carte tematiche del territorio;
d) valutazione e studio degli effetti conseguenti alla esecuzione dei piani, dei programmi e dei progetti di opere previsti dalla presente sezione;
e) attuazione di ogni iniziativa a carattere conoscitivo ritenuta necessaria per il conseguimento delle finalità di cui all'articolo 53."
L'attività conoscitiva, in base al comma 2 dell'art. 55, può essere svolta anche mediante lo sviluppo di collaborazioni tra soggetti pubblici comunque operanti nel settore.
Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 349 del 14 ottobre 2013, con la quale, in attuazione della direttiva 2007/60, è stato apprezzato lo studio di individuazione delle mappe di pericolosità e di rischio;
Considerato nello studio apprezzato con la delibera n. 349/2013 è stato previsto in attuazione della direttiva n. 2007/60 di definire e attuare un apposito programma di studi idrologici idraulici e di studi e ricerche finalizzato all'aggiornamento delle mappe di pericolosità e di rischio;
Visto il Piano di azione e coesione III fase "Misure anticicliche e nuove azioni" e in particolare l'azione 5B6 "interventi di mitigazione del rischio idrogeologico" così come definita con la deliberazione della Giunta regionale n. 361/2013;
Considerato che l'azione 5B6 sopra citata prevede anche l'attuazione di un piano di interventi non strutturali (studi, indagini e reti di monitoraggio) in attuazione della direttiva n. 2007/60 denominata "direttiva alluvioni"; in particolare è previsto di procedere, in coerenza con la delibera n. 349/2013, con una prima fase di studi così come individuati nella predetta delibera n. 349/2013. Il PAC così come approvato con la predetta delibera n. 361/2013 ha destinato per l'attuazione di tale piano di interventi non strutturali 3 milioni di euro individuando come soggetto beneficiario il Dipartimento regionale dell'ambiente e prevedendo che lo stesso per l'attuazione degli interventi possa avvalersi anche di accordi di collaborazione con le amministrazioni pubbliche ed enti pubblici di ricerca;
Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 151 del 20 giugno 2014, con la quale sono state confermate le previsioni della delibera n. 361/2013, ivi inclusa la dotazione finanziaria di 3 milioni di euro, relativamente al piano d'interventi non strutturali (studi, indagini e reti di monitoraggio) sopra citato e individuato nella scheda dell'azione 5B6 come azione 3;
Vista la nota prot. n. 34998 del 25 luglio 2014, con la quale questo Assessorato, in attuazione degli adempimenti discendenti dalla direttiva n. 2007/60, dalla deliberazione della Giunta regionale n. 349/2013, e del PAC di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 361/2013 ha trasmesso alla Giunta regionale le "linee d'indirizzo strategico per l'elaborazione del Piano di gestione del rischio alluvioni e il "programma di attività di studio e ricerca e di aggiornamento delle mappe di pericolosità e di rischio" al fine di utilizzare le risorse a tal scopo destinate dal PAC nell'azione 5B6;
Vista la delibera della Giunta regionale n. 231 del 6 agosto 2014, con la quale sono state apprezzate in conformità alla proposta contenuta nella sopra citata nota 34998 del 25 luglio 2014, le linee d'indirizzo strategico per l'elaborazione del Piano di gestione del rischio alluvioni per il distretto idrografico della Sicilia, e il "programma di attività di studio e ricerca e di aggiornamento delle mappe di pericolosità e di rischio";
Vista la legge regionale n. 10/2015 di approvazione del "Bilancio di previsione della Regione Siciliana per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017";
Visto il decreto presidenziale 4/segreteria di Giunta del 24 aprile 2015 di emanazione della deliberazione della Giunta regionale n. 100 del 20 aprile 2015, relativa alla "Riprogrammazione delle linee d'intervento del Piano di azione e coesione (PAC) III fase misure anticicliche e nuove azioni regionali approvazione";
Considerato che con la predetta delibera 100 è stata integralmente riconfermata l'azione B6 e le risorse finanziarie ad essa attribuite;
Ritenuto, pertanto, di dover procedere all'approvazione del piano di interventi non strutturali (studi, indagini e reti di monitoraggio) previsto nel PAC nuove azioni - azione 5B6 in attuazione della direttiva n. 2007/60 secondo il "programma di attività di studio e ricerca e di aggiornamento delle mappe di pericolosità e di rischio" apprezzato con la delibera di Giunta regionale n. 231/2014;
Decreta:
E' approvato il piano di interventi non strutturali (studi, indagini e reti di monitoraggio) previsto dal PAC nuove azioni - azione 5B6 azione A3 in attuazione della direttiva n. 2007/60 secondo il programma delle attività di studio e ricerca e di aggiornamento delle mappe di pericolosità e di rischio apprezzato con la delibera di Giunta regionale n. 231 del 6 agosto 2014. Il programma è allegato al presente decreto per farne parte integrale e sostanziale.
Dare atto che le risorse assegnate dal PAC nell'ambito dell'azione 5B6 per l'attuazione del Piano d'interventi non strutturali (studi, indagini e reti di monitoraggio) ammontano a 3 milioni di euro.
Il Dipartimento regionale dell'ambiente provvederà all'attuazione del piano nel rispetto delle risorse assegnate di cui all'articolo precedente, secondo le modalità definite dal PAC nell'azione 5B6 e nel programma allegato.
Il presente provvedimento è soggetto al controllo preventivo della Corte dei conti e avrà efficacia soltanto ad avvenuta registrazione da parte della Corte dei conti.
Il presente provvedimento, ad avvenuta registrazione da parte della Corte dei conti, sarà pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana e nel sito internet della Regione Siciliana in ossequio all'art. 68 della legge regionale n. 21/2014.
Palermo, 7 settembre 2015.
CROCE
N.B. - Il presente provvedimento non rientra tra le tipologie di atti soggetti al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti.
Allegati
PROGRAMMA DI ATTIVITA' DI STUDIO E RICERCA E DI AGGIORNAMENTO DELLE MAPPE DI PERICOLOSITA' E DI RISCHIO
1. Premessa
L'applicazione della direttiva n. 2007/60, concernente la valutazione e gestione del rischio alluvioni, richiede un adeguato quadroconoscitivo relativo alla valutazione del rischio che insiste sul territorio, con particolare attenzione alla valutazione della vulnerabilità.
La perimetrazione e la classificazione delle aree di pericolosità e di rischio, operata in occasione della elaborazione del PAI e dei successivi aggiornamenti e condotta sulla base degli studi, dei metodi e delle indagini nell'ambito dei PAI, richiede un aggiornamento e un adattamento degli stessi al fine di renderli rispondenti a quanto richiesto dalla direttiva, in particolare con riferimento agli obiettivi della pianificazione e agli effetti dei cambiamenti climatici.
Con delibera n. 349 del 14 ottobre 2013, la Giunta regionale ha adottato le mappe di pericolosità e di rischio previste dalla direttiva n. 2007/60.
Al momento atteso che i tempi di ritorno stabiliti per la stesura dei Piani per l'assetto idrogeologico (PAI) risultano coerenti con quelli stabiliti dalla normativa di recepimento della direttiva sono state individuate quelle aree di pericolosità e quindi di rischio definite in base alla metodologia basate sullo studio idrologico idraulico effettuato in sede di elaborazione dei PAI e per le quali sono disponibili i livelli d'informazione richiesti dalla normativa.
Per tutte le altre aree individuate nei PAI e delimitate sulla base dell'approccio metodologico previsto nelle linee guida per la redazione del Piano per l'assetto idrogeologico della Regione Siciliana contenute nella circolare n. 1 del 2003, per le quali non sono al momento disponibili i dati richiesti dalla direttiva (siti d'attenzione o aree a rischio), è stato stabilito di procedere con gli studi di aggiornamento e approfondimento per completare le valutazioni necessarie e/o per produrre i livelli informativi stabiliti dalla normativa. Al pari delle altre aree per le quali non è definito un livello di pericolosità verrà definito un programma di studi di approfondimento necessario per la individuazione della pericolosità e rischio in conformità a quanto previsto dalla direttiva.
Così come previsto nel documento approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 349/2013 gli studi idrologici e idraulici da elaborare per l'aggiornamento del quadro delle aree di pericolosità vanno supportati sulla base di una preliminare attività di studio e di ricerca nelle seguenti aree principali di approfondimento propedeutiche per l'elaborazione degli studi:
- aggiornamento dell'idrologia e delle curva di possibilità pluviometrica;
- valutazione degli effetti dei cambiamenti climatici;
- colate detritiche e valutazione del trasporto solido;
- analisi di affidabilità degli studi idrologici e idraulici (uncertanty analysis)
- problematiche connesse alla calibrazione modellistica e alle previsioni in bacini non strumentati;
- valutazione degli effetti dei cambiamenti di uso del suolo;
- definizione delle fasce fluviali;
- valutazione dei fenomeni di allagamento in ambiente urbano;
- valutazione dei fenomeni di allagamento nelle aree costiere;
- metodologie, strumenti e modelli per valutazioni di vulnerabilità di danno e di rischio, ivi incluso la valutazione del rischio residuale.
Nel presente documento è definito il programma delle attività di studio e ricerca nonché il primo programma relativo alle aree su cui condurre le attività per l'aggiornamento delle aree di pericolosità e di rischio.
2. Il programma delle attività di studio e ricerca
2.1 Gli obiettivi generali
L'obiettivo strategico dell'attività è quello individuato nel piano di azione e coesione che, al fine di rendere pienamente attuabile la direttiva "Alluvioni" n. 2007/60/CE, prevede di mitigare gli effetti delle inondazioni mediante un piano di interventi non strutturali articolato in studi, indagini e predisposizione di reti di monitoraggio.
Con riferimento alle attività di studio e ricerca gli obiettivi che si intendono perseguire mirano ad integrare gli strumenti e gli studi elaborati nell'ambito delle attività condotte per la realizzazione del PAI e più in generale a fornire un supporto all'attuazione del PGRA.
Le attività perseguono i seguenti obiettivi:
A. Supportare la definizione e l'implementazione del sistema regionale di valutazione e gestione del rischio alluvioni.
Dall'analisi dell'attuale distribuzione delle competenze in capo ai vari rami dell'Amministrazione regionale emerge che numerosi soggetti della pubblica amministrazione regionale e locale intervengono in diversi momenti nelle fasi dell'articolato processo di valutazione, gestione e attuazione delle politiche di pianificazione territoriale in tema di difesa del suolo. Al fine di rendere più incisivi questi processi occorre quindi pervenire ad una gestione integrata e unitaria basata sul coordinamento e sulla valorizzazione dei ruoli delle varie amministrazioni affinché si favorisca un approccio multidisciplinare e multiattoariale in un'ottica di rete basato sul principio di sussidiarietà.
Sotto il profilo tecnico si dovrà tendere a integrare le varie attività in maniera coerente per supportare le scelte di pianificazione di lungo termine con quelle di gestione dell'evento identificando e quantificando l'influenza dell'incertezza nei processi di valutazione e pianificazione.
Andrà anche definito un modello organizzativo sostenibile in funzione dell'entità delle attività che vedono come soggetti principali le amministrazioni pubbliche non escludendo l'ipotesi di dover ricorrere all'esternalizzazione di alcuni servizi e attività. A tal fine e anche in relazione agli ambiti progettuali e di studio le attività forniranno le guide metodologiche di riferimento e gli strumenti per l'attività progettuale e di pianificazione alle strutture tecniche della rete che presidieranno i processi tecnici relativi ai diversi livelli istituzionali d'intervento, con diversi livelli di approfondimento e con determinati livelli di affidabilità.
B. Definizione e implementazione di un Sistema di supporto alle decisioni SSD_PGRA
La pianificazione degli interventi richiede la definizione e l'implementazione di un sistema di supporto alle decisioni. Occorre infatti considerare che la complessità delle interazioni tra ambiente naturale e antropico, anche alla luce della esigua disponibilità delle risorse finanziarie, impone una pianificazione che, tenendo in conto le azioni di adattamento, tenda ad un sistema bilanciato di interventi strutturali e di azioni non strutturali basato su alcuni criteri tra i quali:
- definizione del concetto di rischio residuale;
- stima della robustezza delle scelte di pianificazione;
- flessibilità;
- individuazione e valutazione dell'incertezza associata alla applicazione di metodi, dati e modelli influenza dell'effetto dei cambiamenti climatici;
- sostenibilità ambientale.
2.2 Gli obiettivi tecnico scientifici
L'intrinseca fragilità del territorio caratterizzato da ripetuti eventi catastrofici imputabili al dissesto idrogeologico, l'elevato numero di aree in dissesto e la complessità connessa alla modellazione dei fenomeni in esame impongono l'utilizzo di strumenti e metodologie aggiornate ed in grado di rappresentarne con sufficiente accuratezza l'entità e la severità. Nell'ambito della redazione del PGRA l'acquisizione di tali modelli è resa imprescindibile dalla necessità di integrare gli scenari di pericolosità con quelli connessi agli effetti del cambiamento climatico. Essi sono finalizzati a completare il quadro conoscitivo e valutativo, ad aggiornare le attuali valutazioni di pericolosità e di rischio necessarie per avviare l'aggiornamento della valutazione preliminare e della revisione delle mappe di pericolosità e di rischio in vista delle prossime scadenze imposte dalla direttiva.
Occorre anche in questo caso definire livelli di approfondimento degli studi individuando le procedure più appropriate con definito livello di affidabilità. In questo contesto si segnalano alcuni spunti esemplificativi:
- migliorare la conoscenza dei principali processi idrologici ed idraulici e delle interazioni con il sistema antropizzato (vulnerabilità);
- valutazione della loro incertezza e dell'affidabilità dei modelli di simulazione dei processi fisici in studio;
- sviluppo di modelli e metodologie adeguati ai vari livelli d'intervento (pianificazione, progettazione, gestione dell'evento, valutazione della performance delle strutture esistenti);
- analisi della vulnerabilità e sensibilità dei beni esposti in relazione ai vari fenomeni;
- studio dei fenomeni di flash flood (piene repentine) e debris flow (colate detritiche) che interessano i piccoli bacini quasi sempre non strumentati. Per questi si ritiene si debba concentrare l'attenzione in considerazione della pericolosità connessa alle piene che li interessano ed alla difficoltà derivante dall'applicazione di modelli che risulta difficoltoso calibrare. Le attività saranno condotte in modo da definire l'approccio modellistico più adatto in relazione alle varie condizioni di applicabilità e alle peculiari caratteristiche territoriali regionali;
- il ricorso ai modelli matematici per la simulazione dell'onda di piena risulta essenziale in diverse fasi delle attività di pianificazione e gestione del rischio a partire dalla definizione delle mappe di pericolosità.
Sono disponibili diversi modelli per i quali occorre definire in relazione alle varie situazioni topografiche e di urbanizzazione e in relazione alle finalità (pianificazione gestione o progettazione) quali modelli vadano utilizzati, quali dati di input sono necessari con quale accuratezza devono essere raccolti; ciò al fine di pervenire ad una classificazione che consenta di associare il miglior modello al caso di studio.
Ultimo aspetto che si ritiene debba essere oggetto di un programma di approfondimento risulta quello relativo agli effetti dei cambiamenti climatici La direttiva pone particolare enfasi sull'integrazione nel processo di valutazione e pianificazione del tema dei cambiamenti climatici e delle strategie di adattamento. A tal proposito si rinvia allo specifico documento guida n. 24 della Commissione europea, "River basin managment in a changing climate" nel quale sono illustrati i principi della strategia comunitaria in tema di gestione dei bacini idrografici in considerazione degli effetti conseguenti sotto il cambiamento climatico.
2.3 I progetti di studio e ricerca
Sulla scorta degli obiettivi esplicitati sono stati definiti i temi raggruppati nei progetti di ricerca relativi ai seguenti argomenti:
- l'impatto dei cambiamenti climatici e l'aggiornamento dell'idrologia di piena da svolgere in collaborazione con l'Università degli studi di Palermo;
- valutazione di pericolosità e di rischio in ambiente urbano con il supporto di strumenti modellistici in collaborazione con l'Università di Enna;
- analisi di efficienza e di affidabilità di opere di difesa, conseguente modellistica di allagamento, valutazione dell'efficacia delle misure di gestione naturalistica e valutazione del rischio residuale in collaborazione con l'Università di Catania;
- valutazione della pericolosità e rischio da colate detritiche e correnti iperconcentrate modellazione dei fenomeni idraulici in piccoli di bacini fortemente antropizzati in collaborazione con l'Università di Messina;
- tecniche di telerilevamento per la valutazione dei cambiamenti di uso del suolo e per l'analisi delle fasce fluviali in collaborazione con le Università di Palermo e di Catania;
- valutazione delle aree di possibile innesco di colate detritiche e influenza sul reticolo idrografico in collaborazione con l'ENEA.
L'individuazione delle Università per ciascuno dei progetti sopra indicati è stata operata in relazione agli incontri effettuati con l'Osservatorio delle acque della Regione Siciliana e con il tavolo tecnico scientifico istituito presso il predetto ufficio con decreto del dirigente generale del Dipartimento regionale delle acque e dei rifiuti n. 975 dell'8 giugno 2012. Al tavolo partecipano infatti i Dipartimenti universitari competenti per materia delle Università siciliane e partecipa anche il Dipartimento regionale dell'ambiente. La scelta dell'ENEA è stata effettuata in base all'esperienza già maturata dal predetto ente statale nel territorio del comune di Messina su problemi analoghi.
I progetti di studio e ricerca saranno svolti previa stipula di accordi di collaborazione di cui alla legge n. 241/90 con i predetti enti pubblici a valere sui fondi del Piano di azione e coesione allo scopo destinati.
Nel Piano verranno individuati ulteriori progetti di studio e ricerca da attuare anche con altri enti pubblici di ricerca (ISPRA, CNR).
Modalità di svolgimento delle attività
I temi di studio e ricerca sopra citati vanno quindi declinati e sviluppati secondo gli obiettivi generali prima esposti.
Lo sviluppo delle attività è organizzato secondo un processo ciclico che prevede per ciascuna delle varie fasi la implementazione di verifiche di rispondenza ai risultati attesi articolate secondo il seguente schema:
- avvio delle attività su aree pilota rappresentative e prima definizione del Sistema di supporto alle decisioni (DSS);
- valutazione dei risultati e prima definizione delle metodologie e strumenti modellistici;
- implementazione ai fini della validazione controllo e valutazione;
- elaborazione finale delle metodologie, degli strumenti modellistici e delle linee guida tecniche;
- definizione degli ulteriori approfondimenti e attività di ricerca.
Per l'individuazione delle aree pilota si farà riferimento alle aree individuate nel successivo paragrafo 3.
Le attività verranno altresì integrate con l'effettuazione del training all'utilizzo di un primo gruppo di tecnici della pubblica amministrazione.
3. Il programma delle attività di aggiornamento
Le attività conoscitive e di definizione delle mappe di pericolosità e di rischio verranno sviluppate secondo due direttrici:
a) valutazione della pericolosità e di rischio nelle aree classificate come siti d'attenzione e/o inserite nell'elenco già adottato con la delibera n. 349/2013;
b) aggiornamento delle aree già classificate come di pericolosità e di rischio.
In relazione alle linee di elaborazione del piano alle misure e agli strumenti attuativi le attività verranno svolte in modo da fornire la base conoscitiva all'attivazione a livello sperimentale degli strumenti di programmazione negoziata e di pianificazione urbanistica sostenibile.
Inoltre gli studi costituiranno le aree pilota su cui attivare i progetti di ricerca effettuando la prima applicazione delle metodologie e strumenti che verranno definiti nell'ambito dei predetti progetti di ricerca.
Per quanto riguarda l'aggiornamento siti d'attenzione occorre evidenziare che il numero di aree da studiare ammonta a circa un migliaio. Va considerato che i tempi medi necessari per l'effettuazione degli studi sono stimabili in circa due mesi uomo. E', pertanto, evidente che per dare una risposta adeguata è necessaria una mobilitazione complessiva della pubblica amministrazione a vari livelli. A questa esigenza risponde l'obiettivo di sistema che si intende perseguire con il piano e che è finalizzato a costituire la rete dei soggetti pubblici competenti per una gestione coordinata, integrata e unitaria delle attività comprese quelle conoscitive che potranno essere sviluppate con livelli di approfondimento adeguati.
La rete dei soggetti secondo una pianificazione complessiva, procederà all'effettuazione degli studi necessari secondo criteri di ripartizione legati alla complessità alla rilevanza all'urgenza nei confronti della tutela della vita umana e al principio di sussidiarietà.
L'omogeneità dei risultati verrà garantita dalle metodologie sviluppate nell'ambito dei progetti di ricerca producendo al riguardo i manuali e le procedure necessarie che verranno emanati e diffusi da quest'amministrazione in apposite direttive tecniche provvedendo alla programmazione di concerto con gli enti interessati emanando altresì le necessarie norme di regolamentazione.
A tal proposito in conformità alle indicazioni della delibera n. 349/2013 si è proceduto alla programmazione delle attività individuando le aree su cui prioritariamente avviare gli studi per la definizione delle mappe di pericolosità. La programmazione è stata sviluppata con riferimento al criterio ritenuto come prioritario relativo alla popolazione interessata. È stato al riguardo valutata la popolazione presente nelle aree di pericolosità in base ai dati del censimento ISTAT 2011. È stato così definito un primo elenco di comuni, di seguito riportato, in cui sono presenti aree che interessano centri abitati e nelle quali la popolazione residente è superiore a 200 abitanti.
Per l'effettuazione di tali studi si avvieranno le preliminari concertazioni con i comuni interessati anche al fine di pervenire alla stipula di accordi di collaborazione per la definizione delle attività da effettuare, utilizzando i fondi del Piano di azione e coesione allo scopo destinati. La realizzazione dei predetti studi verrà effettuata nell'arco temporale definito dal Piano di azione e coesione per l'utilizzo dei fondi e in modo da rispettare le scadenze fissate per aggiornamento delle mappe di pericolosità dalla direttiva n. 2007/60 e dal decreto legislativo n. 49/2010 (settembre 2009).
L'elenco delle aree cui avviare prioritariamente gli studi verrà completato sulla base delle indicazioni che deriveranno dal Piano di gestione.
Per ciascuna delle aree ove effettuare gli studi di aggiornamento, o di integrazione si definirà il livello di approfondimento più adeguato in relazione ai seguenti tre livelli:
- livello base: analisi idrologico-idrauliche di tipo speditivo e analisi geomorfologiche basate su conoscenze aggiornate;
- livello intermedio: analisi idrologico-idrauliche e analisi geomorfologiche basate su conoscenze aggiornate e con medio grado di attendibilità (utilizzo di modelli monodimensionali);
- livello avanzato: analisi idrologico-idrauliche di tipo avanzato basate (utilizzanti modelli bidimensionali) su conoscenze aggiornate e con alto grado di attendibilità.
Gli studi verranno sviluppati anche al fine di tenere in conto gli effetti dei cambiamenti climatici e fenomeni connessi alle colate detritiche.
Elenco dei comuni prioritari