
ASSESSORATO DELLA SALUTE
DECRETO 11 novembre 2014
G.U.R.S. 28 novembre 2014, n. 50
Organizzazione della Rete oncologica siciliana Re.O.S..
L'ASSESSORE PER LA SALUTE
Visto lo Statuto della Regione;
Visto il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modifiche ed integrazioni sul riordino della disciplina in materia sanitaria;
Visto il D.P.R. 14 gennaio 1997, "Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private";
Visto il D.A. 17 giugno 2002, n. 890 e successive modificazioni, recante direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione Siciliana;
Vista la legge 16 novembre 2001, n. 405, che stabiliva i nuovi parametri per il dimensionamento della rete ospedaliera dal 5,5 al 5 per mille per abitanti (di cui l'1 per mille destinato alla riabilitazione e alla lungodegenza);
Vista la delibera di Giunta regionale n. 135 del 7 maggio 2003, con la quale la Regione Siciliana ha definito il riassetto delle rete ospedaliera dei posti letto sia pubblici che privati, ridefinendo "in minus" il numero dei posti letto per acuti e contestualmente programmando, anche per singolo bacino provinciale, la dotazione dei posti letto di lungodegenza e riabilitazione;
Vista l'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 che, all'art. 4, comma 1, fissa inoltre il nuovo standard di posti letto - sia pubblici che privati - della rete ospedaliera, ricomprendendo nel parametro del 4,5 per mille abitanti sia la dotazione dei posti letto per acuti che quelli per post-acuti;
Visto l'Accordo attuativo del Piano previsto dall'art. 1, comma 180, della L. 30 dicembre 2004, n. 311 ed il "Piano di rientro, di riorganizzazione, di riqualificazione, di individuazione degli interventi per il perseguimento dell'equilibrio economico del servizio sanitario regionale" sottoscritto dal Ministro della salute, dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal Presidente della Regione in data 31 luglio 2007 successivamente approvato dalla Giunta regionale della Regione Siciliana con delibera n. 312 dell'1 agosto 2007, reso esecutivo con il D.A. 6 agosto 2007 n. 1657 che prevede, come obiettivo prioritario, la rifunzionalizzazione della rete ospedaliera;
Visto l'art. 1, comma 796, lett. b, della L. 27 dicembre 2006, n. 296, a tenore del quale gli interventi individuati dal Piano "sono vincolanti per la Regione che ha sottoscritto l'accordo e le determinazioni in esso previste possono comportare variazione di provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima Regione in materia di programmazione sanitaria";
Visto l'art. 6 dell'Accordo sopra richiamato secondo il quale "gli Interventi individuati dal Piano allegato al presente accordo sono vincolanti, ai sensi dell'art. 1, comma 796, lett. b, della L. 27 dicembre 2006, n. 296, per la Regione siciliana e le determinazioni in esso previste comportano effetti di variazione dei provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima Regione in materia di programmazione sanitaria";
Visto il D.A. n. 3473 del 24 dicembre 2008, recante "Indirizzi e criteri per l'applicazione del Piano di rientro di cui all'art. 1, comma 180, L. 30 dicembre 2004, n. 111 [N.d.R. recte: L. 30 dicembre 2004, n. 311], stipulato dalla Regione Siciliana in data 31 luglio 2007 e approvato dalla Giunta regionale l'1 agosto 2007" che ha disposto la revisione della rete ospedaliera per acuti con la diminuzione di posti letto effettivamente attivati (pubblici e privati) e la contestuale riorganizzazione dei servizi territoriali, da attuarsi con apposito provvedimento finalizzato all'individuazione della risposta riabilitativa e della lungodegenza;
Vista la legge regionale n. 5 del 14 aprile 2009, recante il titolo "Norme per il riordino del Servizio sanitario regionale" che prevede, agli artt. 8 e 33, a partire dall'1 settembre, la cessazione delle esistenti aziende sanitarie e la costituzione delle nuove aziende del servizio sanitario regionale nel numero di nove ASP due ARNAS, tre Aziende policlinico universitarie e tre Aziende ospedaliere, nonché delle IRCCS Bonino Pulejo di Messina e Oasi di Troina;
Visto il comma 4, lettere c, d, e, dell'art. 2 della legge regionale n. 5/2009 che prevede una equilibrata distribuzione territoriale (...) anche attraverso l'accorpamento e/o eliminazione di strutture organizzative risultanti superflue (...) il superamento della frammentazione (...) la rifunzionalizzazione di presidi ospedalieri sottoutilizzati o a bassa complessità con razionali modelli organizzativi più rispondenti agli accertati bisogni di salute e il potenziamento dei servizi sanitari territoriali;
Visto il D.A. 12 giugno 2009, n. 1129, con il quale sono stati definiti i parametri di valutazione per le case di cura accreditate, i criteri per il miglioramento dell'appropriatezza dei ricoveri e individuati i posti letto da riconvertire in riabilitazione e lungodegenza per le case di cura private;
Visto il D.A. 15 giugno 2009, n. 1150, recante "Indirizzi e criteri per il riordino, la rifunzionalizzazione e la riconversione della rete ospedaliera e territoriale regionale", con il quale sono stati approvati i criteri per il miglioramento dell'appropriatezza dei ricoveri di cui all'allegato 1 e le regole per il governo del sistema ospedaliero regionale e relative attività di controllo di cui all'allegato 2 dello stesso decreto;
Visti i decreti del 25 maggio 2010, con i quali sono stati adottati i Piani di riordino della rete ospedaliera, per ciascuna Azienda sanitaria in conformità alle disposizioni normative soprarichiamate, che costituiranno anche la base dell'adozione del nuovo piano di riassetto della rete ospedaliera e territoriale e degli atti aziendali e dotazioni organiche, con il conseguente progressivo allineamento agli standard nazionali, frattanto intervenuti, sia a livello regionale che tendenziale per bacino e singola provincia;
Visto il D.A. 11 maggio 2009, n. 875 e s.m.i. "Indirizzi per l'attuazione del day service nelle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate e definizione delle tariffe delle prestazioni";
Visto il D.A. n. 2687 del 5 novembre 2010 e s.m.i., con il quale è stata data attuazione al Patto per la salute per gli anni 2010-2012;
Visto il Piano sanitario regionale "Piano della salute" 2011-2013, approvato con decreto presidenziale del 18 luglio 2011, pubblicato nel S.O. n. 2 della Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 32 del 29 luglio 2011 che definisce, nell'ambito della compatibilità finanziaria ed in coerenza con il Piano sanitario nazionale, gli strumenti e le priorità idonei a garantire l'erogazione delle prestazioni del Servizio sanitario regionale in ottemperanza ai Livelli essenziali di assistenza, agli indirizzi della politica sanitaria regionale nonché alle disposizioni della normativa vigente in materia;
Visto l'atto di intesa, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131 concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016, sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 10 luglio 2014 e del relativo regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" CSR del 5 agosto 2014;
Visto l'art. 23 del D.Lgs del 14 marzo 2014 [N.d.R. recte: D.Lgs. del 14 marzo 2013, n. 33] sull'obbligo di pubblicazione dei provvedimenti amministrativi;
Richiamati gli "Obiettivi di Piano" per i quali i direttori generali operano secondo specifiche aree per realizzare il miglioramento dei LEA e l'efficienza organizzativa dei servizi sanitari:
1) area dell'appropriatezza e dell'assistenza ospedaliera;
3) area della organizzazione/riorganizzazione della struttura operativa.
Considerato che il Piano sanitario regionale è attuato nella programmazione sanitaria locale dalle aziende sanitarie attraverso i Piani attuativi aziendali (PAA), anch'essi previsti dalla legge regionale n. 5/2009;
Visto il D.A. n. 496 del 13 marzo 2013, che approva le "linee di indirizzo per le attività di controllo analitico delle cartelle cliniche nel Sistema sanitario regionale" e il relativo" Piano annuale controlli analitici (PACA)" 2012/2013" e successive modifiche e integrazioni;
Ritenuto che la rete ospedaliera-territoriale dovrà essere sviluppata secondo una concezione dinamica dell'assistenza che assicuri l'integrazione tra i nodi della rete e possa essere modificata sulla base dell'evoluzione, delle conoscenze e competenze professionali e gestionali, nonché di intervenute innovazioni legislative;
Valutati gli effetti prodotti sul sistema dalla introduzione del "day service" quale modalità assistenziale alternativa al ricovero ospedaliero;
Considerato che il day service si configura, pertanto, come un modello centrato sul percorso clinico e non sulla singola prestazione, rispondendo alla necessità di gestione di situazioni cliniche complesse, tali da richiedere una presa in carico del paziente, per un suo inquadramento globale e la definizione in tempi brevi della relativa gestione assistenziale, ma per le quali il ricovero in regime ordinario e/o in day hospital risulta inappropriato;
Visto il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazione, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, ed in particolare l'articolo 15, comma 13, lettera c) dispone che le regioni, sulla base e nel rispetto degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi che saranno definiti con apposito regolamento e tenendo conto della mobilità interregionale, adottino provvedimenti di riduzione dello standard di posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per abitanti di cui 0,2 per lungodegenza e 0,5 per riabilitazione, adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici ed assumendo come riferimento un tasso di ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti di cui il 25 per cento riferito a ricoveri diurni.
Stante che la Regione è tenuta a provvedere conseguenzialmente alla riorganizzazione della rete ospedaliero-territoriale su base regionale, per bacino e provincia di riferimento nonché per singolo presidio in esito ad una profonda rivisitazione dei criteri e del metodo a base dell'avvio della fase di implementazione secondo i nuovi parametri, definendo, per ogni presidio pubblico e privato sia per acuti che per post-acuti, la "mission" specifica, il dettaglio per singola disciplina e posto letto specificatamente per attività di ricovero ordinario e di day hospital e assegnando ad ogni disciplina anche l'identificazione relativa alla tipologia di struttura semplice o complessa;
Ravvisata l'opportunità di sviluppare ulteriori strategie d'intervento che, agendo sull'organizzazione, e sull'appropriatezza clinica, investendo sulla valorizzazione delle risorse umane e professionali, determinino le condizioni per il miglioramento continuo della qualità dei servizi e dello stato di benessere della popolazione, nonostante il progressivo decremento del finanziamento complessivo del sistema sanitario e sociosanitario;
Tenuto conto del documento adottato dal comitato LEA nella seduta del 26 marzo 2012, in aderenza a quanto previsto dall'intesa Stato-Regioni del 3 dicembre 2009, concernente il "Patto per la salute per gli anni 2010/2012", con il quale sono stati approvati gli standard per la individuazione delle strutture semplici e complesse nonché delle posizioni organizzative e di coordinamento e con il quale documento è stato fissato lo standard per le strutture complesse nella misura di 17,5 posti letto per quelle ospedaliere e di n. 13.515 residenti per quelle non ospedaliere e con il quale è stato altresì fissato lo standard di 1,31 strutture semplici per struttura complessa;
Considerato che il progetto di rimodulazione della emananda rete ospedaliera regionale prevede un allineamento progressivo agli standard previsti dall'atto di intesa, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016, sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 10 luglio 2014 e del relativo regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" CSR del 5 agosto 2014; pertanto si prevede fin d'ora un piano di rimodulazione del numero equivalente fuori standard delle U.O. di oncologia entro il 31 dicembre 2016. A tal fine tutte le U.O., saranno sottoposte a valutazione comparativa utilizzando i parametri di performance, volumi, esiti ed appropriatezza erogativa.
Precisato che in ogni caso al termine della valutazione, qualora le U.O. interessate nella programmazione della rete ospedaliera siano rappresentative del corrispondente livello di complessità e di presenza territoriale, anche in presenza di valutazione negativa, devono continuare ad essere garantite sia presso le aziende ospedaliere che presso i policlinici universitari nonché presso gli ospedali riuniti, almeno nel rispetto delle funzioni minime previste nel regolamento ministeriale; in ogni caso le predette U.O. devono rispondere agli standard di sicurezza e qualità previste dalla normativa di settore specifico;
Valutata la necessità, altresì, di provvedere alla riorganizzazione dell'attività della rete dei registri tumori di cui all'art. 27 della legge regionale n. 5/2009 anche attraverso la assegnazione di specifica dotazione organica;
Considerato che i tumori rappresentano in Sicilia la seconda causa di morte, superati soltanto dalle patologie cardio-vascolari; undicimila decessi l'anno ascrivibili ad una patologia tumorale configurano una istanza di salute pubblica prioritaria nei confronti della quale è doveroso proporre, sviluppare e mettere in pratica le strategie necessarie all'ottimizzazione delle procedure di prevenzione primaria e secondaria ed assistenziali;
Visto il D.A. n. 476 del 26 marzo 2014 di adozione del "Programma operativo di consolidamento e sviluppo 2013/2015" delle misure strutturali e di innalzamento dei livelli di qualità del Sistema sanitario regionale;
Visto il D.A. n. 678 del 23 aprile 2014 "Integrazioni e correzioni al Programma operativo di consolidamento e sviluppo delle misure strutturali e di innalzamento dei livelli di qualità del Sistema sanitario regionale 2013/2015 già approvato con D.A. n. 476 del 26 marzo 2014";
Tenuto conto degli indirizzi contenuti nel documento prot. n. 8003305 del 18 marzo 2013 sulla "Razionalizzazione delle reti assistenziali della Regione Siciliana" redatto dal AGENAS;
Visto che con D.A. 9 settembre 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 44 del 27 settembre 2013, è stata recepita l'Intesa Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 sul documento che definisce la disciplina per la revisione della normativa dell'accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private;
Ritenuto che i provvedimenti inerenti al riordino della rete oncologica, dovranno essere adottati intervenendo sul miglioramento dell'appropriatezza organizzativa (trasformazione dei ricoveri in setting assistenziali più appropriati a minore consumo di risorse) e sulla riarticolazione dell'offerta ospedaliera integrando la stessa nella logica del continuum dei Livelli essenziali di assistenza. Prevedere altresì, ferma restando la responsabilità tecnico-operativa delle UU.OO. che, i vertici aziendali garantiscano nell'ambito della struttura dipartimentale la gestione integrata delle risorse umane tra le UU.OO. che erogano prestazioni sanitarie. A tale scopo dovranno essere utilizzati modelli organizzativi ad elevata flessibilità, adattabili ai diversi contesti assistenziali, in seno alle nuove configurazioni aziendali che si delineano nel presente decreto;
Considerato che la riorganizzazione dell'offerta oncologica ospedaliera, richiede il parallelo progressivo potenziamento delle attività territoriali, attraverso la messa a punto di interventi organici di sistema, sotto gli aspetti strutturali, organizzativi e di empowerment, da implementare nell'arco del prossimo triennio;
Considerato che gli effetti del riordino della rete oncologica ospedaliera, in merito ai suddetti correlati interventi, potranno essere valutati solo in progress avviando un percorso complesso che richiede la attivazione, trasformazione e dismissione di attività, adeguamenti strutturali, tecnologici, processi di adeguamento della dotazione organica nonché delle procedure di assegnazione, mobilità di personale e formazione dello stesso;
Ritenuto che le strategie di diagnosi e cura devono porsi come finalità l'ottimizzazione dei percorsi attraverso i quali i pazienti possono ottenere una corretta e completa definizione della forma tumorale da cui sono affetti ed un trattamento coerente con i dettami delle linee guida più accreditate ed aggiornate;
Considerato che lo sviluppo del progetto assistenziale deve avvenire seguendo sia una linea assistenziale "orizzontale", che garantisca una adeguata articolazione tra le varie aree specialistiche coinvolte nella gestione multidisciplinare della patologia, sia una linea assistenziale "verticale", che si sviluppi nel tempo in maniera coerente con la evoluzione della storia naturale della malattia, garantendo ad ogni passaggio l'adeguata assistenza da parte di personale qualificato e formato a tal fine. Esaminata la proposta formulata dall'AIOM e considerate le risultanze emerse a seguito di specifici incontri tra il competente servizio 4 del Dipartimento pianificazione strategica e la stessa associazione;
Considerate le ulteriori proposte pervenute dalla stessa associazione in merito ad una eventuale revisione delle U.O., in linea con le indicazioni di cui al regolamento ministeriale e le risultanze delle ulteriori analisi in ordine alla consistenza dei posti letto in strutture a valenza regionale e/o sovraregionale, per acuti;
Visti i verbali delle sedute della VI Commissione legislativa in ordine all'esame delle problematiche afferenti i servizi ospedalieri e la rimodulazione della rete dei posti letto in ambito regionale e specificamente;
Ritenuto necessario, alla luce delle risultanze di cui sopra, provvedere ad una puntuale rideterminazione dei posti letto di oncologia per bacino, per singola provincia, per singola Azienda, in coerenza con la prospettiva di riordino del sistema sanitario ospedaliero e territoriale, previsto dalla legge di riforma e dal regolamento ministeriale adeguandola tendenzialmente ai parametri e agli standard previsti nell'arco del prossimo triennio di validità del POCS ("Programma operativo di consolidamento e sviluppo delle misure strutturali e di innalzamento del livello di qualità del Sistema sanitario regionale");
Considerata la valenza pluriennale del presente atto di programmazione, che gli effetti dello stesso dovranno essere sistematicamente monitorati a cadenza semestrale, al fine di valutarne lo stato di attuazione, l'efficacia degli interventi avvalendosi di tutti gli strumenti disponibili e utili allo scopo e orientare, ove necessario, le scelte programmatiche a livello regionale e aziendale sia per la parte pubblica che per quella privata; tanto anche al fine di riqualificare i servizi sanitari, garantire maggiore soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini e al tempo stesso di assicurare un più adeguato controllo della spesa;
Viste le risultanze degli incontri con la rappresentanza medica delle società scientifiche;
Ritenuto di dovere prevedere per le AOUP la coerenza dei protocolli di intesa Regione/Università con la rete definita dal presente decreto;
Ritenuto di fare riferimento, ai fini della riorganizzazione, ai criteri metodologici e alle schede di riassetto della rete oncologica di cui all'allegato n. 1 "Rete oncologia siciliana" che fa parte del presente decreto;
Specificare che nelle tabelle di cui all'emananda rete ospedaliere e concernete anche i posti letto di oncologia, la indicazione delle strutture complesse, qualora indicate come uniche, relative sia ai posti letto per acuti che di post acuzie già presenti nelle aziende sanitarie o istituite col seguente piano, svolgono funzioni di coordinamento aziendale delle altre strutture semplici presenti nella stessa Azienda, in modo da garantire percorsi e procedure assistenziali condivisi ed uniformi su tutto il territorio provinciale;
Ritenuto dovere specificare che le previsioni relative alla riorganizzazione contenute nell'allegato tecnico, saranno definite con la indicazione delle singole U.O. di oncologia e della complessiva integrazione in rete delle stesse a seguito delle indicazioni scaturite dalla rete ospedaliera. Specificare altresì che le modifiche della rete oncologica ospedaliera disposte col presente D.A. modificano le precedenti previsioni rispetto alle reti di patologie già approvate con precedenti decreti assessoriali ove non coerenti;
Decreta:
Per le motivazioni espresse in premessa, è individuato il modello organizzativo della Rete oncologica in Sicilia, secondo il modello hube spoke, di cui all'allegato tecnico, con la classificazione per livelli di complessità per come sarà successivamente definito nella riorganizzazione della rete ospedaliera; la valenza pluriennale del presente atto di programmazione, determina come gli effetti dello stesso dovranno essere sistematicamente monitorati a cadenza semestrale, al fine di valutarne lo stato di attuazione, l'efficacia degli interventi avvalendosi di tutti gli strumenti disponibili e utili allo scopo e riorientare, ove necessario, le scelte programmatiche a livello regionale e aziendale sia per la parte pubblica che per quella privata; tanto anche al fine di riqualificare i servizi sanitari, garantire maggiore soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini e al tempo stesso di assicurare un più adeguato controllo della spesa.
Il presente decreto viene trasmesso al responsabile del procedimento di pubblicazione dei contenuti nel sito istituzionale di questo Assessorato ai fini dell'assolvimento dell'obbligo di pubblicazione.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana e nel sito dell'Assessorato.
Palermo, 11 novembre 2014.
BORSELLINO
ALLEGATO N. 1
Re.O.S.
(Rete Oncologica della Sicilia)
Cenni epidemiologici
I tumori rappresentano in Sicilia la seconda causa di morte, superati soltanto dalle patologie cardio-vascolari; undicimila decessi l'anno ascrivibili ad una patologia tumorale configurano una istanza di salute pubblica prioritaria nei confronti della quale è doveroso proporre, sviluppare e mettere in pratica le strategie necessarie all'ottimizzazione delle procedure di prevenzione primaria e secondaria ed assistenziali.
I dati di incidenza delle patologie tumorali appaiono in progressivo incremento nel sud della Nazione, con tendenza all'avvicinamento ai valori espressi dalle popolazioni del nord del Paese; la mortalità, in uniforme riduzione su tutto il territorio nazionale, migliora in maniera meno marcata al sud rispetto a quanto osservabile nelle regioni del settentrione, con dati di sopravvivenza mediana che sono decisamente più confortanti in quest'ultime rispetto alle prime.
I tumori dell'apparato respiratorio e segnatamente i tumori polmonari sono la principale causa di morte per patologia neoplastica nell'uomo, mentre per la donna prevalgono le morti per tumore mammario; seguono in entrambi i sessi il carcinoma del colon-retto e, nell'uomo, della prostata.
La tabella 1 riporta i dati di mortalità espressi dalle principali forme tumorali nella Regione Sicilia:
La sopravvivenza è un indicatore particolarmente utile per connotare l'efficacia dei sistemi sanitari e delle strategie di diagnosi e cura di cui questi si dotano: essa appare in aumento costante nel tempo per quanto attiene quasi tutte le forme tumorali e questo fenomeno è senz'altro da ascriversi al potenziamento dei programmi di diagnostica precoce ed al miglioramento dei processi di cura. Gli andamenti temporali che definiscono le variazioni della sopravvivenza evidenziano marcate differenze intercorrenti tra il sud d'Italia e le regioni del centro-nord in quelle forme tumorali in cui la prognosi è molto influenzata dalla precocità della diagnosi e segnatamente quindi il carcinoma del colon-retto ed il carcinoma della mammella, segno del notevole divario esistente tra l'efficacia dei programmi di prevenzione secondaria applicati da parte delle regioni settentrionali rispetto alle meridionali.
Il costante aumento della percentuale di anziani all'interno dell'intera popolazione, espressione dell'invecchiamento della stessa, si tradurrà nel prossimo futuro in un ulteriore aumento dell'incidenza di malattie tumorali, essendo il rischio di contrarre un tumore 10 volte maggiore nella fascia di età superiore ai 65 anni rispetto alla popolazione di età inferiore.
La tabella 2 descrive il rischio relativo (RR) di ammalare di tumore e di morire a causa di esso in base alla fascia di età (> o < ai 65 anni):
Tabella 2
Età (anni) |
Rischio di contrarre un tumore (n° casi x 100.000 persone) |
Rischio di morire per tumore (n° decessi x 100.000 persone) |
< 65 |
222.9 |
68.4 |
> 65 |
2.196.1 |
1.128 |
RR |
. |
16 |
Il miglioramento dei trattamenti antitumorali, prolungando i tempi di sopravvivenza, si traduce d'altra parte in un costante aumento dei dati di prevalenza delle malattie tumorali, aumentando il numero di pazienti con anamnesi di tumore o viventi ed affetti da tumore: nel corso del 2008 il carico totale di pazienti neoplastici della Regione Sicilia è stato stimato essere superiore ai 90.000 casi, di cui oltre 13.000 portatori di un carcinoma del colon-retto ed oltre 25.000 un carcinoma della mammella.
Considerazioni organizzative:
I dati riportati nel paragrafo precedente configurano un problema di salute pubblica di prioritaria importanza, nei confronti del quale il sistema sanitario regionale deve offrire una risposta articolata che sia in grado di coniugare efficacia ed efficienza attraverso lo sviluppo e l'implementazione di strategie assistenziali basate sui seguenti cardini:
- strategie di prevenzione primaria e secondaria
- strategie di diagnosi e cura in tutte le fasi della malattia
Le strategie di prevenzione primaria perseguono l'obiettivo della rimozione dei principali fattori di rischio di sviluppare una malattia tumorale (fumo, sedentarietà, obesità, agenti infettivi, esposizione ad agenti cancerogeni ambientali o lavorativi), mentre le strategie di prevenzione secondaria sono volte ad ottenere una anticipazione diagnostica tale da tradursi in miglioramento della prognosi delle principali forme tumorali per cui siano disponibili validate strategie di screening, quali il carcinoma della cervice uterina, il carcinoma della mammella ed il carcinoma del colon-retto.
Le strategie di diagnosi e cura devono porsi come finalità l'ottimizzazione dei percorsi attraverso i quali i pazienti possono ottenere una corretta e completa definizione della forma tumorale da cui sono affetti ed un trattamento coerente con i dettami delle linee guida più accreditate ed aggiornate; esse sono caratterizzate da una elevata complessità derivante dalla frequente necessità di integrare in maniera sequenziale o concomitante gli interventi di più figure specialistiche, coinvolte tanto nell'atto della diagnosi e della definizione della estensione di malattia (stadiazione), quanto nel momento della cura.
Occorre quindi sviluppare elevati livelli di integrazione reciproca tra i vari attori coinvolti nel percorso diagnostico-terapeutico, il quale può differire anche significativamente tra le varie forme tumorali come conseguenza della intrinseca complessità della patologia tumorale.
Tale complessità è legata alle seguenti condizioni:
- molteplicità delle patologie classificate sotto il termine cancro;
- molteplicità delle presentazioni cliniche e biologiche che possono verificarsi nel contesto della stessa patologia;
- diversità delle storia naturale della malattia anche all'interno di istotipi omogenei e diverso impatto che sulla storia naturale possono avere i trattamenti disponibili;
- diversità della fasce di età in cui la patologia può svilupparsi, talvolta con caratteristiche ed evoluzione peculiari;
- diversità delle fasi evolutive attraversate dalla malattia;
- diversità del substrato organico in cui la malattia si sviluppa (comorbidità, età,), in particolare nei soggetti anziani;
- diversità degli interventi terapeutici utili e/o necessari, condizionati dalla presentazione di malattia, dalle sue caratteristiche biologiche, dalla fase evolutiva che attraversa, etc...;
- eventi avversi tardivi indotti dalle terapie;
- impatto della malattia e delle cure sulle condizioni sociali del paziente.
Gli interventi necessari alla corretta gestione della patologia neoplastica devono pertanto essere improntati alla multidisciplinarietà ed al coinvolgimento di numerose specialità mediche, chirurgiche e radiologiche, sia diagnostiche che interventistiche, per rispondere alle diverse esigenze emergenti nelle varie fasi della malattia (fase precoce, fase avanzata, fase della terminalità), oltre che dalla diversa evolutività che nel contesto delle medesime fasi una malattia può esprimere. Il supporto organizzativo che deve rappresentare il fondamento del sistema dedicato alla cura del cancro deve perciò essere coerente e complesso.
L'articolazione delle fasi di intervento deve avvenire in coerenza con la storia naturale delle malattie tumorali e può essere definita come segue:
- fase della prevenzione primaria (degli interventi atti a ridurre l'incidenza delle principali neoplasie);
- fase della diagnosi precoce o della prevenzione secondaria (fase degli interventi di medicina sociale organizzata in forma di programmi di screening);
- fase della diagnosi e del trattamento (fase della medicina di base, della diagnostica strumentale ed anatomo-patologica, del trattamento chirurgico e/o radioterapico e/o medico);
- fase della riabilitazione (fase dei programmi di riabilitazione fisica e psicologica e del recupero del ruolo sociale del paziente);
- fase del follow-up (fase dei programmi di controllo periodico finalizzati al monitoraggio degli eventuali eventi avversi tardivi derivanti dai trattamenti erogati e della diagnosi delle eventuali recidive di malattia);
- fase della malattia avanzata (fase delle cure mediche e delle terapie di supporto);
- fase della terminalità (fase delle cure mediche di supporto in ambiente domiciliare o in strutture a bassa intensità di cura).
In tutte queste fasi intervengono più figure specialistiche, a sostenere una progettualità assistenziale coordinata dall'oncologo medico.
Lo sviluppo del progetto assistenziale deve avvenire seguendo sia una linea assistenziale "orizzontale", che garantisca una adeguata articolazione tra le varie aree specialistiche coinvolte nella gestione multidisciplinare della patologia, sia una linea assistenziale "verticale", che si sviluppi nel tempo in maniera coerente con la evoluzione della storia naturale della malattia, garantendo ad ogni passaggio l'adeguata assistenza da parte di personale qualificato e formato a tal fine.
I pilastri su cui tale progetto assistenziale poggia sono: - la "simultaneous care", secondo l'accezione anglo-sassone (presa in carico globale del paziente oncologico da parte di equipe di specialisti che seguano percorsi diagnostico-terapeutici validati, omogenei e condivisi da parte di tutte le strutture dell'isola che garantiscano quindi i migliori outcomes finali, che permettano una corretta gestione delle risorse economiche, strutturali e di personale impegnate, che prevedano corsie preferenziali per l'accesso da parte dell'utenza alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche, che garantiscano l'eventuale accesso alle dimissioni protette e che agiscano in maniera reciprocamente integrata);
- la continuità assistenziale (attraverso una forte integrazione con la rete della medicina palliativa, la rete della terapia del dolore ed i MMG);
- la omogeneità della qualità di cura su tutto il territorio regionale. L'integrazione reciproca di tutte le realtà assistenziali presenti tanto sul territorio, quanto negli ospedali, può configurarsi soltanto all'interno di un sistema relazionale intercorrente tra essi che può a buon diritto essere definito "RETE".
LE RETI ONCOLOGICHE
Le reti nascono quando i sistemi divengono dipendenti dalla capacità di dare luogo a processi di interazione complessi e si determinano spazi perché la retorica della competizione sbiadisca in favore dell'affermarsi della logica della collaborazione, finalizzata a realizzare sinergie ed all'ottenimento degli esiti migliori per la comunità cui si offre servizio. In un contesto di rete soggetti di per sé autonomi si dotano di regole allo scopo di condividere obiettivi, ottimizzare i percorsi e migliorare l'efficienza del sistema.
In tale contesto è possibile attuare le necessarie pressioni per il conseguimento di economie di scala ed il controllo aggregato dei livelli di spesa.
L'oncologia medica è una branca specialistica che si adatta fortemente alla gestione del paziente in un contesto di RETE, grazie alla esperienza di coordinamento e capacità di collegamento nei confronti di numerose figure specialistiche che l'oncologo medico ha maturato nel tempo nell'ambito del percorso di cura del malato oncologico;
l'oncologo medico possiede inoltre il know-how necessario a garantire la gestione clinica del paziente sia nella fase orizzontale (integrazione plurispecialistica) quanto nella fase verticale (lungo tutto il decorso della malattia) del processo assistenziale.
La realizzazione di un pieno coordinamento tra le varie realtà del sistema sanitario regionale è finalità prioritaria della legge regionale di riordino del sistema ospedaliero, avendo questa tra i suoi scopi il garantire elevati livelli di integrazione tra l'ospedale ed il territorio; tali livelli di integrazione devono essere perseguiti anche nel contesto delle aree metropolitane in cui insistano aziende ospedaliere a vocazione diversificata ed in cui operino specialità diverse, ma egualmente coinvolte nel percorso assistenziale del paziente oncologico.
Fondamenti del percorso assistenziale oncologico devono essere quindi la razionalizzazione e la ottimizzazione dell'uso delle risorse disponibili, la cui allocazione dovrà basarsi sull'analisi del fabbisogno espressa in termini di domanda di salute della popolazione.
La realizzazione di una Rete oncologica regionale si pone come finalità:
- il miglioramento della qualità della diagnostica e delle cure e della sicurezza della loro erogazione;
- il garantire un equo accesso ai processi di cura;
- la compatibilità economica delle scelte.
LA RETE ONCOLOGICA SICILIANA (RE.O.S.)
Alla costituzione della Rete oncologica concorrono sia strutture pubbliche che private accreditate, con pari diritti e pari doveri strutturali e funzionali.
La Rete oncologica siciliana adotta il modello già indicato dall'Assessorato della salute dell'"Hub and Spoke".
Il mattone fondamentale su cui poggia l'architettura della rete oncologica regionale è il Dipartimento oncologico provinciale (DIPO);
nelle provincie di Palermo, Catania e Messina, in cui insistono più aziende sanitarie, il DIPO assumerà lo status di "dipartimento interaziendale", mentre nelle provincie di Siracusa, Caltanissetta, Ragusa, Enna, Agrigento e Trapani in cui insiste la sola Azienda sanitaria provinciale esso assumerà lo status di "dipartimento intra-aziendale".
Nelle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina il DIPO deriverà dalla integrazione funzionale dei dipartimenti oncologi e delle strutture complesse e semplici partecipi del percorso assistenziale oncologico insistenti nel contesto delle diverse strutture sanitarie pubbliche e private accreditate presenti all'interno del loro territorio.
La configurazione dell'assistenza oncologica regionale dovrà prevedere l'esistenza di un dipartimento oncologico per area di competenza delle singole ASP; nelle ASP non metropolitane in cui attualmente non esista un Dipartimento oncologico deve esserne prevista l'attivazione entro limiti di tempo coerenti con i tempi di attivazione della Rete oncologica.
I DIPO delle tre provincie metropolitane rivestiranno il ruolo di Hub regionali; altri Hub regionali potranno essere individuati in ragione delle dotazioni strutturali, tecnologiche ed organizzative dei singoli DIPO o sfruttando procedure di associazione consortili tra due o più DIPO.
Il DIPO avrà competenze sia sulle attività ospedaliere che territoriali.
Si riportano di seguito le dotazioni strutturali minime obbligatorie ed opzionali che il DIPO dovrà possedere o acquisire attraverso procedure consortili tra DIPO limitrofi:
1 - Struttura complessa di oncologia medica (obbligatoria):
a. con area autonoma con posti letto di degenza ordinaria;
b. con area dedicata alle attività di day hospital e di dayservice;
c. con area dedicata alle attività ambulatoriali.
2 - Radioterapia oncologica.
3 - UFA (unità farmaci antiblastici):
d. con modulo minimo di 2 cappe a flusso lamellare.
4 - Anatomia e citoistologia patologica:
- Area diagnostica tradizionale;
- Area diagnostica immunoistochimica.
6 - Area di diagnostica citologica a supporto delle attività di screening.
7 - Chirurgia generale ad indirizzo oncologico e/o di specialità (es: addominale, toracica, ginecologica, mammaria, otorino-laringo-iatrica, urologica ed ortopedica).
(Inserite nel dipartimento oncologico o afferenti dal dipartimento chirurgico).
8 - Patologia clinica.
(nel contesto del laboratorio di patologia clinica del presidio).
9 - Assistenza psicologica (inserita nel Dipartimento o afferente da altro Dipartimento).
10 - Servizio sociale.
11 - Medicina fisica e riabilitativa.
12 - Endoscopia diagnostica:
- Unità operativa autonoma o inserita nell'ambito del servizio complessivo aziendale deve prevedere in ogni caso attività specifica e personale dedicato alla attività di screening oltre che di diagnosi e follow up.
13 - Medicina nucleare:
- Area diagnostica a) scintigrafia.
14 - Diagnostica per immagini.
Unità operativa autonoma o inserita nell'ambito del servizio complessivo aziendale deve prevedere in ogni caso attività specifica e personale dedicato alla attività di screening oltre che di diagnosi e follow up.
15 - Hospice oncologico (con posti dedicati di oncologia pediatrica nelle due aree metropolitane di Palermo e Catania).
16 - Fisica sanitaria.
17 - Centro di coordinamento delle attività di screening.
18 - Unità di coordinamento territoriale ospedale a domicilio ed assistenza domiciliare ai terminali.
Le strutture declinate potranno avere valenza di struttura complessa o di struttura semplice a valenza dipartimentale.
Il Dipartimento oncologico interaziendale delle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina (Hub regionale)
Il DIPO è un Dipartimento interaziendale delle aree metropolitane di tipo funzionale cui afferiscono le unità operative coinvolte nel percorso assistenziale del paziente oncologico delle strutture pubbliche o private accreditate insistenti sul territorio metropolitano e che svolge funzioni di Hub regionale.
La dotazione strutturale minima del DIPO delle aree metropolitane dovrà prevedere tutti i requisiti declinati nel paragrafo relativo al DIPO con in aggiunta le seguenti strutture:
1. Struttura complessa di Ematologia.
2. Area di diagnostica citologica a supporto delle attività di screening.
3. Laboratorio di diagnostica di biologia molecolare.
4. Servizio di genetica medica (opzionale nelle provincie minori, ma obbligatoria nei DIPO delle tre aree metropolitane).
5. Chirurgia ad indirizzo oncologico (compresa neurochirurgia) (Inserite nel dipartimento oncologico o afferenti dal dipartimento chirurgico).
6. Endoscopia interventistica ( obbligatoria nelle aree metropolitane):
- Unità operativa autonoma o inserita nell'ambito del servizio complessivo aziendale deve prevedere in ogni caso attività specifica e personale dedicato alla attività di screening oltre che di diagnosi e follow up;
7 - Medicina nucleare:
- Area diagnostica a) scintigrafia (obbligatoria) + b) tomografia ad emissione di positroni (opzionale, obbligatoria nelle aree metropolitane);
- Area terapeutica.
8 - Diagnostica per immagini con sezione interventistica.
9 - Data management.
Scopi e finalità dei DIPO.
Scopi e finalità del DIPO sono:
1. Promuovere una visione globale della malattia neoplastica e degli interventi finalizzati al suo contenimento ed alla sua gestione clinica.
2. Includere e coordinare tutte le strutture e professionalità coinvolte nelle fasi della prevenzione, della identificazione, della diagnosi, della terapia, della riabilitazione e della assistenza domiciliare al fine di ottimizzare la loro integrazione per perseguire il costante miglioramento della qualità, dell'appropriatezza e dell'efficacia delle cure oncologiche.
3. Attuare e diffondere il modello organizzativo a rete attraverso la partecipazione e lo sviluppo della Rete oncologica regionale per facilitare lo scambio di informazioni tra tutti i soggetti ed offrire al paziente oncologico le maggiori garanzie di ricevere le cure adeguate.
4. Migliorare il processo di presa in carico dell'assistito nell'intero percorso assistenziale, sviluppando percorsi diagnostico-terapeutici efficaci, efficienti, equi, adeguati, tempestivi e sostenibili, riducendo le liste di attesa e perseguendo la realizzazione della piena continuità assistenziale.
5. Coordinare l'attività scientifica clinica e preclinica e della formazione al fine di elevare i livelli assistenziali ed offrire agli utenti la possibilità di usufruire delle cure più innovative;
svolgere attività scientifica nei settori della ricerca biomedica e clinica, nel campo della formazione continua in oncologia e della informazione scientifica.
6. Definire i percorsi assistenziali programmati per le principali patologie.
7. Contribuire alla razionalizzazione ed alla ottimizzazione della spesa in campo oncologico sviluppando programmi di valutazione e monitoraggio della cost-effectiveness delle procedure diagnostiche e terapeutiche, elaborando linee guida ed adattandovi percorsi diagnostico-terapeutici.
8. Stendere linee guida per la gestione delle principali neoplasie solide ed identificazione dei centri di riferimento per le singole patologie.
9. Produrre raccomandazioni per l'impiego di nuovi farmaci o nuove procedure diagnostiche e/o terapeutiche.
10. Garantire l'equità dell'accesso alle cure, il superamento delle disomogeneità territoriali, la riduzione del disagio logistico e del disagio di orientamento dei pazienti.
11. Implementare le politiche di umanizzazione, accoglimento, comunicazione con i pazienti e con gli altri portatori di interesse (media, associazioni di volontariato, associazioni di pazienti, etc..).
12. Contribuire alla formazione permanente degli operatori oncologici, dei medici di medicina generale, degli operatori dell'assistenza domiciliare e dei medici palliativisti attraverso la promozione di corsi di aggiornamento e la trasmissione orizzontale delle competenze.
13. Collaborare con le Istituzioni universitarie nella formazione degli specialisti in oncologia.
14. Collaborazione e partnership con soggetti sia pubblici che privati per progetti finalizzati al miglioramento dello stato di salute della popolazione.
Costituzione del DIPO interaziendale delle aree metropolitane.
Il DIPO è un Dipartimento inter-aziendale funzionale il cui scopo è garantire la piena integrazione ed interrelazione reciproca tra le strutture oncologiche della Provincia di riferimento, prescindendo da rapporti gerarchici; la funzionalità sarà garantita dalla condivisione degli obiettivi e dei percorsi finalizzati al loro perseguimento.
Fanno parte del DIPO con pari dignità e pari doveri le aziende ospedaliere e territoriali pubbliche e le strutture private accreditate con attività assistenziali e/o scientifiche rilevanti e/o prevalenti in ambito oncologico. Ognuna di queste indicherà le UU.OO. che parteciperanno funzionalmente al DIPO.
La costituzione del DIPO e la sua continua implementazione dovranno essere posti come obiettivi prioritari nei piani attuativi aziendali sia nel pubblico che nel privato accreditato, ed essenziali per i finanziamenti e le risorse da erogare.
L'organizzazione del DIPO e delle commissioni di lavoro in cui esso è articolato verrà decisa in base alla identificazione delle strutture assistenziali che si occupano primariamente di oncologia e sul censimento delle rispettive attività assistenziali e/o delle dotazioni strutturali e tecnologiche, da cui deriverà l'attribuzione del ruolo di Hub o di Spoke provinciali.
La costituzione del DIPO avverrà attraverso un protocollo d'intesa che verrà adottato dalle aziende ospedaliere di diritto pubblico, dalle strutture sanitarie di diritto privato accreditate e dalla ASP territoriale;
tale protocollo d'intesa deve rispecchiare quanto espresso nel presente documento circa le finalità del DIPO e le sue caratteristiche organizzative.
REGOLAMENTO DEL COMITATO DI DIPARTIMENTO
Entro sessanta giorni dalla costituzione del DIPO il Comitato di dipartimento dovrà dotarsi di un regolamento approvato dai direttori generali delle aziende pubbliche e delle strutture sanitarie private accreditate ad esso afferenti.
Allegato 1
Struttura Organizzativa
Il DIPO riconosce due livelli organizzativi:
a) livello informatico ("virtuale"), basato su di un unico software condiviso dalle aziende sanitarie di diritto pubblico e dalle strutture sanitarie di diritto privato accreditate che garantisca la connessione online continua di tutte le realtà afferenti al DIPO;
b) livello operativo, costituito da una commissione di dipartimento che garantisca il coerente sviluppo delle attività del DIPO.
Livello informatico
Il livello informatico ("virtuale") sarà basato su di un unico software condiviso dalle aziende sanitarie di diritto pubblico e dalle strutture sanitarie di diritto privato accreditate che garantisca la connessione online continua di tutte le realtà afferenti al DIPO.
Condizione ineludibile per un corretto funzionamento del DIPO sarà quindi l'adozione di un software condiviso da tutte le strutture ad esso afferenti. Tale software prevederà la presenza, all'interno del sito web di ogni singola azienda, di un link "DIPO" cui gli operatori autorizzati potranno accedere mediante l'inserimento di un ID number e di una password. Il livello di informazioni cui ogni singolo operatore avrà accesso dipenderà dai privilegi che gli derivano dal proprio ruolo rivestito all'interno della Azienda di appartenenza e/o nel contesto del DIPO, crescendo con i livelli di responsabilità (es: livello crescente dai dirigenti medici di I livello, ai dirigenti di II livello, ai Direttori di Dipartimento, al Direttore del DIPO).
Il link DIPO di ogni singola azienda garantirà l'accesso ai database delle singole UU.OO. afferenti al DIPO ed insistenti nell'azienda (Archivi dati cartelle cliniche delle UU.OO. di oncologia medica, di adioterapia oncologica, di chirurgia oncologica), ai database di archiviazione dei servizi diagnostici (es. Radiologie, Medicine nucleari, Endoscopie digestive, Anatomie patologiche), ai PDT aziendali, alle Linee Guida aziendali, ai programmi di formazione ed aggiornamento, ai protocolli degli studi clinici controllati attivi, etc.
Le comunicazioni tra le diverse unità operative del DIPO potrà inoltre avvenire attraverso un servizio di posta elettronica certificata che sveltirà le procedure e garantirà la sicurezza del sistema.
Tale meccanismo garantirà la connessione in rete delle strutture afferenti al DIPO, configurando una Rete informatica dipartimentale oncologica (RIDO) che a sua volta potrà articolarsi funzionalmente con gli altri DIPO provinciali configurando la Rete informatica regionale.
La costituzione della rete informatica del DIPO apparterrà al livello di responsabilità delle direzioni strategiche aziendali e delle amministrazioni delle strutture di diritto privato che dovranno sostenerne i costi di attivazione, implementazione e manutenzione.
Il DIPO dovrà dotarsi di un portale informatico strutturato in modo da fornire informazioni circa le proprie attività ad utenti e operatori sanitari.
Il sito WEB dovrà obbligatoriamente contenere le seguenti informazioni:
- Modello organizzativo del DIPO;
- Coordinatore del DIPO;
- Segretario del DIPO;
- Composizione del Comitato di Dipartimento;
- Eventuali Commissioni permanenti e tavoli di lavoro;
- Documenti inerenti le linee guida adottate, i programmi di definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici, eventuali "position papers";
- Eventi formativi;
- Ricerche cliniche.
Livello operativo
Il livello operativo è rappresentato dalla interrelazione funzionale reciproca delle strutture sanitarie ad esso afferenti attraverso il coordinamento degli organi di gestione.
L'afferenza al DIPO assegna la piena responsabilità della partecipazione al perseguimento degli obiettivi identificati nel presente regolamento delle strutture che lo costituiscono.
Finanziamento del DIPO
Il DIPO non si configura come centro di costo o di gestione interaziendale.
Le funzioni di segreteria del DIPO e le spese ad esse collegate sono sostenute dalle strutture facenti parte del DIPO.
ATTIVITA' DEL DIPO
Attività di ricerca
Il DIPO avrà funzione di facilitare i contatti e la collaborazione tra tutti i soggetti interessati all'attività di ricerca clinica e preclinica nei campi della prevenzione primaria e secondaria, della diagnosi e della cura dei tumori.
L'attività di ricerca sarà condotta in accordo alle normative nazionali vigenti.
Tutte le strutture potranno partecipare a studi osservazionali in accordo alle normative vigenti; il DIPO potrà farsi promotore di sperimentazioni cliniche o precliniche che coinvolgano le strutture aderenti qualificate per ciascun tipo di ricerca in accordo con le normative nazionali vigenti.
Gruppi oncologici multidisciplinari (GOM)
Finalità prioritaria dell'organizzazione a Rete è la concretizzazione dell'approccio multidisciplinare alle patologie oncologiche; i principi fondanti si basano sull'attuazione, nel contesto di ognuna delle strutture sanitarie afferenti al DIPO, di percorsi assistenziali omogenei che abbiano uno sviluppo "orizzontale" (multidisciplinare) e "verticale".
I requisiti dei GOM sono i seguenti:
- presenza degli specialisti di tutte le aree necessarie alla corretta gestione della patologia oggetto del GOM;
- presenza all'interno del GOM delle figure professionali basilari identificate con l'oncologo medico, il chirurgo oncologo, il radioterapista, il radiodiagnosta e l'anatomo-patologo (faranno eccezione le patologie emo-linfo-immuno-proliferative in cui la figura del chirurgo oncologo sarà opzionale);
- presenza al proprio interno delle figure professionali degli psicologi clinici, dei riabilitatori, dei nutrizionisti, degli infermieri professionali, etc.);
- disponibilità di infrastrutture (spazi dedicati, mezzi informatici, etc.);
- accesso alle documentazioni cliniche garantita a tutti i partecipanti al GOM;
- dotazione di schede cliniche personalizzate per tipologia di percorso da cui scaturirà una relazione clinica multidisciplinare da consegnare ai pazienti.
I GOM potranno occuparsi di singoli casi clinici e redigere una refertazione collegiale da consegnarsi al medico che abbia in cura il paziente oggetto della valutazione ed al medico di famiglia e sarà firmato dai componenti del GOM.
I GOM potranno avere le seguenti articolazioni:
- aziendale (quando composti da unità operative e professionisti insistenti all'interno della stessa struttura sanitaria);
- interaziendale (quando composti da unità operative e professionisti insistenti all'interno di differenti strutture sanitarie afferenti al DIPO).
Esempi di GOM sono:
a) GOM per le patologie tumorali dell'apparato digerente;
b) GOM per le patologie tumorali dell'apparato respiratorio;
c) GOM per le patologie tumorali della mammella;
d) GOM per le patologie tumorali dell'apparato genitale femminile.
Collaborazioni con altri enti
Il DIPO potrà avviare collaborazioni finalizzate all'ottimizzazione dell'assistenza oncologica, della prevenzione primaria e secondaria e della ricerca clinica e preclinica con i seguenti enti:
- Università di diritto pubblico e di diritto privato;
- Scuole di specializzazione in oncologia o di discipline affini;
- Laboratori di ricerca di diritto pubblico e di diritto privato;
- Aziende farmaceutiche;
- Associazioni di volontariato;
- Altre reti oncologiche regionali;
- IRCCS oncologici o di discipline affini;
- Società scientifiche nazionali (AIOM) o sopranazionali (ESMO).
ORGANI DEL DIPO
Gli organi del DIPO sono:
- Il Comitato direttivo del DIPO;
- Il Coordinatore del DIPO;
- Il Segretario del DIPO.
Il Comitato direttivo
Il Comitato direttivo del DIPO è costituito da:
1) I Direttori delle Unità operative complesse delle aziende sanitarie di diritto pubblico e dai responsabili delle unità funzionali delle strutture sanitarie di diritto privato accreditate afferenti al DIPO.
Il Comitato di dipartimento potrà avvalersi delle seguenti figure in qualità di consulenti, ove non già presenti fra i Direttori componenti il Comitato:
- Referente dei Medici di medicina generale (MMG);
- Referente delle Associazioni dei malati e di volontariato;
- Referente per le cure palliative domiciliari e ospedaliere (Hospice);
- Referente per la Onco-ematologia;
- Referente per la Chirurgia Oncologica;
- Referente per la Radioterapia;
- Referente per la Radiodiagnostica;
- Referente per l'Anatomia Patologica;
- Referente per la Biologia molecolare;
- Referente per i Farmacisti ospedalieri.
I referenti vengono indicati dal coordinatore e ratificati dal comitato di dipartimento.
Il Comitato di Dipartimento dovrà:
- eleggere il Coordinatore scelto tra i direttori o i responsabili rispettivamente delle strutture complesse e delle unità funzionali afferenti al DIPO in possesso dei requisiti di legge;
- ratificare l'ammissione di nuovi membri e le nuove unità operative;
- nominare i coordinatori ed i membri delle commissioni di studio e di lavoro in accordo a criteri di competenza clinica e/o tecnica e/o scientifica;
- deliberare a maggioranza semplice in base al numero dei presenti; è permessa l'attribuzione da parte dei membri assenti giustificati di una singola delega per membro partecipante. In caso di parità, il voto del Coordinatore avrà valore doppio;
- compiere tutti gli atti necessari al perseguimento degli obiettivi del DIPO.
L'inclusione nel DIPO implica l'attiva e costante partecipazione ai lavori dello stesso fornendo la più ampia adesione alle politiche da questo adottate; la mancata partecipazione potrà essere rappresentata al Comitato di Dipartimento per le opportune valutazioni.
I membri del Comitato di Dipartimento si impegnano a divulgare l'esistenza di specifici progetti di ricerca attivi nelle rispettive istituzioni per garantire l'accesso agli studi clinici controllati e, di conseguenza, a farmaci e/o procedure integrate di trattamento sperimentali, del più alto numero di pazienti, nell'interesse dell'utenza (miglioramento dell'accesso a farmaci innovativi) e della comunità (aumento delle conoscenze acquisite attraverso gli studi clinici).
Il Comitato di Dipartimento coadiuva il coordinatore nelle funzioni di indirizzo e di organizzazione, esprimendo parere sulle principali scelte operative adottate per il raggiungimento degli scopi del DIPO.
Il Comitato di Dipartimento è la sede istituzionale di armonizzazione delle attività in campo oncologico e di tutte le competenze professionali e risorse tecnologiche disponibili.
In occasione della discussione di temi per essi rilevanti il DIPO può invitare a partecipare rappresentanti delle strutture non afferenti ad esso nella persona dei relativi responsabili o loro delegati.
Il Comitato di Dipartimento riveste un ruolo di attiva proposizione nei confronti dell'organo di programmazione rappresentato dall'Assessorato della salute della Regione Sicilia; a tal fine dovrà produrre documenti di analisi della epidemiologia oncologica, dell'offerta assistenziale, dei bisogni e relative modalità di soddisfacimento poste in atto o da realizzarsi ed identificherà i punti critici e le aree che richiedano interventi prioritari. Produrrà a cadenza annuale un documento riepilogativo circa gli interventi effettuati, le conseguenti ricadute sulla qualità e sulla quantità dell'assistenza oncologica e fornendo indicazioni circa gli eventuali interventi correttivi giudicati necessari. Il documento verrà trasmesso a cura del Coordinatore ai direttori generali delle aziende ospedaliere e/o dell'ASP territoriale ed ai legali rappresentanti delle strutture di diritto privato accreditate facenti parte del DIPO e sarà parte integrante della programmazione annuale della ASP territoriale per la definizione dei propri piani attuativi.
Il Coordinatore
Il DIPO ha un coordinatore identificato nella figura di un oncologo medico, radioterapista, chirurgo ad indirizzo oncologico od ematologo che rivesta il ruolo di direttore di struttura complessa di un'Azienda sanitaria di diritto pubblico o di responsabile di unità funzionale di un'Azienda sanitaria di diritto privato accreditata tra quelle indicate a partecipare al DIPO dai rispettivi direttori generali e rappresentanti legali, che sia in possesso dei requisiti minimi di legge, a prescindere dal rapporto di lavoro con la struttura di riferimento, ma che risulti ufficialmente presso l'Assessorato della Salute come responsabile della rispettiva unità operativa.
Il Coordinatore del Comitato di dipartimento ha funzioni di coordinamento ed indirizzo, presiede e dirige le riunioni del Direttivo ed è coadiuvato nelle sue funzioni dal segretario e da tutti i membri del Comitato stesso.
Il Coordinatore viene individuato, secondo modalità indicata nel regolamento dei singoli DIPO, dai membri del Comitato di Dipartimento per un mandato della durata di due anni, non immediatamente ripetibile. Il coordinatore riveste le funzioni di promotore e facilitatore delle attività e dell'interscambio di opinioni e proposte di lavoro tra gli operatori in ambito oncologico facenti parte del DIPO.
Altre funzioni del Coordinatore sono:
a) sviluppare i processi di collaborazione interdisciplinare tra le diverse componenti del DIPO anche mediante la sperimentazione di modelli organizzativi innovativi;
b) promuovere e favorire tutte quelle iniziative finalizzate a facilitare l'integrazione delle attività diagnostiche, terapeutiche e riabilitative utili alla corretta gestione del percorso assistenziale del paziente oncologico;
c) indicare e proporre al Comitato di dipartimento le linee di indirizzo ed il programma delle attività del DIPO, curando lo sviluppo degli strumenti operativi più consoni alla loro realizzazione;
d) curare l'organizzazione di tavoli programmatici con i Medici ospedalieri, con i Medici di medicina generale (MMG) e con i Pediatri di libera scelta operanti nel territorio provinciale;
e) promuove e facilita l'adesione del DIPO o delle sue articolazioni (unità operative, dipartimenti ospedalieri o di strutture private accreditate, etc.) a programmi di ricerca clinica e/o di base in ambito oncologico;
f) partecipa alla pianificazione ed attuazione dei programmi di screening promossi dalla ASP territoriale;
g) mantiene i rapporti con la Commissione oncologica regionale;
h) redige annualmente una relazione sulle attività del DIPO;
i) rappresenta il DIPO anche presso enti esterni alla Provincia (Ministero della salute, Assessorato della salute della Regione Sicilia, etc.).
Il Coordinatore ha facoltà di nominare un proprio vice scelto tra i membri del Comitato di dipartimento, la cui carica avrà durata uguale a quella del mandato del Coordinatore; il vice-coordinatore coadiuva il Coordinatore nelle sue attività e lo sostituisce e lo rappresenta in caso di impedimento.
Il Segretario
Il Segretario viene eletto dal Comitato di Dipartimento, scelto tra i membri del Comitato stesso. Il segretario:
- provvede alla conservazione dell'archivio;
- redige i verbali delle riunioni del Comitato di Dipartimento;
- è garante della trasmissione delle informazioni dal Coordinatore
e dal Comitato di dipartimento alle strutture componenti il DIPO;
- in assenza del Coordinatore e del vice-coordinatore, presiede le riunioni del Comitato di dipartimento; quando svolge funzione sostitutiva del Coordinatore per impedimento di questi e del vicecoordinatore, e solo in questo caso, in caso di parità nelle votazioni, il voto del segretario avrà valore doppio.
Allegato 2
Il Dipartimento oncologico intra-aziendale delle aree non metropolitane
Può essere funzionale o strutturale con gestione di budget complessivo per l'area oncologica.
La costituzione del DIPO avverrà attraverso un protocollo d'intesa che verrà adottato dalle aziende ospedaliere di diritto pubblico, dalle strutture sanitarie di diritto privato accreditate e dalla ASP territoriale; tale protocollo d'intesa deve rispecchiare quanto espresso nel presente documento circa le finalità del DIPO e le sue caratteristiche organizzative.
La costituzione del DIPO e la sua continua implementazione dovranno essere posti come obiettivi prioritari nei piani attuativi aziendali e posti come criterio di definizione del finanziamento alle strutture sanitarie di diritto privato accreditate.
Obiettivi generali
Gli obiettivi principali del Dipartimento oncologico intra-aziendale sono i seguenti:
- la partecipazione alle attività della rete oncologica regionale;
- il miglioramento della qualità e dell'efficacia degli interventi;
- l'erogazione di livelli uniformi di prestazioni nell'ambito dell'Azienda ospedaliera;
- il mantenimento dei livelli quantitativi delle prestazioni erogate;
- l'informazione e la formazione per utenti interni ed esterni;
- la vigilanza sulla corretta applicazione delle norme.
Funzioni
Il Dipartimento oncologico aziendale assolve alle funzioni di:
- Erogare una prestazione specialistica oncologica esaustiva nella sua complessità a servizio della popolazione utente;
- Gestire ed utilizzare in modo completo tutte le risorse umane e strumentali della azienda già operanti ed attive nel settore oncologico;
- Attivare nuove metodiche cliniche e strumentali che possano completare la gamma di prestazioni sanitarie oncologiche già erogate;
- Complementare ed armonizzare le prestazioni oncologiche erogate attraverso l'adozione di protocolli diagnostici e terapeutici concordati, approvati ed adeguati allo stadio clinico e patologico dei pazienti;
- Controllare la qualità delle prestazioni erogate;
- Valutare il rapporto costo-beneficio di ogni atto sanitario erogato;
- Aggiornare di tutto il personale addetto a servizio dei pazienti oncologici;
- Partecipare alla ricerca con l'adozione di protocolli sperimentali nel rispetto dei codici etici;
- Umanizzare la prestazione sanitaria;
- Acquisire dati epidemiologici nosologici e di flusso da fornire al direttore generale della azienda per una più corretta programmazione sanitaria della azienda.
Il Dipartimento adotta come metodo di lavoro la costituzione di gruppi di lavoro che interessino trasversalmente le diverse strutture operative identificando obiettivi da raggiungere, tempi e responsabili di processo.
Il Dipartimento eroga direttamente e/o a supporto degli altri dipartimenti aziendali, le seguenti prestazioni:
- prestazioni di diagnosi, stadiazione e cura di tutte le patologie oncologiche solide e dei linfomi;
- Studio, tipizzazione cito-istologica, caratterizzazione biologica dei tumori;
- Screening dei tumori secondo le indicazioni dei piani regionali;
- Terapia medica dei tumori solidi e delle loro complicanze;
- Trattamenti radioterapici dei tumori solidi e dello loro complicanze;
- Trattamento chirurgico a scopo terapeutico e diagnostico dei tumori solidi;
- Trattamento chirurgico palliativo dei tumori solidi;
- Trattamento chirurgico di supporto alla diagnostica oncologica;
- Terapia del dolore oncologico;
- Terapia nutrizionale enterale e parenterale;
- Diagnostica strumentale oncologica per immagini;
- Diagnostica strumentale interventistica;
- Registrazione dei dati epidemiologici della patologia oncologica;
- Assistenza ai pazienti in fase terminale;
- Supporto psicologico ai pazienti oncologici ed ai loro familiari;
- Supporto psicologico al personale addetto al dipartimento;
- Trattamenti riabilitativi.
Composizione del Dipartimento
Il Dipartimento oncologico aggrega e coordina, nel rispetto della loro piena autonomia professionale, le strutture operative indicate nella parte generale del presente documento e presenti in ambito aziendale.
L'integrazione multidisciplinare è assicurata dai dipartimenti presenti in azienda, attraverso la condivisione dei modelli operativi definiti da linee guida e da protocolli adottati da tutti i dipartimenti aziendali.
Organico
L'organico del Dipartimento è costituito da tutto il personale medico e non medico assegnato alle piante organiche delle unità operative che costituiscono il Dipartimento. Ogni componente di questo organico, oltre i compiti specifici svolti nella struttura alla quale è assegnato, è tenuto a dare il proprio contributo anche alle attività di interesse generale del Dipartimento (attività assistenziale e selezione dei ricoveri, programmi di ricerca, attività periodiche di aggiornamento, partecipazione agli organismi collegiali e di organizzazione del Dipartimento).
Risorse
Le risorse del dipartimento sono rappresentate dalle strutture edilizie e dalle attrezzature disponibili all'atto della costituzione del dipartimento, oltre a quelle che potranno essere assegnate in futuro.
E' compito del direttore del dipartimento, sentito il comitato di dipartimento, garantire la massima razionalità di impiego e lo sfruttamento ottimale di queste risorse anche attraverso la stesura di specifici "accordi di programma", documenti concordati con i responsabili delle UU.OO. afferenti al dipartimento volti alla definizione degli obiettivi da raggiungere in un arco temporale predeterminato nonché delle risorse (umane, finanziarie, strutturali, tecnologiche) messe a disposizione e quindi utilizzabili allo scopo. La richiesta di modifiche strutturali o di assegnazione di nuove attrezzature può essere inoltrata, sentito il comitato di dipartimento, dal direttore di dipartimento alla Direzione Generale per la necessaria autorizzazione. Il Direttore di dipartimento è tenuto ad una costante verifica di gestione delle risorse assegnate, perseguendo l'obiettivo della razionalizzazione della spesa e del mantenimento di costanti ed uniformi livelli di assistenza.
Il budget assegnato al dipartimento deve essere periodicamente controllato dal relativo responsabile con il supporto operativo dell'ufficio di controllo di gestione aziendale allo scopo di poter gestire gli eventuali scostamenti rispetto alle previsioni e poter quindi formulare le conseguenti variazioni in modo da incidere positivamente sui risultati della azienda ospedaliera.
Il dipartimento oncologico può interagire con le associazioni di volontariato o privati che agiscono sul territorio al fine di poter reclutare risorse per il mantenimento dei livelli di assistenza o per il finanziamento di progetti orientati al miglioramento della qualità della prestazione erogabile in senso strutturale, assistenziale e scientifico.
Organismi dipartimentali
Il Dipartimento oncologico intra-aziendale è organizzato:
- Strutture di direzione e di coordinamento;
- Strutture operative.
Strutture di direzione e coordinamento
Coordinatore del Dipartimento
Il DIPO ha un coordinatore identificato nella figura di un oncologo medico, radioterapista, chirurgo ad indirizzo oncologico od ematologo che rivesta il ruolo di Direttore di Struttura Complessa dell'Azienda sanitaria provinciale o di Responsabile di Unità funzionale di un'Azienda sanitaria di diritto privato accreditata tra quelle indicate a partecipare al DIPO dal rispettivo Direttore generale e rappresentanti legali, che sia in possesso dei requisiti minimi di legge, a prescindere dal rapporto di lavoro con la struttura di riferimento, ma che risulti ufficialmente presso l'Assessorato alla salute come responsabile della rispettiva Unità Operativa. Il Direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale indica il coordinatore, il cui mandato sarà di due anni, non ripetibile consecutivamente.
Il coordinatore esercita le funzioni di direzione e coordinamento con particolare riguardo a:
- integrazione fra le strutture operative;
- rapporti con la Direzione Aziendale, Consiglio dei Sanitari;
- definizione dei piani di lavoro dipartimentali;
- coordinamento delle attività di educazione alla salute relative alla prevenzione e protezione dei lavoratori;
- coordinamento delle attività del sistema informativo e della Verifica e Revisione della Qualità dell'assistenza;
- attivazione dei gruppi di lavoro dipartimentali;
- promozione e coordinamento della formazione e dell'aggiornamento del personale dipendente;
- definizione con la Direzione aziendale dell'attribuzione al Dipartimento delle risorse finanziarie, di personale e strumentali e l'assegnazione delle stesse alle strutture operative secondo obiettivi concordati ed approvati dal Dipartimento.
Il Coordinatore del Dipartimento opera in stretto collegamento col Comitato del Dipartimento e può avvalersi, per l'esercizio di attività su obiettivi specifici, di operatori appartenenti alle varie strutture operative del Dipartimento previa intesa col Direttore ella struttura medesima.
Nell'ambito delle sue funzioni il Coordinatore può avvalersi di uno Staff di operatori nominandoli tra i dipendenti del Dipartimento (preferibilmente componenti del Comitato di Dipartimento), con funzioni di supporto, in particolare per le attività di:
- pianificazione, programmazione, budgeting;
- gestione, in collaborazione con l'Ufficio Controllo di gestione, del sistema di rilevazione delle prestazioni all'interno del Dipartimento finalizzato al monitoraggio delle attività sanitarie richieste al Dipartimento;
- attivazione, d'intesa con l'Ufficio Controllo di Gestione e S.I.L., di precisi flussi informativi finalizzati alla costruzione del sistema di reporting periodico;
- collaborazione con la Struttura Complessa Attività del Personale, con la Direzione Sanitaria di Presidio e con il Servizio Infermieristico, al fine di assicurare che l'assetto strutturale e organizzativo delle risorse umane dipartimentali sia funzionale al raggiungimento degli obiettivi.
Il Coordinatore del Dipartimento è coadiuvato da una segreteria amministrativa, identificata dalla Direzione di Azienda e destinata a svolgere tale attività.
Il Coordinatore del Dipartimento individua un supplente per i casi di assenza o impedimento fra i Direttori delle Strutture complesse del Dipartimento.
Il Comitato di Dipartimento:
La costituzione del Comitato di dipartimento, i suoi compiti e le sue funzioni sono disciplinati dai singoli Atti Aziendali.
Il Comitato di Dipartimento si riunisce su convocazione del Coordinatore del Dipartimento e lo coadiuva nell'esercizio delle sue funzioni.
A livello di Comitato vengono definiti i programmi del Dipartimento e la verifica della loro attuazione.
Il Coordinatore, attraverso il Comitato di Dipartimento, promuove periodicamente una verifica al fine di accertare il perseguimento delle finalità di integrazione e omogeneizzazione degli interventi e adotta le eventuali determinazioni per una migliore ottimizzazione delle attività svolte.
Il Comitato di Dipartimento:
- esprime parere obbligatorio preventivo su tutti gli atti ordinari del Direttore nonché ratifica i provvedimenti urgenti motivati, assunti dal Direttore;
- definisce insieme al Direttore del dipartimento iniziative o progetti a carattere programmatorio;
- collabora nell'attuazione dei programmi dipartimentali.
Le competenze del Comitato di Dipartimento sono:
- coordinare, stimolare e verificare le attività organizzative e funzionali del dipartimento con iniziative propositive;
- raccogliere le istanze ed i suggerimenti dei Direttori di struttura complessa e dei Responsabili di struttura semplice, che devono costituire momento di sintesi delle esigenze delle strutture operanti nell'ambito di competenza e formulare progetti migliorativi;
- proporre, sentiti gli altri Dipartimenti dell'Azienda, regole e programmi di collaborazione, schemi diagnostici e terapeutici, secondo le modalità di lavoro dipartimentale;
- definire proposte sulla consistenza e qualità dell'organico globale, ivi comprese l'istituzione o la soppressione di articolazioni organizzative a valenza dipartimentale, e sui criteri di distribuzione del personale del Dipartimento;
- esaminare le proposte dei Direttori di struttura complessa su consistenza e qualità dell'organico delle singole UU.OO.;
- definire i criteri per il rinnovo, aggiornamento e migliore utilizzo delle attrezzature ed apparecchiature, sulla base del budget assegnato;
- stabilire i criteri e le modalità operative per:
1. la formazione dei gruppi di lavoro al fine di qualificare le prestazioni sanitarie erogate;
2. la rotazione e l'interscambio del personale medico e non medico, per l'ottimizzazione dell'impiego;
3. l'articolazione dei turni e degli orari in relazione alle esigenze complessive del Dipartimento, nel rispetto delle competenze delle singole unità operative e secondo le norme dei contratti di lavoro, dei D.Lgs. nn. 502/92 e 517/93, e del regolamento aziendale;
4. definire i criteri per l'organizzazione delle prestazioni in regime di Day Hospital e ambulatoriale per la loro gestione integrata e per i conseguenti necessari rapporti con le strutture ospedaliere e territoriali;
5. recepire gli obiettivi aziendali ed elaborare i programmi annuali del Dipartimento (attraverso gli strumenti: scheda di budget e progetti obiettivo da concordare con la Direzione centrale competente), predisporre la relazione annuale consuntiva, analizzando i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi assegnati, all'andamento dei bisogni della popolazione del bacino d'utenza di competenza e considerata la mobilità sanitaria;
6. analizzare e definire i programmi di aggiornamento ordinario degli operatori del dipartimento, nonché di ricerca, di verifica e revisione della qualità delle prestazioni;
7. segnalare le necessità di formazione professionale degli operatori del Dipartimento in relazione a particolari esigenze non ricomprese nel punto precedente;
8. elaborare proposte in ordine all'organizzazione dell'attività libero-professionale nel rispetto delle norme vigenti;
9. individuare tra i Dirigenti di struttura complessa e semplice eventuali Referenti di settore per problematiche tecniche (non organizzative o gestionali) di competenza dipartimentale;
10. invitare in occasione di singole riunioni altri operatori dell'Azienda in relazione ai temi trattati.
Il Comitato di Dipartimento si riunisce a cadenza almeno mensile.
Strutture operative
I Direttori delle Strutture operative:
- dirigono le U.O. che hanno piena autonomia tecnico professionale nel rispetto dei livelli di omogeneità procedurale definiti dal Direttivo del Dipartimento;
- garantiscono i rapporti fra la propria U.O. e le altre del Dipartimento;
- rappresentano la propria U.O. nei rapporti interni al Dipartimento;
- dirigono il personale assegnato assicurando l'erogazione delle prestazioni di istituto e l'attuazione dei piani di lavoro approvati dalla Direzione Aziendale su proposta del Dipartimento;
- garantiscono l'integrazione del personale e l'omogeneizzazione delle procedure mediante l'attivazione di gruppi di lavoro di settore dei quali verificano periodicamente l'attività;
- provvedono all'utilizzo finale delle risorse assegnate per l'espletamento dei programmi definiti a livello dipartimentale.
Ufficio di segreteria del Coordinatore del Dipartimento L'ufficio di segreteria del Coordinatore del dipartimento affianca e supporta l'attività dipartimentale del Coordinatore. Presso tale ufficio è prevista almeno una unità amministrativa ed una unità sanitaria non medica (infermiere professionale coordinatore o infermiere professionale) che cureranno:
- La corrispondenza in arrivo e partenza del dipartimento;
- Gli adempimenti relativi al funzionamento degli organismi previsti dal presente regolamento;
- Il collegamento amministrativo con i direttori di UOC o i responsabili di US;
- Il collegamento con gli uffici amministrativi della azienda per pratiche del dipartimento o delle UU.OO. afferenti al dipartimento;
- Tutti gli adempimenti richiesti dal direttore del dipartimento;
- La raccolta di dati per il monitoraggio delle attività del dipartimento;
- Il personale dell'ufficio di segreteria del direttore del dipartimento rientra in percentuale nei centri di costo delle unità operative che partecipano al dipartimento di oncologia.
Commissioni
Il Coordinatore del dipartimento può istituire, previa deliberazione del comitato di dipartimento, "commissioni tecniche per i profili diagnostici e terapeutici", presiedute dallo stesso direttore o da un suo delegato. Compito delle commissioni è quello di approntare, alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche, le linee guida ed i profili diagnostici e terapeutici dell'azienda per ciascun organo o apparato.
Le commissioni sono aperte al contributo di rappresentanti nominati da altri dipartimenti.
Le linee guida ed i profili diagnostici e terapeutici saranno poi esaminati ed approvati tutto il comitato di dipartimento.
Prestazioni sanitarie erogate dal dipartimento oncologico Le prestazioni sanitarie saranno erogate in:
- regime ambulatoriale;
- regime di ricovero ordinario;
- regime di ricovero in day hospital.
Dovrà essere privilegiato il regime di ricovero in day hospital/day service ed il regime ambulatoriale.
Rappresentanza delle figure professionali non presenti nel Comitato di dipartimento
Un tecnico di radiologia ed un tecnico di laboratorio analisi sono cooptati a partecipare a tutte le riunioni del comitato di dipartimento senza diritto a voto. Il comitato di dipartimento così allargato svolge anche le funzioni di "Commissione per l'aggiornamento". L'aggiornamento per il personale del dipartimento deve essere autorizzato in una ottica in linea con le proposte organizzative innovative dello stesso dipartimento. L'aggiornamento va organizzato in via prioritaria all'interno della azienda al fine di renderlo fruibile al maggior numero di dipendenti.
Possono essere previsti scambi culturali e di aggiornamento reciproco con gli altri dipartimenti operanti sul territorio regionale o nazionale.
Informatizzazione del dipartimento
Sarà costituita una rete informatica con unità centrale nel server aziendale e terminali presso tutte le unità operative costituenti il dipartimento. Sarà quindi possibile costruire una banca dati con "accesso protetto" da tutte le unità operative costituenti il dipartimento riguardo le notizie anagrafiche e clinico strumentali dei pazienti che accedono a prestazioni del dipartimento oncologico. La rete informatica aziendale dovrà essere compatibile con il progetto di informatizzazione regionale con accessibilità ai dati degli altri dipartimenti regionali e possibilità di accesso ai dati provinciali dagli altri dipartimenti oncologici regionali.
Norme per le riunioni del Comitato di Dipartimento Le riunioni del Comitato di Dipartimento avranno una frequenza almeno mensile ed avranno validità quando siano presenti la maggioranza dei componenti; è ammessa la facoltà di delega, formalmente espressa. Le assenze devono essere formalmente motivate.
Il Comitato di Dipartimento può riunirsi in forma straordinaria su proposta motivata di almeno un terzo dei componenti il Comitato stesso.
Le riunioni del Comitato di Dipartimento sono obbligatorie per tutti i componenti ed il tempo delle sedute viene considerato come servizio svolto.
L'ultima riunione dell'anno sarà dedicata alla presentazione della relazione consuntiva annuale e del piano di programmazione della attività dipartimentale e sarà consentita la partecipazione a tutto il personale medico e non, operante nel Dipartimento.
Le decisioni del Comitato dovranno essere approvate con votazione palese dalla maggioranza semplice dei presenti aventi diritto al voto. In caso di parità di voti, avrà valore dirimente quello del Coordinatore o suo sostituto.
La redazione dei verbali delle riunioni, approvati e sottoscritti dai membri del Comitato Direttivo, sarà curata dal Segretario di Dipartimento. Il Direttore di ogni U.O. curerà la successiva informazione del personale dipendente sulle decisioni assunte in occasione delle riunioni.
Allegato 3
Note operative
I tre DIPO interaziendali metropolitani ed i DIPO intra-aziendali si integrano ad un secondo livello a formare la Rete oncologica della Regione Sicilia (RE.O.S.). Ciò richiede elevati livelli organizzativi il cui soddisfacimento non può prescindere dalla fruizione di una rete informatica altamente evoluta; essa prevederà la presenza, all'interno della home page di ogni singola azienda sanitaria, di un link di ingresso alla Rete oncologica aziendale (ROA), da cui si accederà ai servizi della rete aziendale e, attraverso link dedicati, ai database delle unità operative e dei servizi diagnostici coinvolti nel percorso del paziente oncologico.
Tramite il proprio ID number e la propria password ogni operatore facente capo alla rete oncologica regionale potrà accedere a servizi ed informazioni delle singole ROA con privilegi crescenti secondo il proprio ruolo gerarchico.
Attraverso un programma di posta elettronica certificata gli operatori della Rete Oncologica Regionale dovranno poter comunicare reciprocamente via e-mail; questo favorirà enormemente la trasmissione di informazioni riguardanti gli ambiti clinici, organizzativi, formativi e scientifici con una benefica ricaduta sul funzionamento del sistema e sulla capacità di soddisfacimento delle esigenze di salute del singolo utente.
All'organizzazione della Rete Oncologica concorreranno quindi la creazione di un portale web "Rete oncologica siciliana" che fornirà tutte le informazioni logistiche inerenti le strutture afferenti alla RETE ed in cui saranno presenti i link per adire alle singole strutture ed alle funzioni di consultazione di archivi esplicitate in precedenza.
L'adozione di una cartella informatizzata comune con accesso in rete possibile da parte di tutte le strutture aderenti alla RETE, che permetta a tutti gli operatori di poter attingere alle principali informazioni cliniche per singolo paziente al fine di garantire a quest'ultimo il più agevole percorso di diagnostica e cura, anche nel caso in cui tale percorso attraversi per motivi di opportunità o di scelta del paziente strutture sanitarie diverse, rispondendo inoltre alla richiesta di contenimento dei costi, evitando ad esempio inutili ripetizioni di esami diagnostici.
Tale collegamento in rete dovrà garantire anche l'accesso all'archivio delle immagini e delle refertazioni delle unità di radiologia e di medicina nucleare, dell'archivio dei referti e delle immagini dei preparati istologici delle unità di anatomia patologica, dell'archivio dei referti delle unità di endoscopia digestiva e delle cartelle cliniche delle unità di chirurgia e di radioterapia oncologica delle strutture sanitarie facenti parte della RETE; ovviamente tale accesso avverrà attraverso modalità protette da password, con funzioni limitate gerarchicamente per ogni singolo operatore, a garanzia della privacy dei pazienti e della sicurezza globale del sistema. L'accesso alle informazioni archiviate presso altre strutture sanitarie sarà permesso agli operatori per singolo paziente, mentre non sarà consentito l'accesso ad intere serie di pazienti a finalità statistiche e/o di ricerca senza una preventiva autorizzazione della direzione sanitaria della struttura presso la quale i dati sono archiviati.
La Rete oncologica della Regione Sicilia sarà dotata di una Commissione della Rete oncologica regionale di cui faranno parte quali membri di diritto:
- i Coordinatori dei DIPO;
- 1 membro dell'Assessorato alla Salute della Regione Sicilia;
- 1 medico di Medicina Generale;
- 1 rappresentante delle Associazioni dei Pazienti.
1. La Commissione prevede la figura di un Coordinatore regionale eletto tra i coordinatori dei DIPO con incarico di durata biennale, non ripetibile consecutivamente, che ha il compito precipuo di coordinare tra loro le attività dei dipartimenti oncologici. I direttori di dipartimento dovranno possedere i requisiti identificati all'articolo 17 bis del D.Lgs. n. 229/99;
2. La Commissione regionale esprimerà parere sulla assegnazione di fondi dedicati all'oncologia;
3. La Commissione regionale potrà articolarsi in gruppi di lavoro con specificità di compiti assegnati al fine di rendere produttiva l'attività dello stesso;
4. Ogni attività prodotta dai gruppi di lavoro avrà esecutività solo dopo l'approvazione collegiale da parte della commissione che dovrà riunirsi con periodicità almeno quadrimestrale;
5. I gruppi di lavoro si riuniranno con periodicità predefinita (almeno cadenza bimestrale) in sedi da definirsi di volta in volta ed avranno i seguenti compiti:
- sviluppare dei PDT per le principali patologie oncologiche, identificandone i vari passaggi sulla scorta dei dati di letteratura più accreditati;
- selezionare i luoghi in cui tali passaggi possono essere soddisfatti, realizzando un censimento dei percorsi diagnostico-terapeutici attivi all'interno delle varie realtà di ospedalità pubblica e privata;
- concordare con le varie strutture sanitarie provinciali delle corsie preferenziali che garantiscano il pronto, equo e funzionale accesso alla diagnostica ed alla cura dei pazienti;
- agire in coordinamento con i referenti provinciali della Rete delle radioterapie, della Rete delle cure palliative, della Rete della terapia del dolore, dei MMG e sviluppare di concerto ad essi profili di intervento volti ad ottimizzare le risorse massimizzando la resa del sistema;
- garantire una piena e completa diffusione di ogni informazione utile circa la esistenza di programmi di accesso a farmaci innovativi e/o di studi clinici controllati con farmaci antitumorali attivi presso le varie strutture oncologiche della provincia e facilitare l'eventuale arruolamento dei pazienti all'interno di tali programmi (stilando un elenco di "expanded access programs" e studi clinici controllati attivi presso le singole strutture facenti parte della rete in cui saranno reperibili le informazioni più importanti circa il tipo di agente farmacologico in studio e/o in programma di accesso espanso, le caratteristiche di elegibilità dei pazienti e le modalità con cui riferirli ai ricercatori che conducono lo studio; tali informazioni saranno fruibili da parte dei componenti la RETE, dei MMG e dei componenti le altre RETI regionali);
- monitorizzare, di concerto con la ASP e gli uffici preposti, i tempi di attesa per l'accesso alle prestazioni con una cadenza annuale;
- stilare dei criteri di appropriatezza dell'utilizzo delle metodologie diagnostiche, degli iter stadiativi e diagnostici e dei protocolli di trattamento farmacologico e proporre all'Assessorato delle linee comportamentali in grado di coniugare efficacia ed efficienza traducendosi in un ottimale output clinico (migliori risultati in termini di apporto di salute) ed un ottimale utilizzo delle risorse (garantendo la sostenibilità dei processi);
- stilare dei programmi di approccio al trattamento medico ed alla gestione clinica globale dei pazienti più fragili (anziani, disabili, extra-comunitari etc.);
- farsi promotori di programmi di formazione ed aggiornamento del personale infermieristico e medico di concerto con le Università, i provider istituzionali e con le società scientifiche; tali attività potranno prevedere:
- organizzazione di corsi di aggiornamento rivolti al personale infermieristico e medico;
- organizzazione di corsi monotematici su singole patologie;
- organizzazione di incontri multidisciplinari con i componenti di altre branche specialistiche coinvolte nel percorso del paziente oncologico;
- pubblicazione online di linee guida per la prescrizione, preparazione e somministrazione delle terapie farmacologiche antitumorali rivolte al personale infermieristico, medico e di farmacia ospedaliera che dovranno essere adottate da tutte le strutture oncologiche regionali;
- organizzazione di incontri di aggiornamento rivolti ai MMG ed agli specialisti di altre branche;
- sviluppare programmi di audit interno per controllare i livelli di applicazione delle direttive regionali e di qualità dei servizi logistici e clinici resi;
- promuovere studi di fase IV e valutazioni retrospettive da cui trarre l'esito degli output finali del processo in termini di ricadute sulla salute pubblica;
- rendere omogenee le modalità di articolazione dei percorsi diagnostico-terapeutici attraverso passaggi comuni e condivisi che si traducano in modalità omogenee di presa in carico del paziente oncologico nel corso di una prima visita ambulatoriale;
- adottare un percorso omogeneo, comune e condiviso che guidi la procedura di prescrizione, preparazione e somministrazione dei farmaci antitumorali;
- vigilare che le attività di follow-up clinico vengano svolte secondo modalità omogenee e coerenti con i dettami delle linee guida nazionali ed internazionali, al fine di assicurare al paziente le migliori garanzie possibili circa il corretto monitoraggio dello stato di salute e di malattia e, nel contempo, evitare l'esecuzione di esami strumentali inutili e/o ridondanti e garantire l'economicità e sostenibilità del processo;
- garantire presso il proprio domicilio le migliori terapie di supporto ai pazienti la cui evoluzione sfavorevole della propria malattia, unitamente al deterioramento dello stato di performance controindichi la prosecuzione dei trattamenti antitumorali specifici, siano queste terapie nutrizionali, antalgiche o altro o, qualora ciò non fosse possibile, attraverso l'ospedalizzazione in hospice oncologico. A tale scopo il consiglio direttivo della Rete oncologica dovrà correlarsi funzionalmente con la Rete delle cure palliative e della Terapia del dolore, oltre che con le associazioni che si occupano di assistenza domiciliare oncologica.
La realizzazione delle Reti Oncologiche è:
condizione essenziale per la presa in cura complessiva del malato di cancro, la continuità di cura, la riabilitazione ed il sostegno psicologico.
Non è più tollerabile che in molte Regioni non esista tale rete... (Roma 16-19 maggio 2013 - VIII Giornata nazionale del malato oncologico).
Il documento va considerato versione definitiva in quanto approvato dalla maggioranza del gruppo di lavoro istituito per la revisione dello stesso, e condiviso dalla maggior parte degli Apicali e dei Responsabili delle U.O. di Oncologia Medica siciliane.