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ASSESSORATO DELLA SALUTE

DECRETO 14 gennaio 2015

SUPPLEMENTO ORDINARIO G.U.R.S. 23 gennaio 2015, n. 4

Riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia.

L'ASSESSORE PER LA SALUTE

Visto lo Statuto della Regione;

Visto il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modifiche ed integrazioni sul riordino della disciplina in materia sanitaria;

Visto il D.P.R. 14 gennaio 1997, "Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private";

Visto il D.A. 17 giugno 2002, n. 890 e successive modificazioni, recante direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione Siciliana;

Vista la legge 16 novembre 2001, n. 405, che stabiliva i nuovi parametri per il dimensionamento della rete ospedaliera dal 5,5 al 5 per mille per abitanti (di cui l'1 per mille destinato alla riabilitazione e alla lungodegenza);

Vista la delibera di Giunta regionale n. 135 del 7 maggio 2003 con la quale la Regione Siciliana ha definito il riassetto delle rete ospedaliera dei posti letto sia pubblici che privati, ridefinendo "in minus" il numero dei posti letto per acuti e contestualmente programmando, anche per singolo bacino provinciale, la dotazione dei posti letto di lungodegenza e riabilitazione;

Vista l'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 che, all'art. 4, comma 1, fissa inoltre il nuovo standard di posti letto - sia pubblici che privati - della rete ospedaliera, ricomprendendo nel parametro del 4,5 per mille abitanti sia la dotazione dei posti letto per acuti che quelli per post-acuti;

Visto l'Accordo attuativo del Piano previsto dall'art. 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 ed il "Piano di rientro, di riorganizzazione, di riqualificazione, di individuazione degli interventi per il perseguimento dell'equilibrio economico del servizio sanitario regionale" sottoscritto dal Ministro della salute, dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal Presidente della Regione in data 31 luglio 2007 successivamente approvato dalla Giunta regionale della Regione Siciliana con delibera dell'1 agosto 2007, n. 312, resa esecutiva con il DA 6 agosto 2007, n. 1657 che prevede, come obiettivo prioritario, la rifunzionalizzazione della rete ospedaliera;

Visto l'art. 1, comma 796, lett. b, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, a tenore del quale gli interventi individuati dal Piano "sono vincolanti per la Regione che ha sottoscritto l'accordo e le determinazioni in esso previste possono comportare variazione di provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima regione in materia di programmazione sanitaria";

Visto l'art. 6 dell'Accordo sopra richiamato secondo il quale "gli interventi individuati dal Piano allegato al presente accordo sono vincolanti, ai sensi dell'art. 1,comma 796, lett. b, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per la Regione Siciliana e le determinazioni in esso previste comportano effetti di variazione dei provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima regione in materia di programmazione sanitaria";

Visto il D.A. n. 3473 del 24 dicembre 2008, recante "Indirizzi e criteri per l'applicazione del Piano di rientro di cui all'art. 1, comma 180, legge 30 dicembre 2004, n. 111 [N.d.R. recte: legge 30 dicembre 2004, n. 311], stipulato dalla Regione Siciliana in data 31 luglio 2007 e approvato dalla Giunta regionale l'1 agosto 2007" che ha disposto la revisione della rete ospedaliera per acuti con la diminuzione di posti letto effettivamente attivati (pubblici e privati) e la contestuale riorganizzazione dei servizi territoriali, da attuarsi con apposito provvedimento finalizzato all'individuazione della risposta riabilitativa e della lungodegenza;

Vista la legge regionale n. 5 del 14 aprile 2009, recante il titolo "Norme per il riordino del servizio sanitario regionale" che prevede, agli artt. 8 e 33, a partire dall'1 settembre, la cessazione delle esistenti Aziende sanitarie e la costituzione delle nuove Aziende del servizio sanitario regionale nel numero di nove ASP, due ARNAS, tre Aziende Policlinico Universitarie e tre Aziende ospedaliere, nonché delle IRCCS Bonino Pulejo di Messina e Oasi di Troina;

Visto il comma 4, lettere c, d, e, dell'art. 2 della legge regionale n. 5/2009 che prevede una equilibrata distribuzione territoriale (...) anche attraverso l'accorpamento e/o eliminazione di strutture organizzative risultanti superflue (...) il superamento della frammentazione (...) la rifunzionalizzazione di presidi ospedalieri sottoutilizzati o a bassa complessità con razionali modelli organizzativi più rispondenti agli accertati bisogni di salute e il potenziamento dei servizi sanitari territoriali;

Visto il D.A. 12 giugno 2009, n. 1129, con il quale sono stati definiti i parametri di valutazione per le case di cura accreditate, i criteri per il miglioramento dell'appropriatezza dei ricoveri e individuati i posti letto da riconvertire in riabilitazione e lungodegenza per le case di cura private;

Visto il D.A. 15 giugno 2009, n. 1150, recante "Indirizzi e criteri per il riordino, la rifunzionalizzazione e la riconversione della rete ospedaliera e territoriale regionale", con il quale sono stati approvati i criteri per il miglioramento dell'appropriatezza dei ricoveri di cui all'allegato 1 e le regole per il governo del sistema ospedaliero regionale e relative attività di controllo di cui all'allegato 2 dello stesso decreto;

Visti i decreti del 25 maggio 2010, con i quali sono stati adottati i Piani di riordino della rete ospedaliera, per ciascuna Azienda sanitaria in conformità alle disposizioni normative soprarichiamate, che costituiranno anche la base dell'adozione del nuovo piano di riassetto della rete ospedaliera e territoriale e degli atti aziendali e dotazioni organiche, con il conseguente progressivo allineamento agli standard nazionali, frattanto intervenuti, sia a livello regionale che tendenziale per bacino e singola provincia;

Visto il D.A. 11 maggio 2009, n. 875 e s.m.i. "Indirizzi per l'attuazione del day service nelle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate e definizione delle tariffe delle prestazioni";

Visto il D.A. n. 2687 del 5 novembre 2010 e s.m.i., con il quale è stata data attuazione al Patto per la salute per gli anni 2010-2012;

Visto il Piano sanitario regionale "Piano della salute" 2011-2013, approvato con decreto presidenziale 18 luglio 2011, pubblicato nel S.O. n. 2 della Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 32 del 29 luglio 2011, che definisce, nell'ambito della compatibilità finanziaria ed in coerenza con il Piano sanitario nazionale, gli strumenti e le priorità idonei a garantire l'erogazione delle prestazioni del servizio sanitario regionale in ottemperanza ai livelli essenziali di assistenza, agli indirizzi della politica sanitaria regionale nonché alle disposizioni della normativa vigente in materia;

Richiamati gli "Obiettivi di Piano" per i quali i direttori generali operano secondo specifiche aree per realizzare il miglioramento dei LEA e l'efficienza organizzativa dei servizi sanitari:

1) Area dell'appropriatezza e dell'assistenza ospedaliera.

2) Area di consolidamento e miglioramento dell'area territoriale.

3) Area della organizzazione/riorganizzazione della struttura operativa.

Considerato che il Piano sanitario regionale è attuato nella programmazione sanitaria locale dalle Aziende sanitarie attraverso i Piani attuativi aziendali (PAA), anch'essi previsti dalla legge regionale n. 5/2009;

Visto il D.A. n. 496 del 13 marzo 2013 che approva le "linee di indirizzo per le attività di controllo analitico delle cartelle cliniche nel Sistema sanitario regionale" e il relativo "Piano annuale controlli analitici (PACA)" 2012/2013" e successive modifiche e integrazioni;

Considerato che la legge regionale n. 5/2009 identifica il distretto ospedaliero quale multi-presidio polifunzionale che opera mediante una Spoke e la istituzione di ospedali riuniti multi-presidio, che operano secondo specifiche mission aziendali e di presidio con unico codice di struttura;

Ritenuto sottolineare che la riorganizzazione attuata con il presente decreto si svilupperà attraverso la rete integrata dei servizi ospedale-territorio con il mantenimento dei piccoli presidi ospedalieri riorganizzati secondo il "modello ospedali riuniti", al fine di garantire un livello assistenziale omogeneo con modelli tecnico-professionali condivisi, utilizzo di equipe integrate e percorsi assistenziali definiti. L'assistenza attraverso la sperimentazione del modello ospedali riuniti prevede la completa integrazione dei livelli di cura fra i diversi presidi ospedalieri che appartengono allo stesso modello al fine di completare il percorso assistenziale fra la alta intensità, la media intensità e la bassa intensità (per pazienti post-acuti), avuto riguardo dell' integrazione e multidisciplinarietà tra i diversi apporti affinché i percorsi terapeutico assistenziali messi in atto si potenzino completandosi;

Visto il parere positivo emesso in data 12 ottobre 2012 dal Nucleo di valutazione del Ministero della salute sul Documento unitario di programmazione degli investimenti sanitari in Sicilia (DUPISS), redatto secondo la prevista metodologia MexA e in cui sono integrate anche la programmazione delle risorse europee 2007-2013 per l'adeguamento delle dotazioni di alta tecnologia, trasmesso al Ministero dell'economia e finanze in data 20 novembre 2012 per l'acquisizione del prescritto assenso tecnico-finanziario per la sottoscrizione dell'Accordo di programma;

Vista la delibera della Giunta regionale n. 365 del 6 novembre 2013, che individua le linee di indirizzo per la rimodulazione della rete ospedaliero-territoriale: "(i) la sinergia tra sistema di offerta pubblico e sistema di offerta privato in termini di complementarietà evitando sovrapposizioni; (ii) eliminare duplicazioni evitando la frammentazione della rete dei servizi in un'ottica di crescita della qualità sia nel sistema pubblico che nel sistema privato; (iii) connotare in modo specifico ogni presidio della rete ospedaliera pubblica avuto riguardo del contesto territoriale, dello stato di avanzamento degli eventuali investimenti già effettuati, dei collegamenti con gli altri servizi ospedalieri e territoriali a livello provinciale, di bacino e regionale, della necessità di ottimizzare le risorse umane e l'utilizzo delle tecnologie; (iv) orientare il sistema privato accreditato, attraverso il processo di negoziazione con le aziende sanitarie, a conformare l'offerta in modo funzionale a completare quella pubblica, valorizzando in particolare le tipologie di prestazioni per le quali si registrano ancora elevati tassi di migrazione sanitaria (Drg fuga) e concorrendo, insieme al sistema pubblico, a migliorare l'attrattività delle strutture e a ridurre il tasso di mobilità passiva; (v) efficientare la rete di emergenza-urgenza e delle terapie intensive e completare il processo di messa in sicurezza dei punti nascita, secondo il livello e gli standard di sicurezza stabiliti dagli indirizzi di programmazione nazionali e dalle linee guida di settore";

Vista la nota prot. n. 24042 del 18 marzo 2014, con cui questo Assessorato ha proposto, in riscontro alla nota DGPROG 28633-p del 7 novembre 2013, la sottoscrizione di un accordo stralcio tramite un Addendum alla proposta di Accordo di programma, relativo ai primi 74 interventi sui 79 complessivamente previsti nel nuovo ciclo di programmazione (DUPISS) rappresentando che si tratta di interventi divenuti "indifferibili in relazione allo stato di inadeguatezza in cui versano le attuali strutture sanitarie";

Visto l'Addendum all'Accordo di programma per il DUPISS inviato con la suddetta nota prot. n. 24042 del 18 marzo 2014 che prevede, in coerenza con le linee di indirizzo ratificate dalla Giunta regionale con la sopraccitata delibera n. 365 del 6 novembre 2013, che al momento della sottoscrizione dell'Accordo di programma l'Assessorato ne darà comunicazione alle direzioni delle aziende interessate per "richiedere la coerenza degli interventi con l'emanando piano di rimodulazione della rete ospedaliero-territoriale anche al fine di valutare l'esigenza di eventuali rimodulazioni";

Considerato che il processo di riordino della rete ospedaliera non può prescindere dal riordino della rete territoriale e deve contestualmente prevedere il riordino della rete del sistema emergenza-urgenza ospedaliera-territoriale in modo da garantire all'assistito cure immediate di stabilizzazione e di trasporto tempestivo nel contesto ospedaliero più appropriato, con conseguente riduzione degli accessi a setting assistenziali impropri;

Ritenuto pertanto che la rete ospedaliera-territoriale dovrà essere sviluppata secondo una concezione dinamica dell'assistenza che assicuri l'integrazione tra i nodi della rete e possa essere modificata sulla base dell'evoluzione delle conoscenze e competenze professionali e gestionali, nonché di intervenute innovazioni legislative e fermi e impregiudicati gli effetti degli obblighi derivanti da pronunce di organi giurisdizionali;

Valutati gli effetti prodotti sul sistema dalla introduzione del "day service" quale modalità assistenziale alternativa al ricovero ospedaliero;

Considerato che il day service si configura, pertanto, come un modello centrato sul percorso clinico e non sulla singola prestazione, rispondendo alla necessità di gestione di situazioni cliniche complesse, tali da richiedere una presa in carico del paziente, per un suo inquadramento globale e la definizione in tempi brevi della relativa gestione assistenziale, ma per le quali il ricovero in regime ordinario e/o in Day Hospital risulta inappropriato;

Visto il DA n. 2536/11 di "Riordino e razionalizzazione della rete dei punti nascita" e s.m.i.;

Considerato di dovere trasfondere nel riassetto della revisione della rete ospedaliera quanto già contenuto nel suddetto DA n. 2536/2011 adottando con il presente decreto le risultanze della ricognizione della rete dei punti nascita con gli atti di programmazione già vigenti dove non modificati dal presente decreto;

Valutata l'opportunità di prevedere, per le strutture private accreditate, purchè monospecialistiche, la previsione del mantenimento della struttura sanitaria anche con un numero di posti letto inferiore al valore soglia previsto dall'emanando regolamento ministeriale, con particolare in riferimento alle strutture psichiatriche e a quelle sede di punto nascita di I e II livello;

Vista la deliberazione n. 285 del 7 agosto 2013 allegato A pag. 2, con la quale si dispone specificamente che "le aziende sanitarie attivino i posti letto di rianimazione previsti dalla programmazione regionale e non attivati..."

Visto il Piano interregionale delle "Isole minori e zone a difficoltà di accesso" valutato dalla Commissione salute nella seduta dell'11 giugno 2014;

Ritenuto di potere prevedere, nelle more della definitiva approvazione del Piano interregionale delle "Isole minori e zone a difficoltà di accesso" in sede di conferenza Stato Regioni, nei presidi in cui vengono dismessi i punti nascita, la possibilità di mantenere le unità operative di ostetricia e ginecologia per le attività, sia di ricovero ordinario che a ciclo diurno,inerenti le prestazioni di ginecologia e ostetricia con la sola esclusione dell'evento parto;

Visto il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazione, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, ed in particolare l'articolo 15, comma 13, lettera c) dispone che le Regioni, sulla base e nel rispetto degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi, che saranno definiti con apposito regolamento e tenendo conto della mobilità interregionale, adottino provvedimenti di riduzione dello standard di posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per abitanti di cui 0,2 per lungodegenza e 0,5 per riabilitazione, adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici ed assumendo come riferimento un tasso di ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti di cui il 25 per cento riferito a ricoveri diurni;

Tenuto conto delle stringenti disposizioni introdotte nel 2012 dal legislatore nazionale in tema di spending review e di sostenibilità del sistema sanitario nazionale le quali impongono che la nuova pianificazione regionale deve fondarsi sul consolidamento dei risultati raggiunti nei due trienni precedenti e rilanciarsi in ulteriori interventi di sistema derivanti dall'obbligo di attuare le nuove disposizioni normative; le strutture ospedaliere dovranno adeguare la propria organizzazione, per assicurare la presa in carico delle persone assistite, secondo livelli di gravità e di bisogno differenziati secondo il nuovo modello di ospedali riuniti;

Stante che la Regione è tenuta a provvedere conseguenzialmente alla riorganizzazione della rete ospedaliero-territoriale su base regionale, per bacino e provincia di riferimento nonché per singolo presidio in esito ad una profonda rivisitazione dei criteri e del metodo a base dell'avvio della fase di implementazione secondo i nuovi parametri, definendo, per ogni presidio pubblico e privato sia per acuti che per post-acuti, la "mission" specifica, il dettaglio per singola disciplina e posto letto specificamente per attività di ricovero ordinario e di day hospital e assegnando ad ogni disciplina anche l'identificazione relativa alla tipologia di struttura semplice o complessa;

Ravvisata l'opportunità di sviluppare ulteriori strategie d'intervento che, agendo sull'organizzazione e sull'appropriatezza clinica, investendo sulla valorizzazione delle risorse umane e professionali, determinino le condizioni per il miglioramento continuo della qualità dei servizi e dello stato di benessere della popolazione, nonostante il progressivo decremento del finanziamento complessivo del sistema sanitario e sociosanitario;

Tenuto conto del documento adottato dal comitato LEA nella seduta del 26 marzo 2012, in aderenza a quanto previsto dall'intesa Stato Regioni del 3 dicembre 2009, concernente il "Patto per la salute per gli anni 2010/2012" con il quale sono stati approvati gli standard per la individuazione delle strutture semplici e complesse nonché delle posizioni organizzative e di coordinamento e con il quale documento è stato fissato lo standard per le strutture complesse nella misura di 17,5 posti letto per quelle ospedaliere e di n. 13.515 residenti per quelle non ospedaliere e con il quale è stato altresì fissato lo standard di 1,31 strutture semplici per struttura complessa;

Preso atto che la rideterminazione delle unità operative, delle posizioni organizzative e di coordinamento è stata parzialmente realizzata negli anni precedenti e che quindi si è reso necessario provvedere, con il presente atto di programmazione, alla rimodulazione della rete ospedaliera territoriale propedeutica alla riadozione degli atti aziendali e delle dotazioni organiche;

Considerato che il progetto di rimodulazione della rete approvato col presente decreto prevede un allineamento progressivo agli standard previsti dal documento adottato dal comitato LEA nella seduta del 26 marzo 2012 e dall'emanando regolamento ministeriale richiamato dal D. L. n. 95/2012 convertito in legge n. 135/2012 e pertanto si prevede fin d'ora un piano di rimodulazione del numero equivalente fuori standard delle UOC. A seguito dell'atto di intesa, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131 concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016, sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 10 luglio 2014 e del relativo regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" CSR del 5 agosto 2014, fermo restando l'impianto complessivo definito con la riprogrammazione della rete già presentato, si rende necessario, alla luce del predetto regolamento, rivisitare le attività del cronoprogramma di adeguamento agli standard come di seguito riscontrabile.

Tali revisioni sono state sintetizzate in una tabella, allegata al presente DA, che rappresenta in logica matriciale l'adeguamento delle discipline agli standard di cui al predetto regolamento attraverso un processo di allineamento progressivo fino al raggiungimento dell'obiettivo previsto al 31 dicembre 2016.

Nelle colonne della matrice sono riportate le diverse fasi del processo di allineamento:

1. Nella prima colonna sono rappresentate le discipline a oggi presenti in regione per come rilevabili da modello HSP;

2. Nella seconda colonna sono rappresentate le discipline presenti nel progetto di rimodulazione predisposto il 24 luglio u.s. e trasmesso tramite sistema documentale il 4 agosto 2014;

3. Nella terza colonna sono rappresentate le discipline riviste alla luce delle prime azioni correttive necessarie all'allineamento al regolamento al 31 dicembre 2014. In pari data sarà presentato il piano di dettaglio di adeguamento come richiesto dall'art. 1, comma 2, del regolamento;

4. I dati della quarta colonna fanno riferimento al valore minimo e massimo a cui la revisione delle discipline dovrà tendere entro il 31 dicembre 2016 a completamento del processo di adeguamento della rete;

5. Nella quinta colonna sono indicate le azioni correttive in funzione dell'impatto percentuale che pubblici e privati hanno sul sistema;

6. Nella sesta colonna sono rappresentate le discipline rimodulate, (righe in viola) in funzione di ipotesi fattive di riduzione all'1 settembre 2015. Sono state prese in considerazione in primo luogo le discipline significamene fuori standard e di cui si prevede una riduzione almeno pari al 30%, con l'eccezione della medicina generale la cui riduzione si ipotizza del 20%.

In data 1 settembre 2015 sarà presentata anche la prima revisione del piano di dettaglio di adeguamento in funzione delle variabili esogene ed endogene al sistema che ne potranno condizionare l'avanzamento, prevedendo una seconda revisione al 31 maggio 2016;

Tutte le UOC, secondo la disciplina di appartenenza, saranno sottoposte a valutazione comparativa utilizzando i parametri di performance, volumi, esiti ed appropriatezza erogativa.

Analoga previsione dovrà essere effettuata in riferimento alle discipline il cui numero complessivo fra erogatori pubblici e privati eccede lo standard di riferimento di cui all'emanando regolamento, nonché per il numero dei posti letto equivalenti eccedenti lo standard;

Precisato che al termine della valutazione, qualora le UOC siano rappresentative del corrispondente livello di complessità e di presenza territoriale, anche se interessate da valutazione negativa, le stesse continuano ad essere mantenute nel rispetto delle funzioni minime previste nell'emanando regolamento ministeriale; in ogni caso le predette UOC devono rispondere agli standard di sicurezza e qualità previsti dalla normativa di settore;

Valutata la necessità altresì di provvedere alla riorganizzazione dell'attività della rete dei registri tumori di cui all'art. 27 legge regionale n. 5/2009 anche attraverso l'assegnazione di specifica dotazione organica;

Considerato che la Regione Siciliana ha deciso di avvalersi della facoltà prevista all'art. 15, comma 20, del D.L. n. 95/2012, convertito in legge n. 135/2012, in continuità con il Programma operativo 2010-2012 di prosecuzione del Piano di rientro, mediante la predisposizione di un "Programma operativo di consolidamento e sviluppo delle misure strutturali e di innalzamento dei livelli di qualità del sistema sanitario regionale" per il triennio 2013-2015", in corso di approvazione da parte dei Ministeri della salute e dell'economia;

Vista la delibera di Giunta regionale n. 218 del 27 giugno 2013 con la quale si apprezza la bozza di Programma operativo di consolidamento e sviluppo (POCS) 2013/2015;

Visto il DA n. 476 del 26 marzo 2014 di adozione del "Programma operativo di consolidamento e sviluppo 2013/2015" delle misure strutturali e di innalzamento dei livelli di qualità del sistema sanitario regionale;

Visto il DA n. 678 del 23 aprile 2014 "Integrazioni e correzioni al Programma operativo di consolidamento e sviluppo delle misure strutturali e di innalzamento dei livelli di qualità del sistema sanitario regionale 2013/2015 già approvato con DA n. 476 del 26 marzo 2014";

Vista la nota prot. n. 24042 del 18 marzo 2014 "Accordo di programma ex art. 20 legge n. 67/88 per l'utilizzo delle risorse derivanti da somme residuate da programmazioni precedenti e dai riparti di cui alle leggi nazionali n. 296/2006 e n. 244/2007 - primo stralcio;

Tenuto conto degli indirizzi contenuti nel documento prot. n. 8003305 del 18 marzo 2013 sulla "Razionalizzazione delle reti assistenziali della Regione Siciliana" redatto dal AGENAS;

Visto che con DA 9 settembre 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 44 del 27 settembre 2013, è stata recepita l'Intesa Stato Regioni del 20 dicembre 2012 sul documento che definisce la disciplina per la revisione della normativa dell'accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private;

Visto il DA n. 40 del 2013 "Rete pediatrica: riorganizzazione posti letto CEMI e ARNAS P.O. Di Cristina di Palermo";

Vista la delibera di Giunta regionale n. 192 del 29 maggio 2013 "Nuove disposizioni per l'Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie di alta specializzazione (ISMETT) e SMI";

Vista la delibera di Giunta regionale n. 409 del 24 dicembre 2013 "Schema dello statuto della Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù. Funzioni di commissario straordinario della Fondazione al direttore sanitario della stessa. Presa d'atto";

Ritenuto che i provvedimenti inerenti il riordino della rete ospedaliera dovranno essere adottati intervenendo sul miglioramento dell'appropriatezza organizzativa (trasformazione dei ricoveri in setting assistenziali più appropriati a minore consumo di risorse) e sulla riarticolazione dell'offerta ospedaliera (dotazione posti letto, distribuzione per disciplina, articolazione unità operative), integrando la stessa nella logica del continuum dei livelli essenziali di assistenza;

Considerato che per effetto dell'attuazione delle predette normative nazionali e regionali, il miglioramento dell'appropriatezza organizzativa focalizza l'attenzione sul trasferimento di ricoveri in setting assistenziali alternativi al ricovero ordinario, maggiormente adeguati alle esigenze dei pazienti e con un minor costo attraverso:

- il trasferimento dei ricoveri per acuti in ricoveri in lungodegenza o riabilitazione;

- la trasformazione di quota parte dei ricoveri in assistenza sostitutiva in ambito residenziale come RSA, Hospice, e in attività ambulatoriale e/o in day service o in prestazioni da effettuarsi nell'ambito di ospedali rifunzionalizzati anche in ospedali di comunità e nei presidi territoriali di assistenza (PTA) quale conseguenza della ridefinizione dell'assetto organizzativo e della mission dei presidi ospedalieri sia a livello di bacino che di provincia;

Ritenuto pertanto di prevedere la riorganizzazione dei presidi ospedalieri ricadenti in un medesimo distretto in "Ospedali Riuniti" multipresidio, tanto ai fini organizzativi che ai fini dell'omogenea erogazione dei livelli essenziali di assistenza in aree geografiche critiche nonché la loro integrazione in rete con le aree in cui sono presenti differenziati livelli assistenziali;

Ritenuto che il modello degli ospedali riuniti di distretto risponda, in analogia a quanto previsto dal regolamento del 5 agosto 2014 sugli standard recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" CSR del 5 agosto 2014, per il settore privato, all'esigenza di determinare, nella fase di prima e immediata applicazione del regolamento, riconducendo ad un unico soggetto giuridico due o più presidi sanitari ricadenti in uno stesso distretto, le precondizioni organizzative e funzionali per la graduale riqualificazione degli stessi sia attraverso processi di riassetto interni delle funzioni ospedaliere per acuti e post acuti in coerenza dei fabbisogni e dell'economicità di sistema, concorrendo all'allineamento agli standard regolamentari, sia attraverso processi di riconversione di quei presidi che, all'interno del nuovo soggetto giuridico, presentino le caratteristiche di ospedali c.d. di comunità e di ospedale di zona particolarmente disagiata o di zona sede di insediamenti industriali;

Ritenuto altresì, in corrispondenza del nuovo modello identificato negli ospedali riuniti di distretto e delle caratteristiche dei presidi che compongono il nuovo soggetto giuridico, di dovere coerentemente rideterminare il sistema di codifica identificativo delle singole strutture e delle funzioni ivi previste, al fine di consentire, in linea con i flussi ministeriali e del sistema informativo regionale, la puntuale tracciabilità delle attività sanitarie nei diversi livelli produttivi;

Ritenuto che tale riqualificazione dei nodi della rete dell'assistenza ospedaliera e territoriale risponda altresì, in concorso con il settore privato, alla diversificazione dell'offerta sanitaria sul territorio regionale, avuto riguardo delle peculiari caratteristiche orografiche dello stesso, degli investimenti effettuati e/o avviati nei precedenti cicli di programmazione, delle condizioni infrastrutturali relative tanto alla rete delle comunicazioni che dei servizi non sanitari, fattori questi non trascurabili nell'ambito di una pianificazione strategica che non può prescindere da una logica di intersettorialità e di analisi multilivello;

Ritenuto inoltre che il complesso processo di trasformazione e di efficientamento della rete così come previsto, nelle diverse fasi di avanzamento analiticamente e temporalmente programmate, possa gradualmente permeare la percezione da parte della collettività della nuova configurazione dei servizi rispetto alla domanda di salute, semplificando la comunicazione istituzionale e orientando ad un sempre migliore uso degli stessi e delle risorse pubbliche correlate;

Ritenuto, per l'individuazione, in fase di prima applicazione del regolamento, delle strutture da rifunzionalizzare in ospedali c.d. di comunità, di dovere tenere conto dei seguenti criteri di inclusione/esclusione:

1. Caratteristiche generali previste all'art. 10, comma 10.1, dell'emanando regolamento ministeriale (adattabilità alle esigenze sanitarie territoriali);

2. Dislocazione territoriale (presenza di un ospedale per acuti nell'ambito dello stesso distretto);

3. Presenza di discipline che orientano verso la gestione delle cronicità, alla assistenza di tipo infermieristico e di continuità assistenziale, alla presa in carico post ricovero;

4. Previsione o meno di investimenti per adeguamenti strutturali e tecnologici;

5. Sussistenza o meno di insediamenti industriali;

Ritenuto altresì prevedere che, qualora permangano, all'interno dello stesso presidio, attività di livello ospedaliero e territoriale, la struttura dovrà essere organizzata al fine di rendere evidente ed inequivocabile l'afferenza alle rispettive aree di riferimento;

Tenuto conto degli obiettivi generali e specifici relativi al completamento e riorganizzazione della rete ai sensi del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazione, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che possono essere sinteticamente rappresentati come di seguito:

- individuazione dei fabbisogni di prestazioni ospedaliere, ridefinizione della rete ospedaliera acuti e postacuti, con individuazione analitica del numero dei posti letto suddivisi per struttura, disciplina e regime di ricovero;

- riduzione del numero di posti letto ospedalieri per acuti e incremento del numero di posti letto ospedalieri per post-acuti;

- riduzione delle unità operative, posizioni organizzative e di coordinamento eccedenti gli standard;

- connotazione in modo specifico di ogni presidio della rete ospedaliera per livelli di complessità crescente e specifica mission;

- efficientamento della rete delle terapie intensive e completamento del processo di messa in sicurezza dei punti nascita;

- efficientamento della rete di emergenza-urgenza e messa a regime delle funzioni di PS e DEA di I e II livello con rifunzionalizzazione delle attività oggi in capo ad alcuni piccoli ospedali confluiti nel sistema degli Ospedali Riuniti;

- sviluppo e riorganizzazione del sistema integrato delle funzioni ospedaliere avvalendosi del modello hub and spoke;

- riorganizzazione dell'assistenza ospedaliera secondo i modelli di tipo dipartimentale e per intensità di cura;

- riequilibrio dei ruoli Ospedale-Territorio e riorganizzazione delle attività territoriali per l'integrazione con l'ospedale e contestuale progressivo potenziamento delle attività territoriali;

- sinergia tra il sistema di offerta pubblico e il sistema di offerta privato;

- revisione delle reti di patologia in atto programmate, ove non aderenti, alle determinazioni della presente rete ospedaliera;

- riconversione delle strutture ospedaliere di piccole dimensioni o con ridotti volumi di attività;

Considerato che la riorganizzazione dell'offerta ospedaliera richiede il parallelo progressivo potenziamento delle attività territoriali, attraverso la messa a punto di interventi organici di sistema, sotto gli aspetti strutturali, organizzativi e di empowerment;

Considerato che il completamento del processo di riorganizzazione non può prescindere dalla disponibilità ed effettiva attivazione delle risorse per gli investimenti strutturali ex art. 20 della legge n. 67/88 così come previsti dall'Addendum all'accordo di Programma del sopraccitato DUPISS, in attesa di finanziamento statale tramite sottoscrizione Accordi di programma;

Considerato che gli effetti del riordino della rete ospedaliera, in merito ai suddetti correlati interventi, potranno essere valutati solo in progress avviando un percorso complesso che richiede la attivazione, trasformazione e dismissione di attività, adeguamenti strutturali, tecnologici, processi di adeguamento della dotazione organica nonché delle procedure di assegnazione, mobilità di personale e formazione dello stesso;

Esaminate le proposte formulate dalle singole Aziende sanitarie pubbliche della Regione e considerate le risultanze emerse a seguito di specifici incontri tra il competente servizio 4 del Dipartimento pianificazione strategica, le direzioni delle stesse Aziende e AIOP rispettivamente con riferimento ai posti letto pubblici e privati accreditati;

Considerate le risultanze delle ulteriori analisi in ordine alla consistenza dei posti letto in strutture a valenza regionale e/o sovraregionale, per acuti e per riabilitazione e lungodegenza esistenti, in particolare, nella provincia di Enna, Messina e Palermo, relative agli IRCCS Oasi di Troina, Bonino Pulejo di Messina, ISMETT di Palermo e centro di riabilitazione dell'ASP di Enna;

Visti i verbali delle sedute della VI Commissione legislativa in ordine all'esame delle problematiche afferenti i servizi ospedalieri e la rimodulazione della rete dei posti letto in ambito regionale e specificamente: n. 58 del 12 novembre 2013 presso la sala convegni dell'ospedale di Licata; n. 67 del 17 dicembre 2013 presso la sede dell'Irccs "Oasi Maria Santissima" di Troina; n. 71 del 21 gennaio 2014 presso la sala consiliare del comune di Corleone; n. 72 del 24 gennaio 2014 presso la sala consiliare del comune di Noto; n. 73 del 24 gennaio 2014 presso la sala consiliare del comune di Paternò; n. 74 e n. 75 del 27 gennaio 2014 presso Mussomeli a Mazzarino; seduta n. 76 del 27 gennaio 2014 presso la sala consiliare del comune di Niscemi; n. 78 del 31 gennaio 2014 presso la sala consiliare del comune di Comiso; n. 79 del 31 gennaio 2014 presso la sala consiliare del comune di Scicli; n. 80 del 4 febbraio 2014 presso la sala consiliare del comune di Leonforte; n. 81 del 4 febbraio 2014 presso la sala consiliare del comune di Enna; n. 82 del 4 febbraio 2014 presso la sala consiliare del comune di Piazza Armerina; n. 83 del 5 febbraio 2014 presso la sala consiliare del comune di Ribera; n. 84 del 5 febbraio 2014 presso la banca del sangue cordonale di Sciacca; n. 85 del 5 febbraio 2014 presso la sala consiliare del comune di Sciacca; n. 86 del 17 febbraio 2014 presso la sala consiliare del comune di Salemi; n. 87 del 17 febbraio 2014 presso la sala consiliare del comune di Trapani; n. 90 del 3 febbraio 2014 presso ASP Messina; n. 91 del 3 febbraio 2014 presso la sala consiliare del comune di Taormina; n. 93 del 17 marzo 2014 presso ASP di Catania; n. 94 del 17 marzo 2014 presso ASP di Palermo;

Ritenuto necessario, alla luce delle risultanze di cui sopra, provvedere ad una puntuale rideterminazione dei posti letto per acuti e per riabilitazione e lungodegenza per bacino, per singola provincia, per singola Azienda, in coerenza con la prospettiva di riordino del sistema sanitario ospedaliero e territoriale, previsto dalla legge di riforma e dall'intervenuto emanando regolamento ministeriale, approvato in data 5 agosto u.s., adeguandola tendenzialmente ai parametri e agli standard previsti nell'arco del prossimo triennio di validità del POCS ("Programma operativo di consolidamento e sviluppo delle misure strutturali e di innalzamento dei livelli di qualità del sistema sanitario regionale");

Considerata la valenza pluriennale del presente atto di programmazione, che gli effetti dello stesso dovranno essere sistematicamente monitorati a cadenza semestrale, al fine di valutarne lo stato di attuazione, l'efficacia degli interventi avvalendosi di tutti gli strumenti disponibili e utili allo scopo e orientare, ove necessario, le scelte programmatiche a livello regionale e aziendale; tanto anche al fine di riqualificare i servizi sanitari, garantire maggiore soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini e al tempo stesso di assicurare un più adeguato controllo della spesa;

Sentiti in diversi incontri i rappresentanti dell'AIOP regionale da ultimo in audizione presso la VI commissione legislativa sanità e servizi sociali in data 17 giugno 2014;

Visti i pareri espressi dalle conferenze dei sindaci di tutte le province siciliane;

Viste le risultanze degli incontri contenute nei rispettivi verbali con le organizzazioni sindacali regionali mediche effettuati in data 7/8/9 luglio 2014;

Viste le risultanze dell'incontro con l'ordine dei medici-chirurghi e degli odontoiatri effettuati in data 17 luglio 2014;

Viste le risultanze degli incontri con la rappresentanza medica delle Società scientifiche;

Ritenuto di dovere prevedere per le AOUP la coerenza dei protocolli di intesa Regione/Università con la rete definita dal presente decreto;

Ritenuto di fare riferimento, ai fini della riorganizzazione, ai criteri metodologici e alle schede di riassetto della rete di cui all'allegato n.1 "Riordino della rete ospedaliera", allegato n. 2 "Tabelle UOC/UOS con posti letto delle Aziende sanitarie", allegato n. 3 "Tabelle UOC/UOS senza posti letto e servizi territoriali" e all'allegato n. 4" Cronoprogramma allineamento rete ospedaliera" che fanno parte del presente decreto;

Visto l'atto di intesa, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131 concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016, sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 10 luglio 2014 e del relativo regolamento recante " Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" CSR del 5 agosto 2014;

Ritenuto che l'indicazione, contenuta nelle tabelle allegate delle strutture complesse relative sia ai posti letto per acuti che di post acuzie, qualora indicate come uniche, le stesse debbano svolgere funzioni di coordinamento aziendale delle altre strutture semplici presenti nella stessa azienda, in modo da garantire percorsi e procedure assistenziali condivisi ed uniformi su tutto il territorio provinciale;

Ritenuto altresì che, per quanto riguarda le unità operative senza posti letto e i servizi territoriali di cui all'allegato 3, eventuali modificazioni - non inficiando il numero complessivo dei posti letto - potranno essere prese in considerazione in relazione ai fabbisogni nella definizione degli atti aziendali e previa autorizzazione assessoriale;

Visto il parere reso dalla VI Commissione legislativa sanità e servizi sociali nella seduta n. 127 del 20 novembre 2014 unitamente alla risoluzione n. 26 di pari data "Atto di indirizzo in ordine all'attuazione del piano di riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera e territoriale della Regione Siciliana" i cui contenuti si intendono integralmente riportati;

Visto l'apprezzamento espresso dalla Giunta regionale di Governo sul documento di rimodulazione di rete con le delibere n. 362 del 17 dicembre 2014 e n. 389 del 22 dicembre 2014;

Ritenuto dovere specificare che le previsioni relative alla rifunzionalizzazione e rimodulazione della rete ospedaliera disposte col presente D.A. modificano le precedenti previsioni rispetto alle assegnazioni di UOC e UOS nonché delle reti di patologie già approvate con precedenti decreti assessoriali ove non coerenti;

Ritenuto altresì che tutte le UO sia semplici che complesse del SSR - sia nel settore pubblico che nel settore privato - saranno sottoposte a valutazione comparativa sulla base di criteri opportunamente individuati, sentita la VI Commissione legislativa, ai fini delle determinazioni definitive riguardanti la rimodulazione/accorpamenti delle discipline e dei posti letto per acuti, nonché dei presidi ospedalieri destinati a rifunzionalizzazione in ospedali di comunità, tenuto conto anche degli effetti derivanti da un eventuale miglioramento del saldo di mobilità passiva, oltre che della migliore funzionalità, efficienza e sicurezza di tutti i presidi ospedalieri e territoriali;

Decreta:

Art. 1

La rete ospedaliera, sulla base delle indicazioni espresse in premessa che costituiscono parte integrante, è determinata secondo quanto dettagliato nei seguenti allegati:

- "Relazione tecnica, Riordino della rete ospedaliera", alla lettera sub) "1";

- "Tabelle posti letto aziende sanitarie e identificazione UOC/UOS", alla lettera sub) "2";

- "Tabelle identificazione UOC/UOS senza posti letto-Servizi territoriali", alla lett-sub) "3";

- "Cronoprogramma adeguamento rete" alla lettera sub) "4";

- "Tabelle Hub e Spoke dell'emergenza" alla lettera sub) "5";

- "Tabella di sintesi con posti letto complessivi e per area territoriale provinciale" alla lettera sub) "6";

- "Tabella riequilibrio bacini" alla lettera sub) "7";

- "Tabella revisione del piano e cronoprogramma" alla lettera sub) "8".

Art. 2

Le aziende ospedaliere, le aziende sanitarie provinciali, le aziende ospedaliere universitarie policlinico, gli Irccs, gli ospedali classificati dovranno ottemperare alle disposizioni programmatiche di cui al presente decreto adeguando, secondo specifico cronoprogramma, i rispettivi presidi ospedalieri e territoriali di pertinenza, completando il processo di messa a regime e riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale per come definita dai predetti atti di programmazione entro il triennio 2014/2016.

Art. 3

Per le strutture private accreditate con successivo provvedimento si darà seguito alle disposizioni programmatiche di cui al presente decreto operando la riconversione di almeno 133 posti letto per acuti in altrettanti posti letto di post-acuti nell'ambito del riequilibrio dell'intera rete ospedaliera regionale.

Al fine di concorrere all'allineamento tendenziale agli standard dell'assistenza ospedaliera in termini qualiquantitativi sia con riferimento ai posti letto che alle singole discipline, con il medesimo provvedimento verrà definita, nell'arco del triennio e in accordo con AIOP, la distribuzione per provincia e per singola casa di cura della suddetta riconversione sulla base delle risultanze delle valutazioni dei progetti di efficientamento della rete proposti da AIOP e valutati dall'amministrazione competente.

Art. 4

Con successivo provvedimento saranno definite le modalità ed i termini di adeguamento della rete, così come determinata dal presente D.A, agli standard previsti nel documento adottato dal Comitato LEA nella seduta del 26 marzo 2012 e dall'emanando regolamento ministeriale approvato nella seduta del 5 agosto, richiamato dal D. L. n. 95/2012 convertito in legge n. 135/2012. Pertanto si prevede fin d'ora un piano di rimodulazione del numero equivalente fuori standard delle UOC come sono state sintetizzate in una tabella, allegata al presente DA, che rappresenta in logica matriciale l'adeguamento delle discipline agli standard di cui al predetto regolamento attraverso un processo di allineamento progressivo fino al raggiungimento dell'obiettivo previsto al 31 dicembre 2016.

Nelle colonne della matrice sono riportate le diverse fasi del processo di allineamento:

1. Nella prima colonna sono rappresentate le discipline a oggi presenti in regione per come rilevabili da modello HSP;

2. Nella seconda colonna sono rappresentate le discipline presenti nel progetto di rimodulazione predisposto il 24 luglio u.s. e trasmesso tramite sistema documentale il 4 agosto 2014;

3. Nella terza colonna sono rappresentate le discipline riviste alla luce delle prime azioni correttive necessarie all'allineamento al regolamento al 31 dicembre 2014. In pari data sarà presentato il piano di dettaglio di adeguamento come richiesto dall'art. 1, comma 2, del regolamento;

4. I dati della quarta colonna fanno riferimento al valore minimo e massimo a cui la revisione delle discipline dovrà tendere entro il 31 dicembre 2016 a completamento del processo di adeguamento della rete;

5. Nella quinta colonna sono indicate le azioni correttive in funzione dell'impatto percentuale che pubblici e privati hanno sul sistema;

6. Nella sesta colonna sono rappresentate le discipline rimodulate, (righe in viola) in funzione di ipotesi fattive di riduzione all'1 settembre 2015. Sono state prese in considerazione in primo luogo le discipline significamene fuori standard e di cui si prevede una riduzione almeno pari al 30%, con l'eccezione della medicina generale la cui riduzione si ipotizza del 20%.

In data 1 settembre 2015 sarà presentata anche la prima revisione del piano di dettaglio di adeguamento in funzione delle variabili esogene ed endogene al sistema che ne potranno condizionare l'avanzamento, prevedendo una seconda revisione al 31 maggio 2016.

A tal fine tutte le UO sia semplici che complesse del SSR - sia nel settore pubblico che nel settore privato - saranno sottoposte a valutazione comparativa sulla base di criteri opportunamente individuati, sentita la VI Commissione legislativa, ai fini delle determinazioni definitive riguardanti la rimodulazione/accorpamenti delle discipline e dei posti letto per acuti, nonché dei presidi ospedalieri destinati a rifunzionalizzazione in ospedali di comunità, tenuto conto anche degli effetti derivanti da un eventuale miglioramento del saldo di mobilità passiva, oltre che della migliore funzionalità, efficienza e sicurezza di tutti i presidi ospedalieri e territoriali.

Art. 5

Il presente atto di programmazione, a valenza pluriennale e gli effetti dello stesso saranno sistematicamente monitorati a cura dell'Assessorato della salute, con cadenza semestrale, al fine di valutarne lo stato di attuazione, l'efficacia degli interventi e orientare, ove necessario, le scelte programmatiche a livello regionale e aziendale. Il presente provvedimento potrà subire modificazioni anche in considerazione del modificarsi del saldo di mobilità e del corrispondente coefficiente di calcolo dei posti letto equivalenti, determinandosi, in tal senso, un adeguamento graduale allo standard; altresì la rete ospedaliera-territoriale dovrà essere sviluppata secondo una concezione dinamica dell'assistenza che assicuri l'integrazione tra i nodi della rete e possa essere modificata sulla base dell'evoluzione, delle conoscenze e competenze professionali e gestionali, nonché di intervenute innovazioni legislative e fermi e impregiudicati gli effetti degli obblighi derivanti da pronunce di organi giurisdizionali.

Art. 6

Con successivo provvedimento verranno attribuiti, in coerenza con la rete di cui al presente decreto, i nuovi codici di struttura identificativi di ciascuna aggregazione degli Ospedali Riuniti al fine di aggiornare i modelli ministeriali di anagrafica struttura e delle relative prestazioni nei diversi livelli produttivi a decorrere dalla data di inizio del processo di aggregazioni.

Art. 7

Disporre che per le strutture che presentino le caratteristiche di ospedali c.d. di comunità, si dia avvio al processo di riconversione da completarsi entro il 31 dicembre 2016, con la contestuale attivazione, nella misura prevista, di posti letto territoriali per come previsto all'art. 10, comma 10.1, del regolamento ministeriale.

Art. 8

Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana e nel sito dell'Assessorato della salute.

Palermo, 14 gennaio 2015.

BORSELLINO

ALLEGATO 1

RELAZIONE TECNICA

Riordino della rete ospedaliera

Uno dei temi principali che ogni sistema sanitario deve affrontare e sottoporre ad una continua verifica è quello relativo all'organizzazione della propria rete ospedaliera. Esso infatti è un aspetto molto importante per gli impatti che può determinare sull'adeguatezza e l'efficacia dell'offerta di cure secondarie, sui costi per il sistema sanitario pubblico con conseguente impatto sulla politica fiscale e sulle finanze pubbliche. La Regione in atto risulta avere, in termini di frammentazione della rete ospedaliera, un alto numero di strutture attive di piccole dimensioni.

Presupposto fondamentale per il nuovo modello organizzativo è la riorganizzazione dei predetti piccoli ospedali contestualmente al sistema del soccorso territoriale e dei trasporti sanitari tra i nodi della rete, in una logica unitaria che garantisca uniformità di accesso e di servizio su tutto il territorio regionale, attraverso il sistema Hub ed Spoke. In altri paesi, l'adozione di tale modello ha permesso di verificare come effettivamente la concentrazione dei servizi sanitari ad alta complessità in un numero limitato di centri hub e la conseguente razionalizzazione del rapporto con i centri spoke abbia consentito di raggiungere importanti risultati in termini di efficienza, accessibilità ai servizi, qualità nell'assistenza e riduzione della frequenza di esiti avversi ed appropriatezza delle prestazioni erogate per ogni singolo nodo della rete.

Elemento di grande valore nel percorso di riconversione sarà la realizzazione di attività di telemedicina, garantendo il collegamento in rete di tutte le strutture ospedaliere e territoriali ovunque posizionate sul territorio, ivi compreso eventualmente il domicilio e la residenzialità del paziente. Sulla base dei sopra elencati presupposti i piccoli ospedali sono riconvertiti e confluiscono in strutture riunite che assumono una differente valenza assistenziale sulla base delle funzioni assegnate, svolgendo funzioni di sola degenza ospedaliera ma anche di tipo ambulatoriale e residenziale. In tali casi è previsto che qualora permangano all'interno dello stesso presidio attività di livello ospedaliero e territoriale, la struttura dovrà essere organizzata al fine di rendere evidente ed inequivocabile l'afferenza alle rispettive aree di riferimento.

Pertanto in tale tipologia di struttura sono ricollocate altre tipologie di servizi, distrettuali ed anche sociali, se presenti già in sedi diverse sullo stesso territorio.

In alcune di queste strutture, per garantire una migliore continuità assistenziale Ospedale-Territorio, sono previsti posti letto territoriali.

La tipologia di pazienti trattati dovrà essere quella caratterizzata da patologie ad andamento cronico, con episodi di riacutizzazione, non facilmente gestibili a domicilio per la difficoltà nella compliance farmacologica, per i quali si potrebbe generare un ricovero "evitabile" in quanto hanno bisogno di soli pochi esami strumentali e di laboratorio, eseguibili ambulatoriamente e di controlli nell'esecuzione della terapia.

Si tratta cioè di trattare in piccoli ospedali pazienti che hanno bisogno di qualificata assistenza sanitaria, con funzioni di tipo ospedaliero di base che completano il percorso assistenziale del presidio riunito di riferimento.

L'assistenza medica è prevista sia nelle 12 ore diurne che nelle 24 ore con integrazione delle attività di lungodegenza ed in qualche caso della riabilitazione.

Ancora va sottolineato come sempre riguardo ai piccoli ospedali, nel Piano di riordino della rete ospedaliera, vi è un preciso impegno programmatico a salvaguardarne la destinazione socio-sanitaria a beneficio del territorio di pertinenza con la funzione di far fronte alle patologie sanitarie non acute, alle patologie sociali, dell'alta integrazione socio-sanitaria e alle varie attività non sanitarie che supportano l'area.

Il progetto regionale di riqualificazione e riconversione dei piccoli ospedali prevede che in essi possano essere effettuati anche interventi chirurgici di base e specialistici anche da parte di équipes costituite all'interno degli ospedali riuniti. Pur sapendo che gli interventi chirurgici specialistici richiedono la disponibilità di attrezzature costose e di impianti di sala operatoria che, se utilizzati soltanto saltuariamente, non rispetterebbero il principio dell'appropriatezza economica.

Il progetto tuttavia già previsto nel Piano sanitario regionale attuale, fa in modo che i piccoli ospedali rimasti escono dalla fase dell'incertezza della sopravvivenza, essi hanno il compito ben preciso di risparmiare ai cittadini del bacino di utenza, in particolare alle categorie fragili come gli anziani, i disabili, ecc., spostamenti non sempre agevoli. Un ponte tra l'ospedale e i servizi territoriali, per tutte le persone che non hanno necessità di essere ricoverate in reparti specialistici, ma che hanno comunque bisogno per alcune settimane di un'assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio. In tal senso l'ospedale va inteso come la riconversione di posti letto per la degenza in strutture già esistenti, nell'ambito di un nuovo modello organizzativo. Ovviamente un piccolo ospedale non può avere le stesse performance di una struttura più grande e complessa.

La trasformazione ha l'obiettivo non di ridurre l'offerta, ma di rimodularla, questo è il concetto fondamentale, per dare al cittadino la struttura adeguata al suo tipo di bisogno, fermo restando che in caso di problemi acuti si sarà indirizzati all'ospedale di riferimento, rimodulando l'organizzazione i posti letto vengono riconvertiti, non tagliati.

La riorganizzazione cosi come finora prevista ad avviso di questo Assessorato risponde agevolmente anche alle indicazioni normative vigenti attualizzando anzi un problema.

Il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazione, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, ed in particolare l'articolo 15, comma 13, lettera c) dispone che le Regioni, sulla base e nel rispetto degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi che saranno definiti con apposito regolamento e tenendo conto della mobilità interregionale, adottino provvedimenti di riduzione dello standard di posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti comprensivi di 0,7 posti letto per abitanti per post acuti di cui 0,2 per lungodegenza e 0,5 per riabilitazione, adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici ed assumendo come riferimento un tasso di ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti di cui il 25 per cento riferito a ricoveri diurni.

Le stringenti disposizioni introdotte nel 2012 dal Legislatore nazionale in tema di Spending Review e di sostenibilità del sistema sanitario nazionale impongono che la nuova pianificazione regionale deve, quindi, fondarsi sul consolidamento dei risultati raggiunti nei due trienni precedenti, e rilanciarsi in ulteriori interventi di sistema derivanti dall'obbligo di attuare le nuove disposizioni normative.

In tal senso è anche intervenuta la delibera di Giunta regionale n. 365 del 6 novembre 2013 laddove interviene come "Atto di indirizzo per la rimodulazione della rete ospedaliero territoriale della Regione Siciliana", per come rappresentato con nota n. 83839 di pari data dell'Assessore regionale per la salute.

Occorre, quindi, sviluppare ulteriori strategie d'intervento che, agendo sull'organizzazione, e sull'appropriatezza clinica,investendo sulla valorizzazione delle risorse umane e professionali, determinino le condizioni per il miglioramento continuo della qualità dei servizi e dello stato di benessere della popolazione, nonostante il progressivo decremento del finanziamento complessivo del sistema sanitario e sociosanitario.

Inoltre la Regione Siciliana ha deciso di avvalersi della facoltà prevista all'art. 15, comma 20, del D.L. n. 95/2012, convertito in legge n. 135/2012, in continuità con il Programma operativo 2010-2012 di prosecuzione del Piano di rientro, mediante la predisposizione di un "Programma operativo di consolidamento e sviluppo delle misure strutturali e di innalzamento dei livelli di qualità del sistema sanitario regionale" per il triennio 2013 - 2015.

In considerazione delle predette norme è stata effettuata la revisione della rete, alla quale la Regione è tenuta a provvedere, in esito ad una profonda rivisitazione dei criteri e del metodo a base dell'avvio della fase di implementazione secondo i nuovi parametri, definendo, la "mission" specifica per bacino e provincia di riferimento, nonché per ogni presidio sia per acuti che per post-acuti, il dettaglio per singola disciplina e posto letto specificatamente per attività di ricovero ordinario e di day hospital e assegnando ad ogni disciplina anche la tipologia relativa alla identificazione di struttura semplice o complessa.

Non sembra superfluo sottolineare ancora una volta come la riorganizzazione prevede si sviluppi un'assistenza ospedaliera sul territorio utilizzando il concetto di rete integrata dei servizi anche attraverso il mantenimento dei piccoli presidi ospedalieri riorganizzati secondo il "modello Ospedali Riuniti", tanto al fine di garantire un livello assistenziale omogeneo con modelli tecnico-professionali condivisi, utilizzo di equipe integrate e percorsi assistenziali definiti.

La sperimentazione del "modello Ospedali Riuniti" multi-presidio, che operano secondo specifiche mission aziendali e di presidio, tanto ai fini organizzativi che ai fini della tutela delle popolazioni in aree geografiche critiche, potrà inoltre consentire lo sviluppo di attività fortemente integrate trasportando il sistema verso una maggiore compatibilità assistenziale caratterizzata da massima efficienza, concentrazione della casistica per l'alta specialità e minima ridondanza.

La sperimentazione di pianificazione e controllo dell'assistenza sanitaria dunque parte dalla necessità di essere sicuri che lo specifico percorso sanitario scelto per i pazienti sia quello che massimizza i vantaggi sanitari a parità di risorse impiegate per realizzarlo.

Si parla inoltre di pianificazione dell'assistenza e della necessità di standardizzazione dei percorsi secondo i migliori risultati dimostrati in letteratura.

L'assistenza attraverso la sperimentazione del modello ospedali riuniti prevede la completa integrazione dei livelli di cura fra i diversi presidi ospedalieri che appartengono allo stesso modello al fine di completare il percorso assistenziale fra la alta intensità, la media intensità e la bassa intensità (per pazienti post-acuti).Si fa riferimento alla integrazione e multidisciplinarietà tra i diversi apporti per far sì che i provvedimenti terapeutici messi in atto si potenzino completandosi e non si ostacolino.

Specificatamente tale modello vuole in linea di massima orientare alla rifunzionalizzazione del ruolo dei piccoli ospedali che, ancorchè essere dismessi continuano ad assicurare prestazioni sanitarie nel territorio,con particolare riferimento ai territori con condizioni oro-geografiche disagiate,riorganizzandosi verso una assistenza maggiormente incentrata sulla post acutiae, in tal modo integrando e completando l'offerta dei servizi sanitari degli ospedali riuniti.

I predetti ospedali riuniti opereranno altresì attraverso un raccordo di tipo non solo funzionale ma rappresentano un unico ente giuridico con identico codice di struttura.

Gli obiettivi generali e specifici relativi al completamento e alla riorganizzazione della rete ai sensi del decreto legge 6 luglio 2012, n.95, convertito, con modificazione, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, possono essere sinteticamente rappresentati come di seguito:

- Individuazione dei fabbisogni di prestazioni ospedaliere,ai fini della ridefinizione della rete ospedaliera dei letti per acuti e postacuti, con individuazione analitica del numero dei posti letto suddivisi per struttura, disciplina, e tipologia di ricovero (DH e ordinari);

- Dimensionamento dell'offerta ospedaliera con riqualificazione dei processi assistenziali;

- Riduzione del numero di posti letto ospedalieri per acuti, al fine del raggiungimento dei parametri individuati dal citato D.L. in materia di standard di posti letto e conseguente ridefinizione della rete e dell'offerta di servizi ospedalieri con effetti sul governo della dinamica dei costi operata attraverso una razionalizzazione delle strutture operative semplici e complesse;

- Aumento del numero di posti letto ospedalieri per post-acuti per l'adeguamento agli standard nazionali e del D.L. n. 95/2012 tanto al fine di migliorare la qualità dell'assistenza offrendo al paziente la giusta intensità di cura per le sue condizioni cliniche e la presa in carico globale;

- Riduzione del numero delle unità operative,posizioni organizzative e di coordinamento, compatibile con il D.L. n. 95/2012 e come previsto dal Comitato LEA;

- Connotazione in modo specifico di ogni presidio della rete ospedaliera per livelli di complessità crescente, avuto riguardo del contesto territoriale, dello stato di avanzamento degli eventuali investimenti già effettuati, dei collegamenti con gli altri servizi ospedalieri e territoriali a livello provinciale, di bacino e regionale, della necessità di ottimizzare le risorse umane e tecnologiche;

- Efficientamento della rete di emergenza-urgenza secondo livelli di diversa complessità assistenziale, delle terapie intensive e completamento del processo di messa in sicurezza dei punti nascita, secondo i livelli e gli standard di sicurezza stabiliti dagli indirizzi di programmazione regionali e nazionali;

- Sviluppo e riorganizzazione del sistema integrato delle funzioni ospedaliere avvalendosi del modello hub and spoke, attraverso il collegamento tra un centro di riferimento e più centri periferici per attività che, in base alla loro complessità, vengono distribuite tra le varie sedi garantendo l'omogeneità dei modelli. Il modello delle reti cliniche dovrà essere sviluppato in tutti i settori, da quelli di più alta complessità a quelli che rappresentano priorità per la politica sociosanitaria regionale. È importante che le reti cliniche vengano sviluppate in ciascun settore con il coinvolgimento di tutte le discipline interessate e con una gestione del patrimonio informativo aziendale coerente tra i vari attori. In quest'ottica, l'ospedale costituisce una parte della rete, da un lato rispondendo ai bisogni specifici della collettività, dall'altro integrando le proprie funzioni con quelle che derivano dalla programmazione dell'offerta territoriale. Occorre far evolvere il sistema sanitario in una logica di "rete", rimodulando i servizi sanitari e socio-sanitari verso una maggiore razionalizzazione e innovazione organizzativa, oggi resa possibile e necessaria anche grazie ai progressi dell'ICT e della telemedicina. Questo è ancora più significativo per quelle aree che, per caratteristiche oro-geografiche e densità di popolazione, presentano elementi di criticità dovendo assicurare la risposta alle urgenze, tenuto conto anche dei tempi di percorrenza verso gli ospedali di riferimento;

- Riorganizzazione dell'assistenza ospedaliera secondo i modelli di tipo dipartimentale e per intensità di cura, prevedendo anche che alcune specialità cliniche possano essere gestite con una unica struttura organizzativa, in funzione anche di una integrazione dei servizi ospedalieri; si tratta di un ospedale centrato sul paziente; l'intensità di cura è un concetto che coinvolge, a seconda delle diverse declinazioni, la maggiore o minore stabilità clinica del paziente e il livello di complessità assistenziale. L'obiettivo è prioritariamente rivolto ai benefici che il paziente e i suoi familiari trarranno dal nuovo impianto in termini di appropriatezza della presa in carico, di sicurezza delle prestazioni, attraverso la ricomposizione attorno ai bisogni dell'individuo assistito dei contributi delle varie parti del sistema. Tra gli effetti attesi dell'assistenza ospedaliera per intensità di cura c'è che lo specifico percorso sanitario scelto per i pazienti sia quello che massimizza i vantaggi sanitari a parità di risorse impiegate per realizzarlo.

E poiché un paziente può avere più patologie rilevanti, o può avere necessità per una stessa patologia di competenze terapeutiche di più discipline mediche, l'ospedale organizzato per intensità di cura pone anche le basi per la multidisciplinarietà e per un'assistenza adeguatamente standardizzata. Il nuovo modello assistenziale, consente al medico di meglio concentrarsi sulle proprie competenze distintive e di esercitarle in diverse tipologie di piattaforme logistiche.

L'ospedale per intensità di cura pone anche le basi per un'assistenza adeguatamente standardizzata perché è strutturalmente pensato per far sì che l'équipe infermieristica che ha in cura il paziente si rapporti con le équipe mediche coinvolte nel processo assistenziale, evitando modalità locali di rapporto tra le professioni. Non di poco conto è il fatto che a muoversi siano medici e tecnologie piuttosto che i pazienti, che vi siano aree omogenee che ospitano pazienti con bisogni clinici e assistenziali simili;

- Riequilibrio dei ruoli Ospedale-Territorio e riorganizzazione delle attività territoriali per l'integrazione con l'ospedale per una diversa allocazione delle risorse ridefinendo nel contempo forme alternative di assistenza (day service, ambulatorio). La programmazione della rete ospedaliera e dell'offerta territoriale obbliga a scelte di diversificazione per livelli di specializzazione tra strutture e di definizione di precise competenze e dotazioni in grado di coniugare l'equità nell'accesso ai servizi sanitari con la qualità e la sicurezza degli utenti e degli operatori; è su questi obiettivi che si dovranno concentrare i necessari investimenti, nella consapevolezza che il riassetto della rete ospedaliera non può consistere soltanto nel trasferimento di servizi al territorio, ma deve privilegiare dotazioni coerenti con le funzioni, alti livelli d'integrazione delle competenze e la ricerca costante di qualità e di adeguati volumi di attività per garantirne il mantenimento;

- Parallelo progressivo potenziamento delle attività territoriali, attraverso la messa a punto di interventi organici di sistema, sotto gli aspetti strutturali, organizzativi e di empowerment, da implementare nell'arco dei prossimi tre anni di validità del POCS ("Programma operativo di consolidamento e sviluppo delle misure strutturali e di innalzamento del livello di qualità del sistema sanitario regionale");

- Riconversione delle strutture ospedaliere di piccole dimensioni o con ridotti volumi di attività, con contestuale individuazione delle forme di assistenza alternative che saranno attivate nelle strutture riconvertite;

- Sinergia tra sistema di offerta pubblico e sistema di offerta privato in termini di complementarietà evitando sovrapposizioni con eliminazione di duplicazioni evitando la frammentazione della rete dei servizi;

- Revisione delle reti di patologia in atto programmate, ove non aderenti, alle determinazioni della rete ospedaliera;

- Promozione e attivazione di standard organizzativi secondo il modello di Clinical Governance;

- Promozione della qualità dell'assistenza, la sicurezza delle cure, l'uso appropriato delle risorse attivando forme alternative al ricovero.

Al fine del raggiungimento dei predetti obiettivi è necessario in riferimento ai criteri generali previsti nel regolamento ministeriale di cui alla seduta del 5 agosto:

1) riorganizzare i presidi ospedalieri con un numero ridotto di posti letto per acuti e bassi volumi di attività con attivazione di ospedali multi-presidio sotto forma di "Ospedali Riuniti" di distretto, o in ospedali per post-acuti e/o in strutture sanitarie territoriali, valutando i dati complessivi di attività e appropriatezza della casistica trattata, nonché in riferimento al trasferimento di ricoveri da setting ospedalieri per acuti in setting ospedalieri a minore intensità, a trattamenti ospedalieri ambulatoriali e ospedalieri post acuzie;

2) procedere ad accorpamenti e disattivazioni di singole UU.OO. valutando Il tasso di occupazione registrato dalla struttura e il grado di appropriatezza organizzativa e delle risultanze del programma esiti;

3) Razionalizzare l'organizzazione interna, in particolare negli ospedali delle aree metropolitane, procedendo ad accorpamenti e disattivazioni di UU.OO. al fine di concentrare la casistica verso forme assistenziali di alta specialità ed eccellenza a valenza anche regionale;

4) Riorganizzare l'offerta, delle strutture private ipotizzando la revisione della dotazione dei posti letto e della riorganizzazione dell'offerta sanitaria, con la differenziazione dei setting assistenziali, al fine di razionalizzare l'assistenza, favorire l'efficienza operativa delle gestioni ed innalzare la qualità delle prestazioni che, tengano prioritariamente conto del riassetto dei posti letto regionali nel rispetto degli standard vigenti attraverso alcune direttrici:

1. rimodulazione della dotazione di posti letto sia per acuti che per post-acuti secondo i rispettivi livelli assistenziali assegnati;

2. accorpamenti e ristrutturazioni aziendali delle strutture sanitarie al fine di favorire l'accorpamento strutturale presso un'unica sede di due o più case di cura, e procedendo contestualmente ad una revisione dei processi sanitari e assistenziali di "rimessa in qualità" dei sistemi e dei processi aziendali di gestione e miglioramento dei servizi;

3. rifunzionalizzare le case di cura caratterizzate da un numero di posti letto non rispondente al limite che sarà definito dall'emanando regolamento, in:

- strutture monospecialistiche, sia per acuti e/o per post acuti.

La dotazione di posti letto per tali strutture può attestarsi a 40 posti per acuti. Si precisa altresì che può essere considerata rientrante nella fattispecie di struttura monospecialistica quella in cui sono presenti una disciplina medica o chirurgica per acuti contestualmente ad una disciplina per post acuti, purchè finalizzati alla continuità assistenziale e alla presa in carico globale del paziente. A titolo esemplificativo, medicina e lungodegenza, ortopedia e riabilitazione ortopedica.

- strutture di ricovero a ciclo diurno o ambulatoriali, ovvero in strutture territoriali di assistenza residenziale. La dotazione di posti letto per tali strutture di ricovero a ciclo diurno può attestarsi ad un massimo di 20 letti.

Le ricadute economiche e gli effetti organizzativi del riordino della rete ospedaliera, in merito ai suddetti correlati interventi potranno essere valutati solo in progress e sono associate sostanzialmente a:

- riduzione dei ricoveri ordinari;

- riduzione dei posti letto per acuti e contestuale trasformazione in posti letto per post-acuti;

- modifica e riorganizzazione delle funzioni organizzative e dei servizi sanitari;

- trasformazione di piccoli stabilimenti ospedalieri con funzioni anche territoriali;

- riorganizzazione dell'assistenza secondo il modello delle reti integrate e per livelli crescenti di intensità di cura;

Si tratta pertanto di avviare un percorso complesso di riorganizzazione interna del sistema sanitario regionale, che richiede la attivazione, la trasformazione e la dismissione di attività, di adeguamenti strutturali e tecnologici, di processi di mobilità e assegnazione di personale, e formazione dello stesso.

Rimodulazione del sistema dell'emergenza urgenza

La riorganizzazione del sistema della rete dell'emergenza ha valenza strategica per l'elaborazione di una proposta operativa di rimodulazione di rete, e va vista in riferimento ad obiettivi prioritari quali:

- Il miglioramento degli esiti di malattia, compreso l'aumento della sopravvivenza;

- L'aumento della appropriatezza dei ricoveri, sia per l'individuazione del presidio ospedaliero più adeguato al problema del paziente che per il regime di ricovero;

- L'attivazione dei posti letto di osservazione breve intensiva (OBI);

- La riorganizzazione dei pronto soccorsi e DEA di I e II livello;

- L'attivazione delle reti specialistiche, prioritariamente quelle per infarto miocardico acuto, ictus e politrauma.

La riprogrammazione della rete dell'emergenza urgenza è coerente con la rete ospedaliera.

RETE OSPEDALIERA DELLA REGIONE SICILIA: GLI "OSPEDALI RIUNITI"

Il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera nella Regione Sicilia ha individuato la formula degli "Ospedali riuniti" quale strumento di evoluzione del "distretto ospedaliero" (art. 11, c. 3) previsto dalla legge regionale n. 5/2009 di riordino del SSR, finalizzato a rinforzare l'integrazione e a rendere più appropriata, efficace ed efficiente la produzione ospedaliera, accompagnando i necessari processi di razionalizzazione dei P.L. con un profondo processo di riorganizzazione e di riqualificazione dell'offerta, che eviti la "penalizzazione" in particolare delle aree più periferiche del sistema.

Infatti il modello degli ospedali riuniti di distretto risponde, in analogia a quanto previsto dal regolamento del 5 agosto 2014 sugli standard recante " Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" CSR del 5 agosto 2014, per il settore privato, all'esigenza di determinare, nella fase di prima e immediata applicazione del regolamento, riconducendo ad un unico soggetto giuridico due o più presidi sanitari ricadenti in uno stesso distretto, le precondizioni organizzative e funzionali per la graduale riqualificazione degli stessi sia attraverso processi di riassetto interni delle funzioni ospedaliere per acuti e post acuti in coerenza dei fabbisogni e dell'economicità di sistema, concorrendo all'allineamento agli standard regolamentari, sia attraverso processi di riconversione di quei presidi che, all'interno del nuovo soggetto giuridico, presentino le caratteristiche di ospedali c.d. di comunità e di ospedale di zona disagiata; peraltro tale riqualificazione dei nodi della rete dell'assistenza ospedaliera e territoriale, risponde altresì, in concorso con il settore privato, alla diversificazione dell'offerta sanitaria sul territorio regionale, avuto riguardo delle peculiari caratteristiche orografiche dello stesso, degli investimenti effettuati e/o avviati nei precedenti cicli di programmazione, delle condizioni infrastrutturali relative tanto alla rete delle comunicazioni che dei servizi non sanitari, fattori questi non trascurabili nell'ambito di una pianificazione strategica che non può prescindere da una logica di intersettorialità e di analisi multilivello.

Inoltre il complesso processo di trasformazione e di efficientemente della rete così come previsto, nelle diverse fasi di avanzamento analiticamente e temporalmente programmate, si ritiene possa gradualmente permeare la percezione da parte della collettività della nuova configurazione dei servizi rispetto alla domanda di salute, semplificando la comunicazione istituzionale e orientando ad un sempre migliore uso degli stessi e delle risorse pubbliche correlate.

Gli "Ospedali Riuniti", formula di aggregazione dei PP.O. di ASP-Azienda Sanitaria Provinciale, infatti, rispondono a varie necessità di programmazione locale, in particolare nella aree con condizioni orogeografiche complesse, permettendo di:

- Realizzare un'integrazione strutturale, non solo funzionale, tra i presidi operanti nello stesso distretto ospedaliero, con piena circolarità delle risorse umane tra i presidi, elemento, questo molto importante, considerate le attuali carenze di personale ed i vincoli normativi vigenti.

- Generare una profonda razionalizzazione del disegno organizzativo:

infatti, tale formula permette non solo l'esistenza di una direzione unica per tutti i presidi del distretto, ma anche la riduzione del numero di UOC, visto il collegamento trasversale tra le diverse branche.

- Dare corpo ad una diversificazione dell'offerta tra i presidi del distretto, esaltando le competenze distintive dei singoli presidi ed evitando le usuali tendenze all'appiattimento su un'offerta di base indistinta e impropriamente concorrenziale a livello locale.

- Generare un reciproco rinforzo nelle aree critiche dei vari presidi del distretto ospedaliero (ospedali di zona disagiata), in altri termini razionalizzare il numero dei P.L., garantendo sempre e comunque l'"offerta di base" (ad es.: ortopedia, pediatria, ...) anche nei contesti a basso bisogno assistenziale attraverso la presenza di "funzioni specifiche" gestite con team itineranti, "posti-letto tecnici" o posti-letto indistinti, oltre alla reperibilità ed alle consulenze per le attività non programmabili.

- Ridurre la produzione inappropriata attraverso l'esistenza di un codice unico e non più differenziato per ogni presidio, evitando in tal modo, nei trasferimenti inter-ospedalieri all'interno del distretto, di dover produrre più di una SDO per singolo ricovero.

- Facilitare la costruzione e la gestione di "percorsi assistenziali" tra i vari presidi e tra questi e i servizi territoriali. La formula degli Ospedali riuniti, infatti, non rappresenta una mera aggregazione formale e funzionale, ma permette una più facile strutturazione ed una più efficace gestione dei "percorsi", sia per i pazienti acuti, sia per i pazienti cronici. Sono in corso di sperimentazione, infatti, nuove formule di "gestione pro-attiva" di target di pazienti a rischio e di pazienti con patologia cronica, basate sulla "specialistica ambulatoriale unica" tra i diversi presidi componenti degli ospedali riuniti, che includa anche il pieno raccordo con la specialistica ambulatoriale territoriale e, conseguentemente, con la rete dei servizi distrettuali e con i medici di assistenza primaria.

- L'aggregazione di più presidi in un'unica struttura sanitaria di ricovero si pone, oltre gli obiettivi di razionalizzazione e di maggiore efficienza del sistema, nel medio termine anche quello di perseguire ulteriori economie a seguito delle azioni di razionalizzazione delle modalità organizzative delle unità operative. Ci si riferisce in particolare alla gestione comune delle risorse umane tra le diverse unità operative che erogano prestazioni sanitarie con la presenza h24 di personale sia medico che infermieristico.

Metodologia

La riorganizzazione della rete ospedaliera non si traduce, in un mero adempimento agli obiettivi imposti ma rappresenta l'opportunità di determinare, in virtù del mutato quadro epidemiologico e della quantità e qualità delle cure, una riqualificazione dell'offerta, puntando fortemente su un minor numero di presidi, maggiormente qualificati sia sul versante strutturale che su quello organizzativo e soprattutto, determinando un riequilibrio tra i posti letto per acuti e quelli di riabilitazione e/o lungodegenza. Tali valori confrontati con l'attuale dotazione di posti letto determinano: la riduzione di posti letto per acuti e l'incremento di posti letto per riabilitazione e/o lungodegenza.

Il riassetto della rete ospedaliera è stato condotto utilizzando e applicando i parametri definiti dal decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazione, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

Inoltre sono stati tenuti in considerazione, in via tendenziale, le indicazioni di cui all'emanando regolamento ministeriale del 5 agosto.

Infatti nella tabella riepilogativa (allegato sub 6) ove sono indicati i posti letto complessivi e i rispettivi tassi per area territoriale provinciale, può evincersi, rispetto alla programmazione precedente risalente al 2010, un complessivo riequilibrio nei termini di seguito indicati.

Nell'ambito dei posti letto regionali complessivi si evidenzia il rispetto dello standard massimo da regolamento che per la Sicilia è pari al 2.92 per mille abitanti per acuti è appena superiore dello 0,01 rispetto allo 0,68 previsto per i post- acuti (valori questi corretti con il saldo di mobilità dell'anno 2013).

Proporzionalmente, si è operato un primo riequilibrio, rispetto ai tassi del 2010, sia a livello di bacini orientale e occidentale che per area territoriale provinciale, nei limiti tuttavia, consentiti dalle politiche di investimento riferiti ai precedenti cicli di programmazione nonché dall'andamento della domanda sanitaria e dalle sottese evidenze epidemiologiche, cui si aggiungono le oggettive condizioni oro geografiche e infrastrutturali di alcuni territori.

DETERMINAZIONE CALCOLO DELLA DOTAZIONE DEI POSTI LETTO

Ai fini del calcolo della dotazione di posti letto, assegnati ai presidi pubblici e privati secondo le rispettive funzioni, nel limite di 3,7 pl x 1000 abitanti, si è proceduto a rimodulare il numero di posti letto del SSR a partire dal numero dei PL attivi per pubblico e privato, per come rilevati dai modelli ministeriali HSP al 31 dicembre 2013 e con riferimento alla popolazione residente all'1 gennaio 2013 (4.999.932) applicando, come da regolamento, l'aggiustamento con il saldo di mobilità. Il correttivo della mobilità considera il valore finanziario del saldo di mobilità ospedaliera, al netto del saldo relativo all' OPBG e SMOM, relativo all'anno 2011 utilizzato per il riparto 2013, ovvero euro 154.380.437.

Va altresì specificato che il saldo del numero dei posti letto complessivi a livello regionale, nel prossimo triennio, potrà subire variazioni in riferimento sia al modificarsi del saldo di mobilità che, conseguentemente, al corrispondente valore del coefficiente di calcolo previsto all'art. 1 comma 3 lettera b) 1, del predetto regolamento.

I valori ottenuti con la seguente metodologia sono riportati nella tabella seguente:

I dati sono stati estrapolati da modello HSP al 31 dicembre 2013.

* Si prevede un adeguamento graduale allo standard che possa anche tener conto di un recupero della mobilità, che già nell'anno 2014 presenta una riduzione del saldo di mobilità rispetto al 2013.

Al fine di determinare il fabbisogno di posti letto da ripartire per le singole province si è provveduto a sottrarre a tale valore i posti letto considerati di valenza regionale ovvero i posti letto la cui tipologia e specializzazione si traducono in attività con un bacino di utenza potenzialmente regionale.

Specificamente è stato determinato il numero di posti letto rimodulati secondo il nuovo parametro di 3 posti letto per acuti per 1000 abitanti da conseguirsi complessivamente a livello regionale e tendenzialmente puntando al riequilibrio fra i due bacini; allo stesso modo si è intervenuti per quanto attiene il numero dei posti letto post-acuzie secondo il nuovo parametro di 0,7 posti per 1000 abitanti (di cui 0,5% riabilitazione e 0,2 di lungodegenza).

È stato altresì definito, per ciascuna azienda provinciale, il numero dei posti letto "obiettivo" sulla base della popolazione residente e dello standard per acuti determinando il totale regionale di posti letto per acuti; parimenti è stato determinato il numero dei posti letto "obiettivo" sulla base dello standard per il totale regionale di posti letto post-acuzie di cui lo 0,5% di riabilitazione e lo 0,2% di lungodegenza.

Infine è stato individuato il numero complessivo dei posti letto per acuti da ridurre per raggiungere il numero di posti letto "obiettivo" secondo standard di legge.

Si è altresì operato per determinare il numero complessivo dei posti letto post-acuzie da incrementare complessivamente nella misura di posti letto di riabilitazione e lungodegenza per raggiungere il valore obiettivo secondo standard di legge.

Successivamente a livello provinciale è stato operato un riequilibrio dello standard per conseguire una maggiore omogeneità, in relazione alla dimensione provinciale e ai fabbisogni di salute espressi, al fine anche di ottenere un maggiore assorbimento della domanda a livello locale e contenere, ove possibile tenuto conto delle allocazioni delle alte specializzazioni negli ospedali delle aree metropolitane, la mobilità infraregionale.

Sono stati altresì indicati al di fuori del livello provinciale i posti letto dell'IRCSSOASI di Troina e dell'IRCCS Bonino Pulejo di Messina e dell'ISMETT di Palermo e il Polo di riabilitazione della ASP di Enna, per la valenza sovra provinciale che le stesse strutture assumono nel quadro di riferimento assistenziale regionale.

Ancora si precisa che il nuovo assetto, si realizzerà ad invarianza della percentuale di rispettiva incidenza dei posti letto di pubblico e privato sul sistema complessivo come risultanti dagli atti di programmazione in atto vigenti per come stabilito anche dalla delibera di Giunta regionale n. 365 del 6 novembre 2013 laddove interviene come "Atto di indirizzo per la rimodulazione della rete ospedaliero territoriale della Regione Siciliana".

Infine si è operato al fine di rendere tendenzialmente compatibile il dimensionamento delle discipline allo standard previsto dall'emanando regolamento ministeriale.

Gli atti di programmazione previsti nel presente decreto assessoriale dovranno trovare realizzazione nell'arco dei prossimi tre anni di validità del POCS ("Programma operativo di consolidamento e sviluppo delle misure strutturali e di innalzamento del livello di qualità del sistema sanitario regionale") in corso di validazione;

Le aziende sanitarie pubbliche e private accreditate dovranno ottemperare alle disposizioni programmatiche, adeguandosi a quanto già precedentemente previsto.

Applicando i parametri definiti dal decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazione, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 e la metodologia descritta, l'assetto della rete ospedaliera pubblica in fase di attuale definizione risulta quello di cui alle schede di rimodulazione, distinte per presidio e allegate al presente decreto.

ALLEGATO 4

CRONOPROGRAMMA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE OSPEDALIERA

La riorganizzazione della rete ospedaliera, per come prevista nel presente provvedimento, richiede da parte delle Aziende sanitarie una notevole attenzione nella fase attuativa e da parte del livello regionale la definizione e indicazione alle Aziende sanitarie di un cronoprogramma per ciascuna delle fasi attuative ai fini del monitoraggio e la valutazione dei relativi piani di adeguamento aziendali.

E' evidente che la complessità degli interventi richiede tempistiche congrue agli obiettivi prefissati dal programma di riorganizzazione.

Il cronoprogramma rappresenta lo strumento attraverso il quale si è deciso di pianificare gli obiettivi da raggiungere nonché le modalità e i tempi entro i quali realizzarli. Si riportano di seguito i diagrammi con le azioni e la tempistica di esecuzione che dovranno essere realizzati entro i tre anni, come già previsto nel POCS. Le specificità aziendali e di contesto che rendono necessaria la formalizzazione dell'attività di programmazione attraverso un cronoprogramma sono rappresentate sia dalla crescente dinamicità dell'ambiente esterno che dalla misura del livello di competizione.

La complessità del programma di riorganizzazione della rete ospedaliera richiede nella fase attuativa una forte sinergia tra il livello regionale e quello locale a garanzia che si realizzi, nei tempi programmati, l'effettivo cambiamento strutturale-organizzativo richiesto e necessario alla rifunzionalizzazione e messa a regime dell'intero sistema sanitario regionale.

In tale fase le Aziende sanitarie saranno accompagnate dal livello regionale per il supporto necessario al processo di trasformazione a garanzia dell'applicazione uniforme nel contesto regionale dei criteri e delle metodologie previste per la messa in atto delle azioni programmate.

A seguito delle indicazioni e delle azioni contenute nel cronoprogramma, le direzioni aziendali dovranno approvare e trasmettere alla struttura assessoriale un piano attuativo aziendale definito in coerenza con le risorse assegnate completo delle modalità di realizzazione e degli specifici tempi di attuazione.

Per ciascuna fase dovranno inoltre essere individuati gli interventi di edilizia sanitaria e il fabbisogno di attrezzature eventualmente necessari nonché il piano di ridistribuzione del personale aziendale in ragione delle programmate dismissioni, riconversioni e aggregazioni dei presidi ospedalieri interessati alla riorganizzazione, sia nell'ambito delle attività di ricovero che nell'ambito di quelle territoriali ed ambulatoriali. Attraverso degli indicatori, successivamente individuati, saranno monitorati i cambiamenti orientando, e ove necessario rettificando, i processi decisionali pianificati e la definizione operativa del piano. Tale attività deve prendere in considerazione un arco di tempo pluriennale realizzando nel corso del prossimo triennio le azioni previste nella programmazione di rete e temporizzate nel cronoprogramma.

In tal senso la programmazione implica sia la scelta degli obiettivi che si vogliono raggiungere nel medio-lungo termine sia la predisposizione delle strategie (scelta delle attività da potenziare, o da depotenziare, individuazione delle azioni tese al recupero dell'efficienza ed alla riduzione della mobilità passiva, ...) e l'identificazione dei mezzi (risorse umane, attrezzature, risorse finanziarie...) per raggiungere tali obiettivi.

A seguito dell'atto di intesa, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131 concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016, sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 10 luglio 2014 e del relativo regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" CSR del 5 agosto 2014, fermo restando l'impianto complessivo definito con la riprogrammazione della rete già presentato, si rende necessario, alla luce del predetto regolamento, rivisitare le attività del cronoprogramma di adeguamento agli standard come di seguito riscontrabile.

Tali revisioni sono state sintetizzate in una tabella che rappresenta in logica matriciale l'adeguamento delle discipline agli standard di cui al predetto regolamento attraverso un processo di allineamento progressivo fino al raggiungimento dell'obiettivo previsto al 31 dicembre 2016.

Nelle colonne della matrice sono riportate le diverse fasi del processo di allineamento:

1. Nella prima colonna sono rappresentate le discipline a oggi presenti in regione per come rilevabili da modello HSP;

2. Nella seconda colonna sono rappresentate le discipline presenti nel progetto di rimodulazione predisposto il 24 luglio u.s. e trasmesso tramite sistema documentale il 4 agosto 2014;

3. Nella terza colonna sono rappresentate le discipline riviste alla luce delle prime azioni correttive necessarie all'allineamento al regolamento al 31 dicembre 2014. In pari data sarà presentato il piano di dettaglio di adeguamento come richiesto dall'art. 1, comma 2, del regolamento;

4. I dati della quarta colonna fanno riferimento al valore minimo e massimo a cui la revisione delle discipline dovrà tendere entro il 31 dicembre 2016 a completamento del processo di adeguamento della rete;

5. Nella quinta colonna sono indicate le azioni correttive in funzione dell'impatto percentuale che pubblici e privati hanno sul sistema;

6. Nella sesta colonna sono rappresentate le discipline rimodulate, (righe in viola) in funzione di ipotesi fattive di riduzione all'1 settembre 2015. Sono state prese in considerazione in primo luogo le discipline significamente fuori standard e di cui si prevede una riduzione almeno pari al 30%, con l'eccezione della medicina generale la cui riduzione si ipotizza del 20%.

In data 1 settembre 2015 sarà presentata anche la prima revisione del piano di dettaglio di adeguamento in funzione al sistema che ne potranno condizionare l'avanzamento, prevedendo una seconda revisione al 31 maggio 2016.