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Direzione editoriale di Massimiliano Mangano - Chiara Campanelli
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Alessandra Sandulli e Andrea
Scuderi
24/11/2009
GIUSTIZIA
/ Giudizio penale
Affinché operi l'art. 500 co. 4 c.p.p., la minaccia al testimone può essere anche contestuale al reato
La Cassazione amplia ulteriormente la "libertà" con la quale il giudice penale può procedere all'accertamento delle situazioni (minaccia, violenza o subornazione) legittimanti la deroga al divieto di acquisizione dibattimentale delle dichiarazioni rese dal testimone nella fase delle indagini preliminari, specificando che tali situazioni non necessariamente devono seguire il reato, ben potendo risiedere nelle modalità consumative dello stesso reato. La decisione, però, non appare pienamente coerente con il diritto, costituzionalmente sancito, dell'accusato a confrontarsi con il suo accusatore.
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D.B.I. SRL - via B. Mattarella, n. 58 - 90011 Bagheria (PA) - P.IVA 04177320829 - Iscr. Trib. Palermo 41892 vol.343/165
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