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Direzione scientifica di M.
Alessandra Sandulli e Andrea
Scuderi
23/02/2010
GIUSTIZIA
/ Reati
Configura reato (art. 349 c.p.) rimuovere i sigilli apposti per impedire un'attività non autorizzata
Le Sezioni Unite, con la sentenza n. 5385/2010, hanno fatto luce sul contrasto interpretativo, insorto nella giurisprudenza di legittimità, relativo alla configurabilità del delitto di violazione dei sigilli (art. 349 c.p.) apposti al fine di "impedire la prosecuzione dell'attività esercitata in assenza di autorizzazione". La Suprema Corte, nella sua più autorevole composizione, avallando l'orientamento prevalente, ha ritenuto che il riferimento testuale alla finalità di assicurare la conservazione o l'identità della cosa debba ritenersi comprensivo anche della finalità di sottrarre la cosa all'esercizio di ogni facoltà altrui, compresa quella di farne un uso illegittimo.
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