Diritto di difesa e nuova qualificazione giuridica operata ex officio dalla Cassazione: quale rimedio processuale?

Destinata a "far parlare di sé", la sentenza che si segnala al lettore ha escluso che la restitutio in integrum del diritto a conoscere l'accusa e la sua qualificazione giuridica possa operare in sede esecutiva ex art. 670 c.p.p., atteso che l'esperibilità di tale rimedio arrecherebbe all'ordito processuale penale una disastrosa disarticolazione del sistema delle impugnazioni, dei gradi di giudizio e del giudicato. Da tale assunto la prima sezione della Corte di Cassazione fa discendere che le violazioni del diritto a difendersi sulla nuova qualificazione operata ex officio dalla Cassazione vanno fatte valere esclusivamente attraverso l'impugnazione straordinaria prevista all'art. 625-bis c.p.p.. Soluzione che per vero contrasta con l'idea (sorretta dalla dottrina e dalla stessa giurisprudenza di legittimità) secondo cui non vi sarebbe ragione di escludere che nel corso della trattazione dell'incidente camerale introdotto dal condannato in via straordinaria (o in attesa della sua fissazione), questi attivi il più celere "processo di esecuzione".