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Direzione scientifica di M. Alessandra Sandulli e Andrea Scuderi
28/11/2013

L'articolo 27 della Costituzione nel quadro dei lavori preparatori: una lettura del primo e terzo comma

Nella storia del diritto europeo il concetto di Costituzione è stato tra i più dibattuti tra gli operatori del diritto in relazione al significato che gli debba essere attribuito. Dal punto di vista storiografico l'idea di una norma superiore, intrisa di valori e di principi etici chiamata al contempo a limitare i pubblici poteri, affonda le proprie radici nel mondo greco, ma è con lo Stato moderno che la Costituzione incomincia ad assumere il ruolo di legge fondamentale; ruolo che oggi la vede quale fonte del diritto di vertice nel nostro ordinamento giuridico, caratterizzantesi per la sua complessa organicità normativa la quale, una volta posta in essere, si ipostatizza creando una forza propria che conferisce validità a tutto l'ordinamento giuridico dello Stato. Ciò senza dubbio alcuno la distingue, tanto per forma che per contenuto, dalle Costituzioni Octroyée. Va rilevato come la Costituzione Italiana sebbene si ponga sostanzialmente in continuità con lo Statuto Albertino presenta degli elementi di differenziazione ed innovazione; sotto quest'ultimo profilo non si può negare come tra gli elementi innovativi che arricchiscono e completano il testo costituzionale vi siano anche i principi di diritto penale. Principi questi inseriti per evitare il ripetersi di abusi da parte del legislatore. In particolare con la formulazione dell'articolo 27 della Costituzione si vollero consacrare, tra gli altri, il principio di responsabilità penale per fatto proprio ed il principio di rieducazione del condannato. Per comprenderne, dunque, l'importanza e la portata si sono voluti richiamare i lavori preparatori poiché "nessuno può meglio palesare, apprezzare, riconoscere, le ragioni profonde che dettarono la legge di quanto lo possano gli autori di essa".

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