La concussione contestata al Presidente del Consiglio Regione Campania: la Cassazione conferma la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza

Il delitto di concussione può essere integrato dall'abuso di potere che il pubblico ufficiale pone in essere al fine di conseguire un "vantaggio politico", ovvero il consolidamento di un sistema clientelare nel quale anche le nomine ai posti di primario ospedaliero devono corrispondere alle indicazioni provenienti dal partito politico di "appartenenza" del direttore generale dell'azienda sanitaria e non costituire il frutto delle scelte autonome di quest'ultimo. E' questa l'affermazione più significativa contenuta nella sentenza n. 33843 del 2008 della sesta sezione penale della Cassazione, relativa alla nota vicenda che nel gennaio del 2008 ha portato agli arresti domiciliari (poi trasformati in obbligo di dimora) del Presidente del Consiglio della Regione Campania. Sentenza che ha respinto il ricorso proposto dall'indagata avverso il provvedimento cautelare (nel frattempo divenuto inefficace) e confermato la validità della motivazione dell'ordinanza del tribunale del riesame in ordine alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza. E' la stessa sentenza, tuttavia, a sottolineare come la fondatezza del quadro indiziario non possa che riferirsi "allo stato degli atti": soltanto la dinamica della prova nella successiva evoluzione processuale potrà stabilire l'effettiva capacità dell'ipotesi accusatoria di resistere ad interpretazioni alternative.