Processo minorile: il divieto di domande suggestive si estende anche al giudice

Importantissima sentenza della Corte di Cassazione in tema di testimonianza del minore. Con la decisione in rassegna, la terza sezione della Suprema Corte ha interpretato l'art. 499 comma 3 c.p.p. estendendone la latitudine operativa ben oltre le coordinate letterali dettate dal dato testuale. Nonostante la citata disposizione vieti, difatti, alla parte che richiede l'esame, di sottoporre al teste domande suggestive, i giudici di legittimità, in ragione delle peculiarità del soggetto escusso (il minore), hanno esteso siffatto divieto a tutti i soggetti che intervengono nell'esame testimoniale: giudice compreso. Ricorda la sentenza de qua come, nell'esame dei minori debbano osservarsi «particolari cautele [..] poichè se da un lato si può affermare che i bambini non tendono a mentire consapevolmente, dall'altro deve tenersi conto che gli stessi presentano modalità relazionali orientate in senso imitativo e adesivo e risultano, perciò, influenzati dalle suggestioni che possono essere insite nelle domande degli adulti e tendono a formulare risposte che ne assecondino le richieste».