Sentenza Corte cost. n. 85/2008: (quasi) completata l'opera di ripristino del regime di appellabilità delle sentenze di proscioglimento

Proseguendo il "lavoro" fatto con le sentenze n. 26 e n. 320 del 2007, la Corte costituzionale "demolisce" il nuovo regime di inappellabilità introdotto dalla legge Pecorella (n. 46/2006), statuendo l'appellabilità delle sentenze di proscioglimento anche da parte dell'imputato. Così facendo, il giudice delle leggi, facendo proprie le perplessità avanzate dalla dottrina all'indomani delle citate sentenze, ha riconosciuto che nell'ampia categoria delle sentenze di proscioglimento ve ne sono alcune il cui contenuto le rende concretamente assimilabili alle sentenze di condanna. Anche dopo questo intervento, tuttavia, rimane un elemento di asimmetria a danno dell'imputato, il quale continua a non potere appellare (tranne nelle ipotesi di cui all'art. 603 c.p.p.) le sentenze di proscioglimento relative a contravvenzioni punite con la sola ammenda o con pena alternativa. Asimmetria che adesso compete al legislatore rimuovere.