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Direzione editoriale di Massimiliano Mangano - Chiara Campanelli
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Scuderi
21/02/2012
GIUSTIZIA
/ Giudizio penale
Stupro di gruppo? La Cassazione dice no all'obbligo del carcere
Estendendo le statuizioni della sentenza n. 265/2010 della Corte costituzionale, la Corte di Cassazione, con la sentenza in rassegna, ha ritenuto non in linea con gli artt. 3, 13 e 27, Cost. la disciplina prevista in materia di presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere in riferimento al reato di violenza sessuale di gruppo. A prescindere dal clamore mediatico ingenerato, la decisione in analisi suscita a dire il vero qualche riflessione critica sul modus procedendi adottato dalla Corte di legittimità: aver preferito, di fronte al sospetto di legittimità costituzionale la via dell'interpretazione orientata rispetto all'incidente di costituzionalità pare infatti una scelta irragionevole. Le peculiarità del reato di violenza sessuale di gruppo, di certo non analogo alle fattispecie incriminatrici di cui agli artt. 600-bis e 600-quater c.p., avrebbero, difatti, richiesto una valutazione specifica da parte del Giudice delle leggi. Né di certo a ciò varrebbe opporre - come opposto dall'Ufficio Stampa della Corte - che "la sospensione del procedimento fino alla decisione della Consulta avrebbe potuto determinare la scarcerazione degli imputati per decorrenza dei termini di custodia cautelare, caso che non si è verificato proprio a seguito della decisione della Corte di Cassazione". La sensazione è che la sentenza in rassegna, comunque la si veda, sia destinata a far parlare di se.
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