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Relazione del Presidente del T.A.R. Sicilia, sede di Palermo, sull'attività svolta nell'anno 2010
Il Presidente dott. Filoreto D'Agostino, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011, ha illustrato l'attività svolta nel 2010 presso la sezione di Palermo del T.A.R. Sicilia.
In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2011, tenutasi il 5 marzo 2011 a Palazzo Benso, sede del T.A.R. Palermo, il Presidente dott. Filoreto D’Agostino ha aperto il suo intervento ricordando come l’apertura dell’anno giudiziario con una cerimonia nel corso della quale il Presidente del Tribunale amministrativo regionale svolge una relazione sull’andamento della Giustizia amministrativa nell’anno giudiziario decorso sia consuetudine alla istituzione nella quale ha collaborato quale componente del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa nel periodo 2003/2004. Il Presidente ha rinnovato le ragioni di quella scelta, ravvisabili nella doverosa esternazione delle attività svolte da un organo giurisdizionale in un dato arco temporale, connessa alla necessità di rendere le più ampie informazioni sull’esercizio delle funzioni pubbliche, quale principio cardine dell’ordinamento democratico, e nella opportunità di inviare alla collettività un preciso segnale sulla natura effettivamente e non solo formalmente giurisdizionale della funzione svolta. Il Presidente ha, poi, sottolineato come il metodo della civil law (praticato, oltre che in Italia, in Germania, in Francia e in Spagna) determina la possibilità di interpretazioni contrastanti, che vanno considerate, se assistite da congrua motivazione, un momento di difficoltà e di sensibilizzazione degli organi di giustizia amministrativa e non certo un sintomo di malfunzionamento del comparto, come talvolta prospettano interessati e malevoli suggeritori e ciò per spiegare i motivi per cui alcune questioni di massima affrontate dal T.A.R. Palermo restano sospese tra diverse possibilità di soluzione. Le problematiche dell’incertezza, ha osservato il Presidente, si sono probabilmente aggravate nel corso del 2010 a causa dell’entrata in vigore del primo codice del processo amministrativo che mal si concilierà, almeno per un lungo periodo di rodaggio, con le aspirazioni alla soluzione chiara e precisa di molti quesiti giuridici.
Richiamando la relazione del suo illustre predecessore, il dott. Giorgio Giallombardo, il Presidente D’Agostino ha rilevato che il testo licenziato dalla Commissione, di cui egli stesso ha fatto parte, ha subito, nella sua lunga permanenza a Palazzo Chigi, numerose modifiche e tagli, alcuni dolorosi altri incomprensibili, tutti però all’insegna di una sostanziale dequotazione. Il risultato è un provvedimento legislativo nel quale sono uniti e per certi versi avviluppati principi giurisprudenziali e di prassi consolidati e letti, almeno in parte, nella prospettiva dei più recenti apporti del diritto vivente (costituzionale e comunitario) nonché parti innovative di minore peso specifico.
Il Presidente, quindi, dopo avere svolto una rapida carrellata sulle principiali novità del codice (tra cui la disciplina relativa alla translatio iudicii, definita una importante regola di civiltà giuridica e la previsione della competenza territoriale inderogabile, nata per contrastare il c.d. turismo giudiziario o “forum shopping”), si è soffermato sulla questione dell’abbattimento dell’arretrato, per la notevole incidenza che la stessa riveste sul più vasto ambito dell’intero servizio giustizia. Sotto questo profilo il Presidente ha osservato che il codice non ha dato alcuna risposta e ha quasi negato il problema, risolvendolo in un espediente (si allude all’articolo 1 dell’allegato 3 del codice) e che in ogni caso sul nuovo codice e sulla accelerazione che si intende dare ai nuovi processi gravano come macigni gli arretrati per i quali non è stata prevista alcuna risorsa sia in termini economici sia di energie lavorative.
Il Presidente D’Agostino ha ritenuto suo preciso dovere informare che la situazione dell’arretrato non potrà che peggiorare in relazione ai ricorsi infraquinquennali e alle nuove vertenze, nonostante l’impegno vigoroso e l’altissima qualità della produzione giurisprudenziale per i quali ha espressamente ringraziato il Presidente Giallombardo, i Presidenti Adamo e Monteleone, il consigliere Maisano (che ha retto la Prima Sezione per due mesi e mezzo), unitamente ai Magistrati tutti.
Il Presidente ha, poi, fornito i numeri dell’attività svolta: al 31 dicembre 2010 i ricorsi pendenti erano 19.341, con una riduzione rispetto all’anno precedente pari a 14.695. Dopo la “rassegna numerica”, il Presidente ha ricordato gli ambiti materiali e le più importanti decisioni assunte nel corso del 2010 dalle tre Sezioni del Tribunale. Infine, il Presidente ha concluso la sua relazione con una considerazione che è anche un augurio: “solo con una maggiore attenzione degli Organi legislativi e di Governo per il nostro comparto potrà assicurarsi la realizzazione del giusto processo e della sua ragionevole durata”.
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